Cultura salentina

Santa Maria di Leuca, anni fa

Sempre camminerò per queste spiagge tra la sabbia e la schiuma dell’onda. L’alta marea cancellerà l’impronta e il vento svanirà la schiuma. Ma sempre spiaggia e mare rimarranno. Gibran Khalil 

Siamo lontani dalle cartoline patinate di Santa Maria di Leuca, quelle con il mare calmo e la movida: in questo video inedito, girato con una vecchia cinepresa, si può ammirare un mare spumeggiante che lascia intravedere il faro, posto a vedetta dell’alta costa del tacco d’Italia.

Siamo negli anni Settanta: Leuca era ancora la marina dei residenti di piccoli paesini come Morciano, PatùCastrignanoGagliano; pochi gli accenti stranieri e altrettanto rade le abitazioni lungo la costa. Si intravedono qua e là isolate pagghiare e imbarcazioni tirate a secco; qualche amante del mare in inverno si gode le onde che si infrangono sugli scogli. Qualche villa disegna di bianco l’orizzonte della ripresa.

Siamo lontani dal traffico incandescente di agosto e dalle frotte di turisti che colonizzano questa costa in estate; siamo lontani anche dai noti problemi di sostenibilità ambientale che affliggono oggi queste coste, a causa dell’urbanizzazione sregolata e del turismo di massa. Qualche minuto di pura riflessione su come era questo tratto di costa 30 anni fa…

9 pensieri su “Santa Maria di Leuca, anni fa”

  1. Sono felicemente sorpresa per la scopertta del vostro sito che trovo interessante da ogni punto di vista. E’ bello leggervi perchè l’amore per il vostro territorio e la vostra cultura traspare da ogni vostro scritto. Grazie Laura Scalabrini

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    1. Salve sig.ra Scabrini,
      la ringrazio per il caloroso commento, è bello vedere che qualcuno apprezza ciò che facciamo.
      Ho sempre pensato che il Sud abbia bisogno innanzitutto della stima dei propri abitanti, i quali spesso sono i primi a dimenticarsene, ma anche dell’attenzione di chi usufruisce del Sud, come turista, come cittadino italiano, come semplice passante e come amante della cultura in generale: ognuno dovrebbe imparare a “respirare” ciò che un territorio regala, per poterlo difendere dall’osservatore distratto e dal fruitore passivo.
      Ancora grazie per averci voluto leggere.
      Saluti

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    1. Ciao Fernando,
      ebbene sì, ci siamo letteralmente mangiato il mangiabile, come si suol dire. È vergognoso ed è giusto farlo notare. Non so se si può ancora fare marcia indietro, ma di sicuro fa bene meditare…

      Saluti

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    1. Salve sig. Toto’,
      sono contenta di averle restituito uno squarcio di Leuca che oggi non c’è più. Lo scopo era quello di animare una discussione sull’argomento, far vedere quanto abbiamo deturpato e quanto poco possiamo ormai recuperare dello splendore delle nostre coste; avrei voluto che più utenti condividessero video e immagini per dare la percezione che si è coscienti degli errori perpretrati e che si è consapevoli di non doverli ripetere. Purtroppo il materiale a mia disposizione è limitato, ma sarebbe bello se ne giungesse dell’altro in redazione.
      Un saluto

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  2. Andiamo con ordine. E’ vero. Leuca era diversa da oggi, ma i primi segni dell’edificazione selvaggia si vedevano già. Oggi l’unico tratto di costa ancora incontaminata è quello da Otranto a Porto Badisco, non so ancora per quanto. Molti terreni appartengono ad una società (mi sembra Sviluppo Italia), li ha comprati come terreni agricoli, non credo per beneficienza. Se esistessero altri filmati di altri punti di costa del Salento, sarebbe la stessa cosa: Gallipoli, Porto Cesareo, Torre Lapillo, San Foca. Un mio amico ha detto: “Mi ricordano le bidonville di nairobi””. Non aggiungo altro. I Salentini in parte si sono assuefatti (un pò di veleno al giorno e si diventa insensibili), ma in parte sono i principali responsabil Dai blog, anche su quest’articolo, sembra che le nuove generazioni siano più civili. Io cerco di tornare il meno possibile e sono emigrato verso altri mari, Grecia soprattutto. Però grazie di aver diffuso questo video, forse qualcosa si potrà migliorare.

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  3. Leuca non c’ è più ! La realtà è questa, purtroppo. Leuca è esistita fino a metà anni ’70, poi è arrivato il porto che ha divorato tutto, cose, case, persone, abitudini, ambientazioni, divertimenti ! Nulla è stato più come prima.
    Io l’ ho considerata casa mia fino ad allora, poi tutto si è deteriorato, tutto è cambiato, ed io, avendo iniziato una fase nuova della mia vita, ho quasi smesso di frequentarla . Andavo ancora a trovare mia madre che d’ estate, prima di rinchiudersi per svernare nella sua casa di Lecce, ritrovava lì un po’ di gioia di vivere e di ricordare, anche lei, tempi andati. Ci andavo anche , di tanto in tanto, trafficando con barche mie e di amici. Ma malvolentieri, con la tristezza che ti accompagna nel vedere il decadimento, addirittura la morte di qualche cosa che amavi. Poi anche mia madre se ne è andata e non ho più motivi per tornarci. Di Leuca conservo nel cuore l’ immagine, i suoni, addirittura l’ odore del mare e delle alghe che emergevano dall’ acqua al mattino presto, quando mi avventuravo in improbabili ed infruttuose battute di pesca, o quando cominciavo ad imparare, da autodidatta o quasi, i primi rudimenti dell’ arte della navigazione. Ma Leuca non c’ è più e nemmeno il filmato ce la mostra, essendo girato prevalentemente “a ponente”, come dicevamo e come forse si dice ancora.
    Grazie comunque.

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