tirata a riva con corde d’orfici émpiti maculate nel baratro sospingi l’oblìo con lo scatto del tuo tratto icastico coltro encaustico e alato sull’orlo dell’abisso delle unghie estremo e nel giorno che s’aggiorna con imprecisa arroganza intanto che accade, chi cade? altre le prove le insanie in quest’affrettarsi di calca di macchinari e lamiere sul foglio spoglio più povero e solo sei fiammella nel pozzo, sirena che rassicura d’arrivare al vero e barca a remi verso la luna piena dove la notte è candida e anche serena