di Fernanda Cataldo

la mia casa non è sempre stata
di pietra fredda
perché i luoghi non ti cambiano
ti sorprendono a distanza
l’humus nel sottobosco e la cenere
all’inizio c’era il mare
la febbre saliva impaziente dappertutto
abbracciavo l’onda quando mi bruciava la fronte
difficile parlare della propria vita e flirtare
con il calcare dei ricordi
è preferibile parlare d’altro, se non sei tu
a intuire l’astrazione tattile
l’ammucchio dei volumi non serve
nella mancanza ci si innamora
tradendo se stessi, ma te l’ho già detto?
non credo nei sogni