Cultura salentina, Mitologia

Lu scazzamurieddu leccese

di Emilio Panarese (1925/2014)

Il folletto salentino in un disegno di Daniele Bianco

Lu scazzamurieddu leccese (detto laùru nel tarantino, monacello nel napoletano) è, credo, la più popolare, la più singolare delle invenzioni, delle fantasticherie, delle superstizioni ataviche del nostro popolino.

Lu scazzamurieddu è un folletto capriccioso, bizzarro, puntiglioso e prepotente, ma anche buono e scherzoso, docile e bonaccione, signore della casa, protettore della famiglia. Non è altro che il Lare o il Genio tutelare dei Romani (laùrum da Lar), una riviviscenza romana quindi degli antichi culti dei nostri lontani padri. È chiamato pure uru, auneddu, laurieddu. Continua a leggere “Lu scazzamurieddu leccese”

Pubblicità
Cultura salentina

Eccellenze di Puglia

di Paolo Rausa

Il Premio Ambasciatore di terre di Puglia giunto alla XV edizione, Palazzo Cusani in via Brera a Milano, 27 novembre 2021 ore 17,30

L’Associazione Regionale Pugliesi di Milano riprende l’attività di promozione culturale dopo la pausa forzata causa coronavirus. Nella sua kermesse annuale, quest’anno giunta alla XV edizione, sono state scelte delle eccellenze da premiare con il simbolo del faro di Santa Maria di Leuca, in Salento, estrema propaggine dell’oikouméne, avrebbero detto i greci. Come il faro indica la rotta ai naviganti così questi personaggi di origine pugliese e disseminati qua e là nella penisola e fuori, distintisi nei vari campi della scienza, dello spettacolo e delle attività commerciali e produttive, sono indicati per la loro genialità e professionalità. Continua a leggere “Eccellenze di Puglia”

Racconti

Zero non è un cane

di Sandra Tag

Modigliani: Donna con occhi blu (olio su tela, 1917)

Appurato: Zero non è un cane. Zero è un Tramite, è un filo conduttore d’amore, di possibili umane occasioni, di scambi emozionali che lasciano segni invisibili di una profondità abissale. Continua a leggere “Zero non è un cane”

Cultura salentina, Recensioni

Davide De Giuseppe: Pensieri d’un ventenne

di Roberto Muci e Rocco Aldo Corina

Ad una prima lettura sembrerebbe che il nostro Autore sia in sintonia con quell’«Ospite inquietante…» del quale ha scritto Umberto Galimberti nel non lontano 2007 (ed. Feltrinelli), interpretando la condizione giovanile con la categoria del nichilismo. Quest’ultimo sarebbe quello che Nietzsche chiama «il più inquietante fra tutti gli ospiti» in quanto nega ogni valore.Tanto Galimberti quanto Nietzsche sostengono che ciò è dovuto al fatto che siamo nel mondo della tecnica che non ha uno scopo, non è produttrice di senso e non svela alcuna verità. Essa si accredita nella nostra civiltà perché fa una cosa sola: funziona. Sembra esserci un “assorbimento” acritico nella mente di ognuno, un’alienazione al tecnologico “non pensato”, ma agito in ogni dimensione della vita. Ma anche Martin Heidegger aveva riflettuto con altrettanta incisività in Umanesimo e scienza nell’era atomica (ed. italiana La Scuola 1984), così anche Jacques Ellul in La Tecnica. Continua a leggere “Davide De Giuseppe: Pensieri d’un ventenne”

Racconti, Scrittori salentini

Hai mai visto le sirene di questo maledetto lembo di terra, Lele?

di Lele Mastroleo

©Nicola Ricchiuto: La darsena del Salento

…erano pensieri di dolore e di rabbia fina, come la nebbia che avvolge le mattine dietro lo scoglio del Mungurune sino alla tagliata della Grotta del Diavolo, quella nebbia che non sa più di terra e di salmastro ma mischia il profumo dell’umidità e della papaverina e si sente per tutta la pianura quell’incedere lento della lumaca e del tarabuso. Continua a leggere “Hai mai visto le sirene di questo maledetto lembo di terra, Lele?”

