E poi ti trovi a parlare con qualcuno, e, nel mezzo della chiacchierata ti senti dire: “Ma tu, non ti trucchi mai?”
Sì. Senza un riferimento concreto al discorso in atto. Allora cominci a chiederti se la tua notte poco riposante abbia lasciato segni così marcati sul tuo viso, se i capelli abbiano trovato un’esagerata libera espressione o, comunque, se chi ti ha di fronte stia trovando la tua presenza particolarmente poco gradevole. Il che potrebbe anche essere, umanamente, comprensibile. Continua a leggere “Se un uomo”
Antonio Salvatore Tolica se chiamava, ma nui tutti lu canuscinne comu lu Ucciu Moru percé tinia na culure niura e d’estate, cu ddhu sule ca quai te bbampa, diventava ancora pesciu. Se dicia ca ddha pelle cusì scura l’era pijata de lu bisnonnu sou ca, a quantu pare, era fiju de nu Turcu ca travajava tra Otrantu e l’Albania. Continua a leggere “Occhi niuri”
Nei primi anni dell’Unità compare nelle fiere e nei mercati della provincia di Lecce un singolare fischietto di terracotta smaltata dei figuli di Cutrofiano: il Carabiniere in alta uniforme con il fischietto “a ‘nculu”. Continua a leggere “L’Unità d’Italia e i Carabinieri col fischietto”
Riflessioni a margine della mostra personale di Marcello Malandugno
di Paolo Marzano
MARCELLO MALANDUGNO al CARLO V
Il castello è il Carlo V di Lecce, il pittore si chiama Marcello Malandugno. E il ritorno di Mnemosyne?
Al tempo.
Imponente il lavoro dell’artista salentino/neretino esposto dal 12 settembre al 3 ottobre 2013 presso le sale al primo piano del maniero leccese, nella personale dal titolo “Figure/Figurazioni”, a cura di Toti Carpentieri. Lo spazio a disposizione consisteva in cinque sale nelle quali il curatore ha proposto i cinque temi che hanno perlopiù caratterizzato l’arte di Marcello Malandugno. Per gli appassionati naturalmente è stata una consapevole necessaria ed importante occasione per sondare ed avere più chiaro ‘lo stato dell’arte’ della pittura, degli ultimi quattro anni di quell’artista che va sempre più distinguendosi come uno dei più interessanti pittori sulla scena italiana contemporanea e non solo, Marcello Malandugno. Continua a leggere “Il castello, il pittore e il ritorno di Mnemosyne”
Le dolenti note di Luigi Cazzato, corsanese, o meglio sud-salentino come egli ama definirsi, molto prossimo a Santa Maria di Leuca dove sorge il Santuario De finibus Terrae e dove, secondo il poeta Vittorio Bodini, “i salentini ritornano dopo morti con il cappello in testa”, attraversano come rasoiate le pagine di questo saggio, un componimento misto di prosa e poesia, innalzato dall’autore per urlare al mondo l’assurdità delle ingiustizie sociali e politiche.
Dopo vent’anni esatti, Nicola Apollonio, scrive sulla cittadina salentina che gli ha dato i natali, il suo secondo pamphlet, “Aradeo punto e a capo”, una radiografia della sua città, a cavallo tra storia e cronaca, amara e sincera, cruda, oserei dire, scritta tra l’assorto e il combattivo, sul filo di una memoria che diventa arte. Continua a leggere “Viaggio nella memoria”
Conservare la memoria sui dialetti storici del Salento e ricostruire la vita quotidiana della popolazione salentina nei secoli passati. Con questo obiettivo un gruppo di ricerca dell’Università del Salento ha dato vita al Vocabolario storico dei dialetti salentini (VSDS) un’opera consultabile online, aperta a tutti e in continua evoluzione.
19-26 febbraio 2014, Chateau Monfort, Milano. Settimana della Moda nella città di Milano, abituata al bello e alle Anteprime. E ben presto si ritorna sul red carpet con una novità che affascinerà il pubblico: l’Artista del vino, Arianna Greco, reduce da Hong Kong e da numerosissime performance in giro per il mondo, si esibirà presso lo Chateau Monfort, dove utilizzerà il Barolo, vino amato dall’artista originaria di Porto Cesareo, in provincia di Lecce, per realizzare opere d’arte su tela.
Una notizia abbastanza recente ci parla di una scoperta sensazionale: Alcuni scienziati dell’Istituto Oceanografico di San Paolo e dell’Agenzia per la Scienza della Marina giapponese, a bordo del sottomarino “Shinka”, avrebbero recuperato a 6500 metri di profondità, sotto l’oceano Atlantico, alcune rocce di granito che solitamente si trovano soltanto sulle terre emerse. Secondo alcuni esperti tali resti apparterrebbero a un continente scomparso nel Paleozoico quando Africa e America, dividendosi, ne provocarono lo sprofondamento in mare. Il singolare ritrovamento ha subito fatto pensare alla mitica Atlantide di cui parla per la prima volta Platone in “Crizia “ e nel “Timeo”. Continua a leggere “Atlantide”