…stiamo ballando tra le pieghe della notte, te ne sei accorta?
Ho messo il vestito leggero della primavera e del libeccio e tu hai ancora quel riccio nero che ti copre le spalle.
Affacciati al davanzale di una sera di poche nubi, guida la tua mano sicura verso i miei fianchi, mentre ti allontano un attimo e poi riprendo a sognarti.
Stiamo ballando tra le braccia di un desiderio, te ne sei accorta?
E’ il caso della collina su cui si erge la Basilica bizantina di San Pietro che è un vero tesoro, ma nel cui sottosuolo è stato rilevato un tesoro di altro genere, Nel 1979 una campagna di scavi archeologici ha rinvenuto delle buche di palo e dei resti di focolari che testimoniano la presenza di capanne. Si tratta senz’altro di un nucleo abitativo attestato alla fase avanzata del Bronzo Recente. Il grande dono sortito dalla terra consiste inoltre nei frammenti ceramici attestati alla fase tarda dell’età del bronzo provenienti dai Palazzi Micenei. Continua a leggere “Mai fermarsi alla superficie, spesso i tesori sono nascosti oltre le apparenze”
L’arte medievale espone una visione cupa, in ombra, torva della natura. Uno dei motivi, con molta probabilità, è da riferire al fatto che proprio la natura fu lo strumento che funzionò come vettore comunicativo facilmente confrontabile, verificabile, riconoscibile, capace di indicare per similitudine quelle connotazioni morali ben codificate; la condizione caduca dell’uomo, l’esistenza vissuta senza cognizione e impegno in un contesto di altalenante moralità, l’esitazione di seguire la retta via nell’incostante ricerca della verità o nel non riuscire ad individuare il limite tra bene e male.
Teniamo comunque presente, per l’appunto, che la maggior parte delle immagini avevano finalità educative.
Sono giorni di attualità impegnativa, delicati e di grande attenzione allo scenario mondiale, per molti aspetti. È un lungo periodo di notizie inaspettate, indesiderate, di disperazione, violenza ed angoscia. Ogni canale d’informazione è attraversato dai comunicati più tristi, fonte di grande preoccupazione per tutti. Continua a leggere “Di tutto tivvù”
…A nivale di nebbie dei re longobardi, si partiva per le cene, con le torce, coi letti arrugginiti, sulle spalle, a fare una pasqua, per i morti, senza fine. Poi tramontava il giubilo di pentecoste, a picco sopra il torrente del mio paese, o giovane Strona: grigia, quanto la tunica dei giorni: le donne ci hanno vigilato han volto, a capo in giù, le sacre torce. Continua a leggere “Prendi la rocca e il fuso e andiamo in California…”
Zio Donato, oltre ad aver sposato una sorella di mia madre, era anche mio padrino di battesimo, per tale ragione gli ero affezionato, diciamo così, in modo particolare e pure lui aveva un occhio di riguardo per me.
Contadino dalle fasce, sin da piccolo si era speso totalmente nel lavoro, sia al paesello, sia e specialmente in prolungate campagne di attività a Brindisi, presso una famiglia di proprietari terrieri, in seno alla quale, gradualmente, era divenuto collaboratore di fiducia per svariate funzioni: assistenza ai vigneti, raccolta e trasformazione dell’uva, conservazione del vino, cura degli uliveti e molitura dei frutti.
Insomma, zio Donato, pur essendosi formata una famiglia e arrivato ad avere un discreto numero di figli, passava la maggior parte dell’anno nel capoluogo messapico.
A parte la sede del suo mestiere di contadino, agricoltore, frantoiano, va rilevata la grandissima mole di operosità cui egli si assoggettava, senza orari, di la’ da ogni logica misura; d’altro canto, in quei tempi, non esistevano i mezzi moderni che alleviano molto le fatiche nei campi: in sintesi, il buon uomo, si “ammazzava” di lavoro.
E non è che, in caso di qualche acciacco, di cui, purtroppo, iniziò a essere toccato già da giovane, si recasse dal medico o in farmacia, i malanni, così come venivano, dovevano passare, da soli, ma, conseguentemente, col procedere, il suo fisico prese a risentirne.
Cosicché, saltuariamente, cadeva, addirittura, in pesanti debilitazioni, che lo costringevano a sottoporsi a serie terapie e cure.
Sotto questo regime di vita e di attività lavorativa, in pratica già prima dei cinquant’anni, le sue forze finirono col ridursi e, di conseguenza, zio Donato arrivò a scontare l’eccessiva operosità tenuta da ragazzo e da giovane, sotto forma di riposo impostogli.
La famosa foto dell’uomo che si lancia dalle Torri Gemelle nell’attentato dell’11 settembre, ormai divenuta iconica, mi ha fatto sempre pensare alla follia umana, non la follia patologica, che merita il rispetto e le cure dovute, ma quella temporanea, improvvisa, che in un momento di disperazione obnubila i sensi dell’uomo, ne annulla la capacità di discernimento e non gli fa vedere davanti a sé altra strada che quella del suicidio. Continua a leggere “In coscienza”
Nonostante i suoi 144 giorni (dal 21 gennaio al 13 giugno), la Repubblica napoletana del 1799 fu un momento fondamentale nella elaborazione della tradizione democratica italiana. Pur avendo privilegiato lo scenario della capitale del regno, anche per la Terra d’Otranto significò la sanguinosa controrivoluzione borbonica. L’eco di un Governo Provvisorio, costituitosi nel febbraio del 1799 fra solenni giuramenti di odio eterno al potere di Ferdinando IV, non lasciò insensibili le nostre contrade che si incendiarono dell’ardore rivoluzionario. Furono giorni di grande confusione. Agli alberi della libertà si alternavano le coccarde francesi, mentre i sanfedisti spargevano voci contro le falangi francesi negatrici di Dio. Voci che indussero le popolazioni paurose e smarrite a credere in presunti fenomeni paranormali creati ad arte dai seguaci sanfedisti. Non tedierò gli eventuali lettori di quanto ho già avuto modo di raccontare al riguardo, ma mi limiterò a riproporre alcuni avvenimenti che accaddero in quei giorni a Copertino. Continua a leggere “L’uccisione di Bernardino Pappi, martire copertinese caduto per la libertà”
Il bellissimo “Pellicano” (invisibile) sul Mausoleo degli Acquaviva d’Aragona di Nardò del 1545
Elencammo già i dettagli e i colti riferimenti di questo straordinario monumento quando affrontammo lo studio nel 2012. Continua a leggere “Note a margine”
È vero, o mar, non sono ancora passato al libro vecchio, non riesco a seguire il tuo “quanto conta il saper fare ”, le parole, soprattutto per me, sono un po’ come cirase (una tira l’altra), febbraio è sempre un mese corto e amaro, le serpi sono ancora nascoste e le rane non “cantano” ancora… Continua a leggere “Ѐ vero…”