Eppur così non può essere, ma così è, forse. Nessuno si meravigli se, leggendo Francesco Pasca, penso a Turoldo. «Ieri un Vecchio segnato dal tempo ricorda di un/ giovane tempo che ha smarrito quel tempo». Così si esprime Francesco, non certo desiderando l’oscurità della triste sera. La passata giovinezza non gli permette infatti d’avvertir la quiete per quel tempo che purtroppo, ahimè, non c’è più. E Turoldo? «Fa’ – dice – che la notte finisca» presto, basta con il «pianto che ora trasuda dai nostri rami gonfi d’allegri sogni soavi», «fammi piena la bocca di profumo». E il nuovo giorno ci sarà? Continua a leggere “Ho atteso il domani (la poetica di Francesco Pasca)”
Franco Gelli, nato nel 1930 a Parabita (Le), dopo studi classici si trasferisce a Venezia dove studia Architettura e inizia a dipingere. Espone per la prima volta un’opera a Venezia presso la galleria Bevilacqua la Masa. Opere del periodo veneziano vanno dal 1950 al 1955. Segue un periodo “informale” e su questo tracciato espone a Milano nel 1961 presso la galleria Spotorno. La mostra è presentata da un intervento di Umbro Apollonio. Seguono mostre personali e collettive a Zurigo, l’Aja, Jmuiden, Amsterdam. Dal 1962 al ’66 vive a Firenze dove con il “Set di numero” passa sul versante dell’arte programmata, senza comunque abbandonare l’informale. Continua l’attività espositiva, fra personali e collettive, a Roma, Bari, Molfetta, Praga, Bratislava, Brno, Napoli. Continua a leggere “Franco Gelli, o poesia o follia”
Mario Sampieri: ‘Pomeriggio d’autunno’ – (acquerello 18×24)
A che ora ci siamo guardati la prima volta era un sorriso o una corsa di occhiate strane un po’ incredule per quello che si portavano al cuoreContinua a leggere “A che ora…”
maresciallo d’alloggio capo dell’Arma dei Carabinieri Reali, Chicchi Bacchetta, con la moglie Francesca Stefano e le due figlie Maria (1923-2002) e Mafalda (1924-1930), deceduta per tetano
Ambientazione
Questa è una storia particolare tra le tante storie di streghe salentine; più note come macàre, il cui etimo è comune con l’italiano “megera”, sono verosimilmente riconducibili alla figura mitologica di Μέγαιρα, nata dal sangue di Urano evirato da Crono, che con le sorelle gemelle Aletto e Tisifone componeva il terribile trio delle Erinni o Furie.
Come la Μέγαιρα della tradizione greca, la macàra salentina impersona la figura di un malvagio giustiziere, che ha il compito di vendicare chi colpisce la propria famiglia e parentela. La macàra è una potentissima strega, che oltre alla capacità di preparare pozioni magiche (per usi benefici o malefici), di fare fatture o malocchi e di spostare oggetti o di trasportare persone a distanza, è in grado di trasformarsi in varie forme di animali (generalmente in un rettile, in un uccello rapace o in un gatto nero), cospargendosi il corpo con un magico unguento, il cosiddetto olio macàro (o masciàro).
Il Salento, perciò, è terra di macàre e Uggiano La Chiesa è uno dei paesi più intensamente interessati da una lunga tradizione di stregoneria; infatti, Uggiano, probabilmente per la sua funzione di difesa della Chiesa (non a caso, il suo nome latino è Vigiliarium Ecclesiae), ben rappresentata dalla grande Chiesa Matrice e dalla Torre dell’Angelo, fu al centro di una costante aggressione da parte delle milizie del Maligno.
La vicenda della macàra Lucetta narra di un tipico caso di ailurantropia (trasformazione della strega in gatto nero) e della perfida vendetta da costei, come macàra mùscia (strega trasformata in gatta), contro i genitori di un innocente neonato, colpevoli di non essersi affidati alle sue cure di levatrice. Continua a leggere “La leggenda del piccolo Chicchi Bacchetta e della perfida comare Lucetta”