“… le persone incolore non lasciano segni né fanno volare. Non hanno guizzi tra le dita, non fanno scorte di zucchero a velo né guidano un trenino di bambole. Le persone incolore non ascoltano, Continua a leggere “…le persone incolore…”
Il professore Antonio Corchia nel suo Così ho amato la mia Terra,, Editrice Salentina, scrive che il termine Orte, tramandato dal Popolo, significa “terra ad Oriente” e specifica che deriva dal greco ortor, oriri, p.p. ortus, “sorto”, luogo che per primo viene investito dai raggi del sole, come in effetti è. Continua a leggere “L’Orte e l’origine del suo nome”
Nella notte tra il 13 ed il 14 settermbre del 1321 Dante, 700 anni fa, era un corpo esanime senza vita.
La sua esperienza terrena ci ha lasciato la più grande esperienza ultraterrena della storia letteraria, terza dopo quella di Odisseo ed Enea. Continua a leggere “#settembre_dante”
In un capitolo dell’ultima opera pubblicata postuma nel 2006, dopo la sua morte avvenuta nel 2004, con il titolo “La fine è il mio inizio” Terzani riassume i contenuti di questo libro, nato in seguito all’attentato terroristico di New York dell’11 settembre 2001. In una lettera pubblicata sul Corriere della Sera pochi giorni dopo, il 16 settembre, con il titolo proposto di “Una buona occasione”, Terzani rifletteva sul dramma del terrorismo distruttivo e sulla reazione che temeva avrebbe espresso l’Occidente, mentre egli si proponeva di analizzare “le ragioni dei terroristi, il dramma del mondo musulmano nel suo confronto con la modernità, il ruolo dell’Islam come ideologia anti-globalizzazione, la necessità da parte dell’Occidente di evitare una guerra di religione con l’indicazione di una possibile via d’uscita: la non violenza”. Continua a leggere “Lettere contro la guerra di Tiziano Terzani”
Jacob Victor, Gatto nel pollaio, olio su tela, 103 x 87 cm. Collezione privata
‘… il gatto dei vicini si appallottola in un vaso di fiori annaffiato da poco, la coda penzolante e il musetto su foglie bagnate. A tratti socchiude un occhio, mi guarda e miagola appena, quasi per farmi un saluto. Accanto ha un peluche e una pallina di carta messi a riposo da una notte afosa, troppo stanca per rincorrersi. Un fiore gli carezza un orecchio: le fusa riprendono il sonno e i sogni, freschi di latte e croccanti leccornie, in scatole grandi e giochi di tana …’
…il Salento è solo una cartolina postale, i fichi d’india che solcavano i muri di levante sono stati soppiantati da ringhiere in alluminio e finte granaglie di pietra viva, nei bassi delle vie del mare i letti dei pescatori hanno lasciato il posto a increduli turisti intenti a tamburellare su pelle finta di vere capre. Ho parcheggiato la memoria per una volta ancora all’albero di fico nel giardino di mio padre, ho rifatto la strada che portava agli ulivi e gli ulivi non ci sono più. Ho parlato all’ultimo geco sulla tomba di mia madre ma non mi ha risposto nemmeno lui. Continua a leggere “…il Salento è una cartolina postale…”
Si dice che il figlio di Dante, Pietro, abbia commentato il canto XII dell’Inferno come primo canto da lui scelto per la sua attività di esegeta dell’illustre padre. Diamo per buona questa “leggenda” e oggi posto il primo appuntamento con Dante nell’anno del Signore 2021 d.C., a 700 anni dalla morte del Sommo poeta. Continua a leggere “#gennaio_dante”
La tua grafia minuscola, appena sbilanciata a destra. Nel “mar dei Sargassi” (così chiamavi il tuo diario), vi è segnato quello che hai pescato intenta nel tuo percorso di ricerca. Hai cercato, ossessivamente, la tua Voce. L’hai cercata nel tuo dentro fatto di bui che anelavano a luce e a parola. Ted, Ted Hughes, tuo marito, sposato nel 1956, ha ritenuto giusto tagliare parti dei tuoi scritti. Parti in cui, a parlare, erano il tuo odio, la tua rabbia, le tue emozioni tempestate. E’ stato duro per lui accettare i tuoi affilati giudizi su amici, parenti ma, aveva davvero compreso quanto dolore c’era nelle tue parole per un mondo che, tu, volevi lacerare come placenta stretta? Continua a leggere “Su Sylvia Plath”
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d. C.) l’Italia si trovò nelle mani dei barbari, fino a quando l’imperatore Giustiniano ne fece una provincia dell’Impero romano d’Oriente (555-553). Secondo J. Décarreaux durante la dominazione bizantina il Salento fu un bastione dell’ellenismo nell’intera Italia. Però un autentico processo di ellenizzazione iniziò successivamente in seguito al riordinamento amministrativo dell’impero e alla presenza del monachesimo greco. Continua a leggere “Il monachesimo greco nel Salento”