Cultura salentina

Note a margine

di Paolo Marzano

(foto Fausto Laneve)

Il bellissimo “Pellicano” (invisibile) sul Mausoleo degli Acquaviva d’Aragona di Nardò del 1545
Elencammo già i dettagli e i colti riferimenti di questo straordinario monumento quando affrontammo lo studio nel 2012.

Intorno al Mausoleo dei Duchi Acquaviva di Nardò (Parte prima)

Intorno al Mausoleo dei Duchi Acquaviva di Nardò (Parte seconda)

Intorno al Mausoleo dei Duchi Acquaviva di Nardò (Parte terza)

Ma in realtà la meravigliosa ‘macchina’ non finisce mai di stupire, affascinare e indicare ancora delle sue minute, inattese, particolari preziosità. Molte delle parti mancanti, un po’ per il degrado un po’ per l’incuria o altri eventi succedutisi, hanno ceduto strutturalmente e dunque, alcune delle Virtù per esempio (Fortezza, Giustizia, Prudenza e Temperanza) mancano degli attributi che le caratterizzano. Possiamo solo ipotizzare o presumere da alcuni confronti con la letteratura esistente, quali dettagli si siano perduti. A volte succede che, mancando alcune parti delle sculture, non se ne comprenda l’intreccio, essendosene interrotta purtroppo la narrazione.

E’ successo anche alla testa di quella che centralmente era, per certo, la composizione del “Pellicano”, visto che nella parte inferiore, mostra tre piccoli pellicani affiancati secondo l’iconologia conosciuta, nell’atto di nutrirsi del suo corpo e del suo sangue. Il dettaglio è evidente in asse e simmetricamente rispetto ad altri volatili laterali, a cui, ad alcuni, mancanti ancora della testa (ricordo che essendo la pietra molto fragile, molti degli apparati che comprendono parti ‘aggettanti’ o che escono dallo sviluppo generale della massa scolpita, col passare del tempo subiscono i maggiori rischi di rompersi per incuria, urti inavvertiti, degrado della stessa pietra), posti alla stessa altezza.

(foto Fausto Laneve)

Per cui, della scena, si potrebbe supporre anche una sequenza leggibile per immagini ‘morali’, utili ad indicare come i fedeli, inizialmente cibandosi dei frutti della mensa eucaristica, nel tempo, dispiegano le ali mostrandosi in tutta la loro bellezza e forza acquisita dallo spirito, e in ultimo, ecco centralmente comparire la scena del sacrificio, in riferimento alla consapevolezza di ogni fedele nell’offrire ai fratelli il proprio corpo a modello di Cristo.

(foto Fausto Laneve)

Mancando le parti fondamentali di questa bellissima composizione di volatili, il tutto si potrebbe confondere con la complessità dell’apparato scultoreo, ma per chi è attento e ‘attende’, da quella cultura, quei messaggi, li riesce ad individuare con facilità, d’altronde la composizione faceva parte dei segni memorativi e delle soluzioni adottate della cristianità, diffusissime fin dal Medioevo. La simbologia fa riferimento, in effetti, ad un’errata traduzione data dal descrivere il modo con cui i pellicani adulti nutrono i propri piccoli.

(foto Fausto Laneve)

Infatti, i genitori curvano il becco verso il petto per consentire ai figli di mangiare il pesce che trasportano nella sacca. Molto spesso, riprendendo dalla sacca il pesce catturato, colora di sangue le piume del petto. L’episodio fu dunque osservato (interpretato) come un estremo sacrificio del genitore che nutre i piccoli con il sangue del proprio corpo. Da cui nel 1264 Urbano IV trae “Pie pellicáne, Jesu Dómine, me immúndum munda tuo sánguine, Cujus una stilla salvum fácere, totum mundum quit ab ómni scélere”. (Oh, pio pellicano, Signore Gesù, purifica me, immondo, con il Tuo sangue; del quale una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni peccato). Dante fa riferimento al simbolo chiamando Cristo “il nostro Pellicano” (Paradiso, XXV, 112). E’ spesso usato come attributo della Carità durante il Rinascimento. Nel Ripa rappresenta la Bontà o Compassione. Ora, anche noi possiamo distinguere quel bellissimo dettaglio in più, e completare immaginando, la straordinaria ‘macchina’ della meraviglia che non finisce mai di lasciarci incantati. Naturalmente per le vostre curiosità e confronti vi suggerisco di cercare quel simbolo per averne una totale visione e un maggiore approfondimento.

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