‘È una questione di rispetto’: così si legge in un comunicato della PAMA (Professional Audio Manufactures Alliance), l’associazione statunitense di produttori di materiale audio che avrebbe proposto la sostituzione dei vecchi termini ‘maschio e femmina’ destinati ad indicare i classici spinotti audio. L’intento sarebbe, tra gli altri, anche quello di mostrare rispetto verso le donne impiegate nei settori audio-musicali, appunto. Lo so che molti, come me, hanno subito pensato ad una bufala e so che stiamo rasentando il confine del surreale. Ma tant’è. Continua a leggere “Nè maschio né femmina”
La vita attende un tempo per ogni sua fase: quello più opportuno per essere consapevole del fieri inevitabile degli eventi. L’esistenza di ognuno è un fenomeno peculiare del movimento generale del mondo e degli esseri umani che lo abitano, che in esso “ci sono” secondo quell’ “esser-ci” che non può prescindere dalle contingenze. Continua a leggere “Un abbraccio sospeso, romanzo di Luigina Parisi”
Nei caldi e assolati pomeriggi d’estate, il mio nonno materno, stanco dai lavori in campagna, ci invitava perentoriamente a riposare perché solo dormendo, e con gli scuri delle finestre ben chiusi, avremmo potuto evitare i malefici delle “macare” (o striare: le streghe salentine) che, alla piena luce del giorno, solevano vagare – secondo le sue storie – per le terrazze e i giardini delle case per rapire i bambini insonni.
Non c’era barriera che potesse fermarle, ci raccontava. Potevano volare, saltare di casa in casa, arrampicarsi su un muro senza appigli, scendere in un baleno dalla tromba di una scala fin dentro alla casa. Cosa ne facevano dei bambini rapiti? Non era dato di sapere la loro sorte, circostanza che ne accresceva il mistero e il nostro terrore, anche perché la sua narrazione violava la convinzione atavica che la luce tenesse lontane dalle persone tutte le presenze malefiche. Oppure era la sua cintura di cuoio a spaventare le macare, quella che lui appendeva alla pediera del letto e che tante volte aveva minacciato di sfilarsi dai pantaloni per dirimere un litigio o per porre termine a un capriccio insistente. Quella cintura aveva anche un nome: “Ubbidienza”, ma non fu mai sfilata dai passanti per motivi diversi dalla sua funzionalità, né mai utilizzata per colpire qualcuno. Continua a leggere “Nei caldi pomeriggi”
Piero Marussig, Figure al balcone (1920; olio su tela, 90 x 75 cm; collezione privata)
‘… si chiacchiera dai balconi. L’aria è ferma, qualcuno sorseggia ghiaccio tintinnante. Si sventola la dirimpettaia su un divanetto in giunco, senza scarpe, ripassa il pranzo per domani da preparare al fresco, appena alzata. Continua a leggere “…si chiacchiera dai balconi”
di Paolo Rausa Le avventure continuano all’Isola sulla Terra, una immaginifica porzione del territorio salentino, in provincia di Lecce, fra Gallipoli e Casarano, una specie di repubblica a sé stante con istituzioni oramai cristallizzate nel tempo: il nobile che è anche sindaco, il maresciallo dei carabinieri che arriva dal Nord e che si trasforma in abile detective alla bisogna, personaggi vari della vita di paese, fra cui il barbiere che sa tutto. In questa comunità immaginaria, ma poi non più di tanto, Edoardo Micati concepisce le sue storie strampalate come i personaggi, in/verosimili, sempre ironiche e dall’esito incerto fino allo svolgimento finale, felice e rasserenante. Nel mezzo questi attori che conducono una vita abbastanza usuale sino al colpo di scena, che butta tutti nello scompiglio. Il tono è sempre bonario e le loro movenze, intuizioni, ragionamenti, battute definiscono una situazione da commedia degli equivoci. Continua a leggere ““Bryan Light nell’Isola sulla Terra”, romanzo del salentino Edoardo Micati”
E per il nostro appuntamento mensile con Dante avrei deciso di parlare dei colori. E del Purgatorio, la mia cantica preferita. E dell’Angelo Portinaio: Purgatorio, canto IX.
Salvando gli esperti, sconosciuto ai più millantati lettori della Somma opera, l’Angelo Portinaio è l’apice dell’allegoria dei colori nella Divina Commedia. Continua a leggere “#luglio_dante”
Torniamo all’Inferno, va! Che almeno lì siamo al caldo, al buio, c’è un leggero venticello, abbiamo una guida e una torba infinita di gente che si lagna, piange, urla, si trasforma, paga un peccato e …non dice bugie!
«Notti folli, notti folli!». Ah, «se fossi con te»!, «futili» sarebbero «i venti» «per un cuore». «Ah! il mare!/ se in te stanotte/ potessi ancorare!»[1], dice Emily, nei suoi giorni di sole, «remando nell’Eden». «Nei suoi occhi»?, «luminarie di gioia e letizia». «Nelle sue mani»?, «primavere/ dove i prati sono un cuore»[2], «dove i campi sono rifugio,/ dove gli aquiloni sono rami d’arcano/ che pulsano»[3] frenetiche su brine silenziose e inquiete. Continua a leggere “Cesare Minutello. Il classicismo nella modernità”