di Luca Crastolla

e sul labiale fermandosi, non retrocedendo
ad alcuna forma intelaiata dell’idea
non dire, diluire: fioritura algale
Rivista di pensiero e cultura meridionale
di Paolo Vincenti
Ulivi ricurvi, intrecciati in un abbraccio spasmodico di vita, avvinghiati alla terra con le loro radici eppure anelanti al cielo, fermi immobili nel perenne scorrere delle cose eppure in continua mutazione, sempre uguali a se stessi pure rinnovandosi e trasformandosi nell’alternarsi delle stagioni. Questo almeno erano gli ulivi, i patriarchi verdi della nostra Puglia, ideali sentinelle del tempo che passa, prima che un flagello dalle proporzioni bibliche intervenisse a falcidiarli, portandoli ad un lento ed inesorabile declino. Continua a leggere “La “passione” degli ulivi”
È uscito nel mese di marzo, per i tipi di Macabor, un mio volume di poesie. Grata all’editore che non è arretrato di fronte ad un libro di molte pagine, qui, dal volume – che ha la prefazione di Giulio Ferrroni – a cui va il mio grazie -, e si chiude con una testimonianza di Marco Corsi – che ringrazio -, trascriviamo la quarta di copertina*, e offriamo alcuni versi alle lettrici, ai lettori, se vorranno. Due parole sull’immagine in copertina: è – trovata in ricerca pittorica tempo dopo la scrittura della poesia -, rimbalzo – oltre che concreta, botanica illustrazione -, di un testo di immaginate fioriture all’Appia Antica – via di immemore fascino e di sorprese (p. 170) -. Continua a leggere “Tra spighe viola pallido 2013-2017”
di Titti De Simeis
La poesia di Marcello Buttazzo sa di bello. Un bello che si fa vedere, non si legge soltanto. Tra i suoi versi vivono immagini: è un lento avvicendarsi di piccoli fotogrammi dai colori intensi ma delicati, un racconto semplice ma di emozioni decise. Continua a leggere “Marcello Buttazzo: La poesia che si fa cercare”
di Daniela De Pascalis
Decido di entrare, anche se la porta che dava sul giardino e che tenevi accostata in estate é chiusa da un po’. Mi infilo silenziosa tra le penombre della nostra grande casa, scruto ogni graniglia di questo pavimento che mi ha fatto viaggiare nelle forme, tra draghi lune e leoni le nuvole tante sempre le frecce i cuori tutti questi cuori che non vorrei calpestare qui in mezzo. Continua a leggere “Decido di entrare…”
di Biagio Liberti
NON RUBIAMO ALLA SPOSA
Non rubiamo alla sposa
la ferocia dell’abito
l’inclinazione dello specchio
il rituale della solitudine riflessa
di là appena del ventaglio di ali di libellula
e sia che non ricordi impronte
sulle rive di scogli
o increspatura di vento di terra notturna
di luna nuova di Giugno
non rubiamo alla sposa i codici.
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VISITA SPECIALISTICA
Il policlinico lindo
della bassa assurge a un semidio
adiacente alle traverse calavatriane di Valencia
una chiacchierata seduti sul marciapiede
aspettando un taxi
il dottore mi scruta: cammini
si aspetta forse un’andatura anserina
uno scarto da subappenino dauno verso Pianerottolo di Ariano
(i rapidi verso Napoli attraversavano gerani da galleria verso l’alba)
il luminare se ne esce con la sindrome della cicogna
beh! Si! In fondo ho gambe sottili
tali e quali a zia Annunziata.
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AN A-VISION IN VILNIUS
Dovessi leggere gli elenchi
alessandrini con un occhio solo
e che fior di mandorlo
nei Febbrai di costa a Nova Siri
forse potevo avere una gamba
forse due
alla guida verso Vilnius
le pareti di legno
le travi di gardenie e tek
il telefono e le ossa sparse
e davvero non so
che colore abbiano i necrologi sul Baltico.
di Eufemia Attanasi
Ancora oggi, durante la Settimana Santa, nei paesi della Grecìa Salentina (Corigliano d’Otranto, Martano, Soleto, Martignano, Sternatia, Zollino) giovani e anziani cantano la Passiùna tu Cristù, la Passione di Cristo, una canzone popolare composta di 52 strofe in Griko, che rappresenta in modo semplice il dramma divino. Della Passione esistono diverse versioni tra i vari paesi. Di solito, i cantori si muovono in gruppi di tre, uno suona l’organetto e gli altri due si alternano cantando a turno una quartina, portando dei ramoscelli di ulivo benedetti, delle immagini sacre e delle zagareddhe, cioè dei nastri di raso colorati. Questo canto è la parafrasi di racconti biblici riadattati e, accanto alla figura di Cristo, appare quella della madre dolorosa che parte alla ricerca del Figlio. I Passiùna tu Cristù può essere considerata “una delle forme più antiche di teatro popolare e l’espressione più genuina delle sacre rappresentazioni che erano presenti in tutta Italia nel XII secolo, e può essere inserita a pieno titolo nella grande tradizione italiana del bruscello. Intendendo con tale nome una rappresentazione popolare che ha per oggetto eroi e personaggi biblici[1]”. Continua a leggere “I Passiùna tu Cristù (La Passione di Cristo)”
di Paolo Vincenti
Poppiti (Il Rosone, 1996) è un romanzo moderno che ha sapore d’antico. Ne è autore Giorgio Cretì (1933-2003), scrittore salentino, nato a Ortelle, in provincia di Lecce, ma trasferitosi presto a Pavia. Autore di vari racconti pubblicati su “Il Rosone”, la rivista dei pugliesi di Milano, e su altri periodici, Cretì, membro dell’Associazione Stampa Agroalimentare, ha dedicato i propri interessi di studio prevalentemente al settore della gastronomia e della cucina, dando alle stampe pregevoli testi come: Erbe e malerbe in cucina (Sipiel, 1987), il Glossario dei termini gastronomici, compresi i vocaboli dialettali, stranieri e gergali, annesso al volume I grandi menu della tradizione gastronomica italiana (Idea Libri, 1998), Il Peperoncino (Idea Libri, 1999), La Cucina del Sud (Capone Editore, 2000), A tavola con don Camillo e Peppone (Idea Libri, 2000), La Cucina del Salento (Capone, 2002), ed altri. Continua a leggere “Nell’epopea degli Ppoppiti, La ricerca dell’identità salentina”
di Bruno Marchi
L’aurora trascolora il mondo, tra mare e cielo lascia un segno, quasi impercettibile, difficile da cogliere perché poco è il tempo. L’alba poi giunge e la luce fuga ogni dubbio. Ogni transizione del pensiero è rimandata al tramonto, come si fa con le domande senza risposta che ci prendono in attesa della notte della vita se qualcuno o qualcosa ad ognuno rivelerà come stanno veramente i fatti.
“Tu ci credi?”, chiese Marco frugando nelle tasche alla ricerca di un fiammifero. Continua a leggere “Stelle”
Dario Massimiliano Vincenti
Negli occhi l’incertezza delle cose sfumate nei contorni dal chiaro di luna, al calar della sera. Poi la notte (è una notte d’altri tempi!), e la profondità del buio a Mariupol’, dove è sempre buio. Un buio amaro, che fa male.
Continua a leggere “Il fondotinta di Dio”