L’associazione inglese Friends of Blue è uno dei più importanti club inglesi, con sede a Oxford, che si occupa dello studio di porcellane flow-blue. Si tratta nello specifico di manufatti dell’Ottocento, prodotti inizialmente in Inghilterra, la cui fabbricazione si caratterizza per un particolare processo di stampo dell’immagine realizzata principalmente in toni di blu e, a volte, di grigio scuro. Nella produzione inglese la più diffusa è quella europea di tipo vittoriano composta da materiale simile al gres, detto stonware, creato nel quartiere di Shelton della città di Stoke on Trent, nella contea dello Staffordshire. Per la loro bellezza, per la raffinata qualità e per la varietà dei soggetti impressi che spaziano dai fiori, ai paesaggi, ai navigli ecc., queste porcellane sono ricercatissime dai collezionisti di tutto il mondo.
Nell’ambito di queste produzioni è stata recentemente riconosciuta, grazie all’impegno del prof. Carmelo Caroppo, una serie col nome Maglie (v. Friends of blue bollettino n. 143, Aprile 2009) e il nome non è un caso. In queste ceramiche il soggetto impressionato è uno scorcio di via Roma dell’omonima cittadina salentina e precisamente si tratta del tratto di strada che si apre vicino la Colonna della Madonna delle Grazie e sul quale si affaccia l’omonima chiesa. Da questo punto, in prospettiva, è possibile osservare il Campanile e la Chiesa Matrice per cui l’artista dello schizzo originario, in un solo colpo d’occhio, ha raccolto e descritto l’intero patrimonio monumentario di questa cittadina.
E’ di Cosimo Giannuzzi, sociologo e storico magliese, la scoperta e lo studio di questa serie di ceramiche ed è per i suoi studi che è possibile accertare come il soggetto di base, malgrado alcune licenze artistiche hanno alterato la figura originale dei monumenti rappresentati, proviene da uno schizzo del 1778 di Maglie eseguito da Louis Jean Despréz e pubblicato nel Voyage Pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicilie.
La Real Fabbrica Ferdinandea di Napoli, avvia una produzione di ceramiche con vedute che diventano souvenir per turisti, ma ad oggi non è ancora accertato se tra questi paesaggi ci sia quello di Maglie, pur esistendo una riproduzione dello schizzo di Squinzano, contenuto nel Voyage Pittoresque, su un vaso conservato al Museo Nazionale di Capodimonte. Può comunque derivarsi da questa produzione napoletana la suggestione che porta i ceramisti inglesi a servirsi della veduta magliese del Despréz da utilizzare con lo stesso scopo delle ceramiche napoletane.
Caratteristica principale di questa raffigurazione è la vivacità dell’ambientazione ottenuta con la rappresentazione di uomini impegnati nel lavoro, oppure intenti a chiaccherare sul sagrato della chiesa o ancora, nelle varianti, di un uomo a cavallo e di un cane che fugge. Il tutto dona all’immagine quella vitalità quotidiana tipica del piccolo borgo salentino.
La diffusione e il successo di questa immagine ci pone di fronte a due interrogativi molto importanti: quello della tanta diffusione – alcuni soggetti sono stati trovati anche in Australia e in America – e quello della preferenza del paesaggio magliese, che spesso è erroneamente identificato come paesaggio inglese o sud americano.
Il merito di questa scoperta non è solo quello di aver trovato qualcosa di cui prima s’ignorava l’esistenza, ma è principalmente quel senso di orgoglio e vanto salentino che proviamo nel veder raffigurato, su mute ceramiche, un anonimo scorcio del Salento alla pari, solo per fare alcuni esempi, delle raffigurazioni eseguite sulle splendide Capodimonte, Faenza e Caltagirone.
Per maggiori approfondimenti sull’argomento, consultate il testo di Cosimo Giannuzzi, La veduta settecentesca di Maglie nella ceramica, la cui recensione è stata pubblicata nella sezione Bibliografia salentina del forum Cultura Salentina