di Rocco Aldo Corina
A volte, e non solo a volte, dico che la poesia può salvare il mondo, quella buona però. E Matteo è «davvero pronto a voler cambiare – come lui sostiene – qualcosa nella vita». Come? «Prima di tutto – dice – non odiare, perché odiare è il primo passo verso la morte». E qui mi ricorda Saffo, pronta a dire in ogni istante che solo l’amore può tutto nel senso buono, naturalmente. «Non odio nessuno io perché la mia anima è buona», è detto in un frammento dell’antica poetessa greca. «T’era caduto un fiore dai capelli, lo raccolsi io», è dunque nell’estro di Matteo Carecci, e «sopra un soffice letto il desiderio» e magari «molte corone intrecciate di fiori», come vuole Saffo, la cui «luna dalle dita di rosa vince tutte le stelle» mi riporta alla luna di Matteo «che illumina», però, «per quel che può» – per l’umiltà che ha in sé – i suoi passi nel «sapore di un nuovo azzurro» in una vita «al di là della notte». Dunque «azzurro» e «notte» e notte non come fine nella mente di Hikmet, per dire della gioia che può esser di tutti perché «lo splendore dalle acque nere del passato» apparve, dice Wilde. Continua a leggere “Se l’amore può tutto… (sulla scrittura di Matteo Carecci)”