Lo so che a caldo, caldissimo, le recensioni non si scrivono perché bisogna sedimentare, metabolizzare. Ma nel caso di questo romanzo uscito in Francia nel 1975 con il titolo “Le vie davant soi” per l’editore Mercure de France, firmato dall’autore Romain Gary con lo pseudonimo di Émile Ayar, e portato in Italia da Neri Pozza nel 2005 (e siamo alla trentacinquesima edizione del 2018), c’è poco da far sedimentare e metabolizzare. Continua a leggere “Romain Gary, La vita davanti a se’”
Il cane è lì che mi guarda, il suo muso contro il mio viso, ma non riesco a muovermi, ad aprire bocca, neanche ad emettere il più piccolo gemito. Continua a leggere “Libera”
Foto di Stefano Cacciatore: Faro della Palascia di notte
di Cosimo Renna
Sento giungere dal vicino Oriente l’odore della cannella e dei chiodi di garofano appena pestati nei mortai di pietra. Continua a leggere “Alba alla Palascia”
@Gianfranco Budano: Spagna, luglio 2014 – sul Cammino di Santiago
Dialogo salentino a una voce per una vita di valore
Discutere sul tema-ossimoro “Dialogo salentino a una voce per una vita di valore” equivale a confabulare con se stessi direi quasi su qualcosa pleonastico; infatti, è implicito che, per un essere umano, una vita non è vita se non è di valore e un valore non è un valore se non è funzionale o visto in relazione alla vita. In realtà, esistono, in particolare in microbiologia, anche forme di vita molto semplici e poco organizzate, ma nessuna di esse è priva di valore; nello stesso tempo, esistono valori – per definizione assoluti, eterni, senza età –, ma che in realtà sono tali solo perché sono in stretta relazione con una o più forme di vita (es. i raggi solari rappresentano un valore assoluto, essenziale per la vita delle piante e, per estensione, di tutti gli esseri viventi, perché assicurano la sintesi clorofilliana). Continua a leggere “Una vita di valore”
di Nicola Gennachi Ho provato a raccontare la vita che viveva mio padre:
Si ausa mutu mprima la mmassara E wuarda a ncelu a mmeru a la puddhrara Ite la carisciula ti Santu Martinu E lu stiddhrune lluciscennu matinu Continua a leggere “Si ausa mutu mprima…”
Mi appari antica quando ti guardo e infilo le mani nelle tue crepe. Sorridi e mi lasci fare, come sempre. Materna osservi il mio affanno nell’intingere pennelli di colore e ripassare contorni sbiaditi dal tempo.Continua a leggere “Vita”
Il ferro fuoriusciva dalla sporta di vimini appesa alla spalla destra e luccicava aguzzo, sottile come un raggio luminoso.
Non capivo perché la mamma, una volta alla settimana,facesse entrare in casa lei, la zingara. Le vesti lunghe, colorate, le dita dei piedi fuoriuscivano dalle scarpe slargate e polverose che avevano conosciuto molte strade di paese. Continua a leggere “Zingara”