di Vincenzo D’Aurelio
Nel Settecento la moda del Gran Tour, anche sulla generale spinta data dall’Illuminismo alla cultura europea, raggiunge il suo apice. Non solo i figli dell’aristocrazia ma anche quelli della ricca borghesia iniziarono i loro viaggi istruttivi attraverso l’Europa al fine di acquisire quella cultura cosmopolita particolarmente utile ad una classe destinata, una volta rientrata in Patria, ai più prestigiosi impieghi pubblici, militari e burocratici. È di questo periodo l’interesse crescente per i viaggi diretti in Italia essendo ritenuta la terra della cultura classica e, soprattutto, per la ricchezza di testimonianze archeologiche; è di quegli anni, ad esempio, la scoperta dei siti di Pompei ed Ercolano. Molti grand-tourist compilarono dei diari di viaggio i quali hanno contribuito a un’ampia produzione letteraria che, contemporaneamente, sarà affiancata da un’altrettanta vasta produzione figurativa. Schizzi, incisioni, acqueforti e stampe ritrarranno i paesaggi più caratteristici dell’Italia e, di lì a poco, si avrà un crescente interesse per il Meridione e, specialmente, per i luoghi che furono quelli della Magna Grecia.
Uno dei testi più noti, in quattro volumi, scritto in seguito a un Gran Tour nell’Italia meridionale, è quello curato dal francese Jean Baptiste Claude Richard, Abbé de Saint-Non, (1727-1791) dal titolo Voyage pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicilie e pubblicato per la prima volta a Parigi negli anni 1781-86. Nella tavola XXXI del III° volume, ovvero nella parte dedicata a Le voyage ou circuit de la partie méridionale de l’Italie appelée anciennement Grande-Grèce, è inserita una veduta della città di Maglie (Le), eseguita nel maggio del 1778 dal famoso artista francese Louis Jean Desprez (1743-1804) e che lo stesso nomina Vue du Borg ou Village de Moglié dans la Terre d’Otrante. In essa è visibile un paesaggio cittadino nel quale spiccano, tra una febbrile attività di operai intenti a realizzare un edificio, la Colonna e la chiesa della Madonna delle Grazie, il campanile e la chiesa Matrice. Questa tavola – l’originale è attualmente posseduta dall’Accademia di Belle Arti di Stoccolma – ha destato l’interesse di diversi studiosi di storia locale – anche perché l’incisione è stata il soggetto per una produzione di preziose ceramiche in flow-blue – i quali hanno abbondantemente approfondito sia gli aspetti artistici e sia quelli storici della realizzazione del Desprez ma ulteriori novità sono emerse da uno studio del magliese Pier Francesco Liguori (1959), antropologo e membro di prestigiose istituzioni scientifiche italiane e straniere, intitolato Viaggiatori e Liberi Muratori. Una nuova interpretazione della veduta settecentesca di Maglie realizzata da Louis-Jean Desprez per il Voyage pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicilie (Ed. Ananke, Torino 2016 pp. 107). L’idea di Liguori, come facilmente desumibile dal titolo, è che nella veduta l’autore abbia inserito elementi riconducibili alla simbologia della Massoneria. La supposizione è suffragata da numerosi indizi che, secondo l’autore, trovano il loro ideale collocamento in quell’ambientazione scenica caratterizzata proprio da muratori impegnati nel trasporto e nella squadratura delle pietre da costruzione. Una veduta, quella di Maglie, il cui modello rappresenta anche una rarità nell’ambito dello stesso “Voyage” poiché, a differenza delle altre che frequentemente descrivono i luoghi sullo sfondo di un’attività umana più rilassata poiché legata al gioco, al pascolo, al passeggio di nobildonne, alla fine di una pesca in mare, questa è invece intrisa di lavoro, di dura fatica fisica che si estranea dal contesto dell’architettura monumentale della città – ovvero proprio dal soggetto artistico caratterizzante il vedutismo della descrizione figurativa prodotta durante i Grand Tour – per fissarsi, invece, nell’opera di realizzazione di un comunissimo palazzotto. È questa stranezza che induce a intravedere nell’incisione del Desprez una sorta di invito a leggere la realizzazione con occhi diversi, a penetrare nel disegno per evincere un messaggio all’apparenza nascosto ma, in realtà, ben chiaro a chi padroneggia il linguaggio simbolico della Libera Muratoria.
Vastissima è la letteratura sul tema della Massoneria ma non sempre essa corrisponde alla verità storica e perciò esplorare nelle pieghe del suo passato può indurre facilmente in errore. Per tale motivo le fonti devono essere vagliate e comparate con serietà scientifica come ha fatto Liguori che ha sviluppato una tesi ben aderente alla storia locale e a quella più generale. Gli studiosi di memorie patrie, ad esempio, hanno sempre sospettato e documentato, malgrado la penuria di fonti, che a Maglie la Massoneria abbia avuto un ruolo non indifferente e specialmente quando membri di essa confluirono nella Carboneria. L’autore, pertanto, sulla scorta di queste rare informazioni riscopre la figura di Oronzio De Donno seniore (1754-1806), fervente magliese legato alla Massoneria partenopea che costituì, sul fine del Settecento, una loggia a Maglie legata a Vincenzo di Sangro Principe di Sansevero. È proprio il De Donno, secondo Liguori, il collettore tra la Massoneria partenopea e il credo massonico magliese dal quale, probabilmente, scaturisce quel significato specifico contenuto nella veduta di Maglie che, tra l’altro, si scopre essere stata realizzata da artisti, come lo stesso Desprez o il capospedizione Dominique Vivant De Non (1747-1825), legati alla Massoneria. Il lavoro del Liguori è affascinante perché stimola a ricercare ancora per fondare maggiormente quella che è per ora, anche se molto plausibile, un’ipotesi e per evincere quali furono i rapporti tra Maglie e le società segrete, il ruolo da esse ricoperto nell’ambito della vita cittadina, la sfera degli interessi e delle influenze che un uomo illustrissimo e potente come Oronzio De Donno seniore poteva trarre da Napoli e irradiare nella sua terra di nascita.
Vorrei avere maggiori informazioni su Pierfrancesco Liguori, magari una biografia, un numero di telefono, una sua mail, Grazie.
I suoi scritti mi affascinano e vorrei interloquire.
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