di Sandra Tag
Che do.po
a testa in giù nulla cambia
né allo specchio muta.
Qualche rimasuglio del tiglio
e poi una quercia con i figli a terra
E basta con questo parlare sparlare dell’autunno come fosse
la pretomba dei pochi vi.vi
Dimmi piuttosto a che ora fermi il taxi che salgo dietro. Io,
bagaglio in mano dei miei giorni vintage
giallo divenire della tua voce in strada
Muta Bologna
un po’ zitta, un po’ cambiata
sotto un sole che poco aiuta
e un cielo che anche meno
Un’aggressione invisibile
porta maschere su
e occhi e bocche in giù
tiritere sempre uguali di “come va
hai sentito il tg
guarda qui che deserto
stiamo alla finestra”
il conte di Santo Stefano passa.
Lui passa sempre
Ha i calzettoni al ginocchio
braga corta in velluto, cappotto bianco e il Corriere sotto braccio
striscia i passi e se ne sbatte di domani
Sarà la cura?