di Cesare Minutello
No non pare credibile
questo cinematografo di gioia
che dai tuoi occhi
dondola i miei facendo spuntare
camosci tra i pescherecci
oltre i vetri appannati
dalle fascine d’abbracci
e fuori è piatto il mare
e mite lo spauracchio dell’oscurità
si muove solo il silenzio
dei rovi rovinati per via
quando qui sei un gheriglio
che sazia e ritarda
ancora di un poco il ritorno
al binario quotidiano
col bel muso dalle ali di gabbiano
e il petto infuso di novello e confetto
Incredulità, diffidenza, rassegnazione densa e mite, velate e disvelate nel battito segreto della poesia.
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