di Titti De Simeis

“Gli abusi dell’anima: i conflitti, i compromessi, le rinunce, i rimorsi, le scuse, i sotterfugi, i silenzi senza uscite. Si cresce anche così. Lividi invisibili, ingoiati con molliche a singhiozzi digiuni, sapori immaginati e un quieto vivere insipido ed estraneo ad ogni desiderio. Ci si ferisce senza segni: non si vede la violenza nascosta in un progetto stracciato, in un biglietto cancellato, in una valigia fantasia disfatta per sempre. Ma sono segni forti che restano, come volti impressi nei vetri d’inverno a guardare fuori, appannati e smemorati di contentezza, stanchi di attese soffocate e sussulti a bocca asciutta.
Poi, quando il tempo torna al presente svuotato di vita, gli occhi si aprono, schiudono ogni finzione e carezzano vecchie foto: ricordi sognati di un viaggio mai fatto, fermate svanite ed appunti ingialliti, smozzicati, delusi, cigolanti di rabbia e scordati, come vecchie musiche che non si ballano più.”