Scrittori salentini

Le cose che piacciono a me

di Luca Portaluri

chirico
Giorgio De Chirico, "Il Pensatore" (1973), olio su tela, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma

 

 

Ventisette motivi per amare la vita

(ma voi fate di più, o di meno…)

Mi piace/mi piacciono:

1) le leggere imperfezioni su un viso di donna, un naso dolcemente ricurvo o una fessura sussurrata tra i denti o un neo particolare, una velata e soffice peluria lungo le guance, tratti che rendono un viso caratteristico e peculiare, e unico e bello a chi sa guardare oltre l’irraggiungibile perfezione estetica;

2) tutte le definizioni di poesia, una in particolare di Allan Poe, per il quale essa è creazione ritmica di bellezza e solo suo arbitro è il gusto;

3) lo stato d’animo e fisico della stanchezza, quella spossatezza che prende i veri lavoratori alla fine di una giornata vissuta intensamente e pienamente,sintomo di stupenda umanità,ed è strano notare come possano corrispondere due azioni diametralmente opposte a seconda del tipo di stanchezza,visto che a quella fisica dovrebbe seguire il riposo e la calma, mentre per quella psicologica forse ci sarebbe bisogno di un segnale di rottura drastica ed energica con le condizioni che la procurano;

4) le città di notte, silenziose e scure, come la mia Maglie cosi commerciale ma cosi piccola, un vero gioiello nelle ore in cui tutte le luci degli acquisti si spengono e rimangono quelle soffuse e maledettamente romantiche della piazza e delle vie adiacenti;

5) indugiare sulla scia di un profumo lasciata da una donna (non importa se bella o brutta) al suo passaggio;

6) l’avverbio “tendenzialmente” che permette di non generalizzare mai,senza però rinunciare a certe catalogazioni di persone e idee personali;

7) correre la mattina presto sulla sabbia in riva al mare Adriatico,l’inverno,in compagnia di qualche pescatore, di alcuni cani randagi e della brezza, inconfondibile e rigenerante,del vento e della salsedine;

8) conservare un diario di citazioni e aforismi,e implementarlo continuamente, si, perché certe massime, o battute, di personaggi  famosi, o che diventeranno famosi grazie a queste, riflettono un intero modo di vivere e sintetizzano molto meglio di mille discorsi un tratto saliente della personalità di chi pronuncia queste frasi o di chi le apprezza, facendole proprie;

9) gli sguardi d’intesa, complici, tra le persone, e soprattutto quelli fra sconosciuti, a condividere un frangente, anche banale, di vita quotidiana;

10) ricordare quando da bambini si giocava per strada a pallone, con quattro pietre o gli zaini a delimitare le porte, e ci si chiamava non col telefonino ma gridando a squarciagola il nome degli amici;

11) la programmazione di un viaggio di piacere, dalla prenotazione del biglietto alla preparazione della valigia, passando per lo studio della guida lonely planet relativa alla meta individuata,contrassegnando con un cerchietto a matita tutti i numeri corrispondenti alle cose interessanti da vedere o fare;

12) i libri thriller lunghi più di quattrocento pagine, è una fissazione mia, ma sotto quel numero mi sembra che finiscano troppo prematuramente i gialli cartacei e, siccome è una fissazione innocua, non ci penso minimente ad eliminarla;

13) tutte le fissazioni innocue;

14) udire il dialetto salentino in televisione, ridere della parlata del soggetto intervistato e pensare al fatto che parlo come lui, dopotutto, e all‘orrenda sensazione che ritrovo ascoltandomi con un registratore;

15) il cinema indipendente, fatto con pochi soldi, attori non famosi, e visibile in piccole sale d’essai, il coraggio del regista,e la sua voglia di raccontare una storia;

16) la figura dei nonni, o meglio l'”istituzione” dei nonni, con la loro presenza eterea e palpabile, pronti sempre a dire si ai figli dei figli, a dispetto del suono onomatopeicamente negativo del loro nomignolo, e del resto si dice che nipoti e nonni vadano sempre d’accordo perché hanno un nemico in comune, no?;

17) i bambini vispi e rumorosi, quelli che mettono a soqquadro una casa o un negozio, perché per definizione bambino dovrebbe essere sinonimo di gioco, curiosità, distruzione gioiosa;

18) l’immagine sognata di uno stato sociale maturo, non autoreferenziale e chiuso in se stesso, ma invece aperto, rigido e allo stesso tempo flessibile,multirazziale, e integratore di ricchezze, con delle porte aperte per far uscire menti bacate, ma con le stesse porte spalancate per far entrare intelligenze vive e, perché no, porte socchiuse per far ritornare chi un tempo l’aveva disperatamente abbandonato, lo stato o il territorio d’origine;

19) la musica “dance”degli anni ’70, immortale ed irripetibile nella sua forza deflagrante e innovativa;

20) il mare in tempesta, provocatorio e barocco, plumbeo e spumeggiante, a farmi capire che noi umani siamo ben poca cosa rispetto alla forza della natura e che forse i salentini sono un popolo fortunato se vivono (godendoselo e vantandoselo, a ragione il mare) lontani da maremoti, tsunami e altre catastrofi naturali;

21) I maglioni a righe orizzontali, coloratissimi;

22 )una stretta di mano vigorosa, un abbraccio prolungato, tutti i baci sul collo;

23) il senso pratico,sano e genuino delle persone meno facoltose,poco inclini a lamentarsi e a criticare, sapendo che, come Pascoli diceva,”il poco è molto a chi non ha che il poco”;

24) il sole squarciarsi al tramonto, sul mare,come il tuorlo di un gigantesco uovo rossarancione;

25) immaginare che coloro i quali stanno leggendo queste righe non trovino interessanti i venti punti precedenti della lista, o semplicemente non siano d’accordo su tutto;

26) ecco, mi piace(rebbe) far capire ai suddetti lettori che nessuno di noi è figlio di un Dio minore (parafrasando il titolo di un bellissimo film di qualche anno fa), e che il nostro IO FELICE risiede spesso nelle piccole cose, nei spesso dimenticati piccoli piaceri, fatti anche di idee, situazioni improvvise, fissazioni, sapori, odori, colori, innocente banalità; la nostra serenità come folletto fiabesco salta e plana invisibile, sfuggente, anche su una banale lista di cose che ci piacciono per poi adagiarsi ad ogni nostra lettura ,intima e segreta, e aumentare ad ogni nostra implementazione di essa;

27) le liste assolutamente parziali, non complete, come questa.

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