di Lorenzo De Donno

Ero riuscito ad evitarlo per un lungo tempo, tanto che ormai mi ero convinto che non sarebbe più accaduto che ci incontrassimo e che fossimo costretti a parlarci. Continua a leggere “Riflessi”
Rivista di pensiero e cultura meridionale
di Lorenzo De Donno
Ero riuscito ad evitarlo per un lungo tempo, tanto che ormai mi ero convinto che non sarebbe più accaduto che ci incontrassimo e che fossimo costretti a parlarci. Continua a leggere “Riflessi”
di Giuly
Ti ho cercato
in tutte le piccole cose
che il tempo
meravigliosamente ha trasformato
Non perché tu non abbia studiato o non ti sia fatto una cultura. Forse solo perché non hai avuto amica l’esperienza, non l’hai avuta maestra, i libri sono stati solo un mezzo per istruirti restando, tuttavia, lontano dalla realtà, senza masticarla e assimilarla, né condividerla per ‘crescere con’.
di Franco Melissano
Quandu sbarcara Turchi a ffrotte a frotte
fuscira li Spagnoli intra na notte;
ma forte se mantinne tutt’Otrantu
pe’ ggiurni e ggiurni: resta quistu vantu. Continua a leggere “Li Martiri su’ Ssanti”
E le “Note antiquarie” (come ipotesi di ricerca)
“La storia dell’arte non può che esercitarsi sul temporalmente impuro, modificando lo schema epistemico della storia e riconfigurando presente e passato. L’immagine, ha spesso, più memoria e più avvenire di colui che la guarda“
Georges Didi-Huberman, in Storia dell’arte e anacronismo delle immagini – Bollati Boringhieri 2007
di Paolo Marzano
Francesco Danieli, nel suo ultimo lavoro Fasti e linguaggi sacri, racconta con parole semplici una delle caratteristiche fondamentali e sempre più emergenti, della Terra d’Otranto. Continua a leggere “I Fasti e linguaggi sacri di Francesco Danieli”
di Elia Stomaci
Alla memoria di Antonio De Lumè, Grande Socio Fondatore
Sta sentu cuntare, ultimamente,
gente diversa ca se minte n’vista,
cu ‘na faccia nu picca insulente
e aria superba ‘mmoscia la crista. Continua a leggere “Genesi della festa della municeddha”
I riti della Settima Santa nel Salento e la rivalsa del laicato prima del Vaticano II
L’attività confraternale, nel Salento dei secoli passati, era ordinariamente silenziosa e velata da un’aura di impenetrabilità. Allo stesso modo però, una volta all’anno, essa diveniva – allora come oggi – appariscente e frenetica, chiaramente improntata a pubblica teatralità. I riti della Settimana Santa, infatti, sottraevano i confratelli e i loro ermetici cerimoniali al riserbo iniziatico inevitabilmente proprio di ogni cerchia corporativa. Le paraliturgie laiche di quei giorni, inoltre, costituivano l’attesa rivalsa del popolo sull’accentramento clericale, restituendo ai fedeli un protagonismo cultuale normalmente negato.
« Il tempo ti consolerà: non è più niente chi muore »
Con queste alate parole, Alcesti, la moglie devota resa immortale dal genio di Euripide, saluta il marito, cui si sacrifica per donargli la vita. In effetti sarà salvata da Ercole come vedremo, ma il gesto resta ad esempio di una grande virtù muliebre.
Ma andiamo per gradi seguendo dall’inizio la trama della famosa tragedia che, sull’esempio di Eschilo, si compone di :
un Prologo che da inizio alla rappresentazione;
un Parodo che introduce il coro,
gli Episodi, la parte dialogante degli attori;
gli Stasimi, che servono a separare i tanti episodi.
Il prologo ci racconta che, quando Zeus uccise Asclepio, figlio di Apollo, come punizione per aver egli osato resuscitare i morti con il suo talento medico, Apollo per vendetta massacrò i ciclopi, che avevano forgiato i fulmini di Zeus e per questo fu condannato dagli altri dei ad una pena particolare: sarebbe dovuto diventare per nove anni il servitore di un umano e scelsero come suo temporaneo “padrone” Admeto, re di Fere in Tessaglia e figlio del re Fere, da cui la città prese il nome. Admeto era noto per la sua ospitalità e per il suo senso di giustizia, sulla quale io nutro dei forti dubbi esaminando come si svolsero i fatti raccontati da Euripide. Continua a leggere “L’Alcesti di Euripide”
PADRE ADRIANO FORMOSO (1601-1649)
Il 24 marzo 2014 ricorreva il 365° anniversario della morte di Padre Adriano Formoso nella riduzione gesuita di Itapua Encarnacion, attualmente Posadas in Argentina. L’ho ricordato con un mio post su Facebook dello stesso giorno. Da quattro anni mi interesso del gesuita salentino, scoperto per caso in un libro che stavo consultando nell’archivio di Stato di Porto Alegre, capitale dello Stato brasiliano del Rio Grande do Sul. In verità l’autore lo segnalava come nativo di Leche, annoverandolo fra gli italiani che si erano distinti per cultura e l’opera di evangelizzazione degli indios Guarani stanziati nelle foreste e lungo i fiumi di un territorio che oggi è suddiviso fra il Brasile, Continua a leggere “Da San Cesario di Lecce alle Riduzioni gesuite del Sud America”
per i cinquantanni di Cartel
di Cesare Minutello
Il bello del sedersi indietro
e dentro il ritroso
un verde d’alberi che parte
dai calanchi della distanza
fino al profilo dell’orizzonte Continua a leggere “Quel foglio che disseta”
…sulla selva vergine, su quella danza dei titani greci,
ho scritto di amarti e non conoscere il mio nome. Continua a leggere “…viola di mare…”
In Barnum, Alessandro Baricco narra del bambino che da grande voleva fare il benzinaio. “Il benzinaio? Che stupido, pensavi. E invece no. Era un poeta e in modo incomprensibile a noialtri, il meno stupido di tutti.Era uno che, ancora con le braghe corte, già sapeva annusare il profumo del mito. Lo vedeva, là dove noi vedevamo solo un distributore, e puzza di benzina e mani sporche. Lui vedeva il mito”. Continua a leggere “All’ombra dell’ulivo con Antonella Manni”