Dalla copertina di un album dei TRAFFIC “When the eagles flies”
-Vola alta, parola, cresci in profondità- Mario Luzi
imprigionate dalla nebbiolina
si sfiancano malandate le braccia tatuate
del mercato ortofrutticolo e quelli
in tuta blu sfilano coi muletti mentre
rimbalzando sulla crosta Continua a leggere “Tiefe”
Certe volte vorrei veramente un riflettore sulla mia bacheca, non per le mie piccole cronache e le castronerie quotidiane…
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I DUE SI TENGONO STRETTI
I due si tengono stretti per non cadere dai rami malsicuri di foglie e fiori quando s’inabissa l’audacia dell’auspicio e dell’altezza e la lingua sbatte muta nel palato: Continua a leggere “A me gli occhi”
Vincenzo Bruzzese: ASINO, 1902, olio su tela, 19,50×29,50 cm
E’ de quannu era ancora vagnunceddhru ca me piacia cu guardu l’animali. Pe quistu oiu cu ve dicu ce successe na fiata: ve lu cuntu pari, pari: Continua a leggere “Lu ciucciu e la capra”
Claude Monet: (1840-1926) Campo di papaveri ad Argenteuil (1875)
A sessant’anni so già (ma lo sapevo anche da prima) che ci sono dei posti che, per me, rimarranno inesplorati, esperienze che non riuscirò a fare e oggetti che non potrò permettermi di possedere. Continua a leggere “Il granché”
Room in New York, 1932, Edward Hopper (American, 1882– 1967), oil on canvas, Sheldon Museum of Art
Il ricciolo di Callimaco, la famosa Chioma di Berenice, che trasfigura l’intero universo col suo sguardo verginale, fa – per un momento – di Callimaco un poeta sublime, se pur non lo dissi poeta – e non per vani motivi – nel mio Compendio[1]. A volte basta un verso per rimediare ai tanti privi di senno, ma questa volta ha la meglio la semplicità nella povertà del suo essere interiore[2]. Continua a leggere “La felicità sei tu, uomo! (la poesia di Martina De Pascalis)”
di Tina Cesari RICHARD TUSCHMAN: HOPPER MEDITATIONS
“Vi ho incontrati, questa mattina. E mi avete parlato, tutti e due. Tu, madre, mi hai detto buongiorno, era proprio la tua voce calda, fragile e sicura al tempo stesso.
E poi ti ho vista. Continua a leggere “Requiem”
di Giuseppe Cambò “La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…”
‘A facce de ‘na vecchia strutta e stracca
ca cu’ ‘na scupa se ggira a terra, tutta;
a tutte ‘e vanne la sannu niura e bbrutta,
ma cu’ lla manu sempre pronta intra ‘lla sacca. Continua a leggere “‘A Befana”
tra i filari dei lampioni che ne imbiancano la pece quieta la nottata e quasi amica libera un convoglio con l’inatteso del domani che ancora s’amaContinua a leggere “Assente per strada”