Poesie, Scrittori salentini

Fabrizio

di Pierluigi Mele

© Silvia Recchia: I colori dell’anima (olio su tela 110×160)

Vedremo altri soli

domani, o giù

nella stiva sono questi

i migliori. Ditemi

ora quale ascia interrare

quale freccia nell’aria.

 

La signora naviga,

ormeggia alla baia

di cose insicure,

una mano alla mano

di ogni paura.

E riprende il viaggio

tra il fondo e la cima

ché l’uomo a bordo

è felice di averla cantata.

 

Solo un caffè chiedo

signora, ho nicotina

a farne di strada

e riempirla d’inchiostro.

Stasera discuto la tesi

col buio che tira,

la stella che manca

alla mia collezione.

Dammi ancora caffè

da notti non dormo

e sono certo di averti sognata.

Sei la stessa dei sogni

signora, solo un occhio è più scuro,

quello che ora ti guarda affondare.

 

Un ottico, un cerino

per vedere ai miei piedi.

Ci sono cicche e non sono le mie,

qualcun altro è venuto,

i minori che ho intonato

mi dici, sono i primi

a viaggiare su questa nave.

Ti chiamo signora

e mi piaci così, libertà.

Perciò ti accordo

per chi non s’inchina

e anarchia signorina.

 

Un calcio dopo l’altro

a vedere il cuore più in alto

volare davvero.

L’ho pulito dal fango

a contare i calci che ha preso

e al cielo l’ho reso

perché non cambiasse.

 

Da un pettirosso

ho avuto i miei figli

dai vicoli i fiori

dai monti prigione

ma è stato peggio

tornare e vedere com’era.

 

Un oceano,

un altro, signora,

verrà Nina a issare le vele.

Le altre ridono,

le tante Princesa

sono vere signore,

come Nancy e forse la vita.

 

Ho freddo, ho sbagliato

stagione a partire,

la pietà ha aperto

sul petto una falla,

un papavero e non posso vederlo,

lo credevo guarito

invece fa sangue.

Andiamo, signora,

se sogno vuol dire

che è primavera.

La morte è una rosa,

io m’innamoro di tutto.

 

 

Poesie, Scrittori salentini

con cadenza d’incolti… / davvero se viaggiamo…

di Luca Crastolla

Cesare Cuppone: Neviano – Salento (Olio su tavola 40 x 60)

con cadenza d’incolti in quotidiane

aperture e serrate di persiane, mille

mille dattilodisgrafie e precisazioni. Al torsolo

della fame un culto dei morti: sistemare

potpourri fra i capelli, i biscotti nella latta

in cui hai rinvenuto uno scatto

Continua a leggere “con cadenza d’incolti… / davvero se viaggiamo…”
Scrivere il Salento, Storia

Le torri Ippolita e Duchesca del Castello di Otranto

di Rita Paiano

Spesso mi sono chiesta come mai tutte e due le torri che come sentinelle sembra facciano la guardia all’imbocco dei fossati dalla via che prende il nome da loro, fossero state dedicate alla moglie di Alfonso, Duca di Calabria fino al 1494, quando successe al Padre, Re Ferdinando. Ho deciso allora di compiere una piccola indagine, supportata soprattutto dal testo interessantissimo e dettagliatissimo di Pierpaolo Cariddi, Otranto intra moenia dagli Aragonesi ad oggi, Edizioni Esperidi, a cui rimando per sopperire alla brevità di questa piccola nota. Continua a leggere “Le torri Ippolita e Duchesca del Castello di Otranto”

Cultura salentina, Opinioni

…l’onestà e l’umiltà…

 

di Lele Mastroleo

…l’onestà e l’umiltà sono l’uovo fritto per cena, sfama ma non sazia e sono dodici ore, dopo il caffè, a rincorrere un pallone per il compagno che segna; l’onestà e l’umiltà è cercare di fare sempre per sé e per gli altri il proprio dovere, Continua a leggere “…l’onestà e l’umiltà…”

cultura meridionale, gastronomia

Il pisello nano di Zollino

di Lorenzo De Donno

Nel Salento il pisello nano lo hanno solo a Zollino (ed è un legume). Come ogni preparazione di qualità, ha bisogno di premeditazione (almeno 12 ore di ammollo e due di cottura con carota, cipolla e sedano). Continua a leggere “Il pisello nano di Zollino”