di Elena Tamborrino
Credo che per uno scrittore, che all’esordio ha ottenuto un buon riscontro tra i lettori, sia difficilissimo uscire con una seconda prova. Immagino che possa essere relativamente facile mettere insieme per la prima volta un po’ di sensazioni raccolte nel tempo, situazioni di cui direttamente o indirettamente si è stati protagonisti, episodi passati a cui si è assistito, idee collezionate in attesa di una collocazione narrativa, persone incontrate che sono diventate personaggi. Ma il secondo romanzo diventa un secondo esordio, perché è lì che devi dimostrare di potercela fare, di essere capace di slegarti a quanto visto già e magari vissuto, devi far vedere che riesci a inventare, anche raccontando con molto realismo storie verosimili, possibili.
Credo che Antonella Caputo ci sia riuscita, con il suo “Quando saremo grandi”, romanzo decisamente più maturo, che arriva a cinque anni dal precedente “Senza biglietto di ritorno” (Italic Pequod, 2017). Cinque anni che le sono serviti per agganciare nuovi personaggi, trentenni amici tra loro, e trovare un’ambientazione diversa per questa storia, anzi queste storie: non solo la provincia salentina, dove comunque c’è chi vuole tornare per restare e c’è chi non se n’è mai andato, ma anche la realtà urbana del nord, quella che rappresenta nell’immaginario collettivo (ma anche nella realtà) il luogo della possibile realizzazione personale, che a volte nasconde la fuga.
Dicevo storie: sì, perché ciascun personaggio -Laura, Elisa, Riccardo- è protagonista della propria storia personale che li conduce a scelte diverse. Resta il vincolo dell’amicizia, declinato anche qui in modi diversi.
I temi sono tanti: come accennato, l’amicizia in primis, ma anche la maternità, il lavoro, l’amore, la ricerca di un’identità personale e sociale, l’accettazione di sé e dell’altro. Il tutto si organizza in una costruzione dai meccanismi narrativi molto efficaci, non in ultimo anche per la scelta di capitoli di lunghezza varia, ma tutti molto brevi che consentono rapidi cambi di scena.
Non so se questo si possa definire un romanzo di formazione, secondo me lo è: i protagonisti attraversano -come da definizione- “prove, errori, viaggi e esperienze”, che determineranno una crescita personale che li farà andare oltre la sottile linea grigia che non è più (solo) quella che attraversano gli adolescenti andando verso la gioventù, ma quella linea di demarcazione più o meno sfumata tra gioventù ed età adulta.
Molto apprezzabile da parte di Alessio Rega, editore di Les Flâneurs Edizioni, l’idea di inserire sul risvolto di copertina la playlist del libro, raccolta su Spotify: un modo per accompagnare il lettore e commentare in musica i passaggi più salienti del romanzo. Merita una menzione anche Sara De Carlo per la splendida immagine di copertina: le foto di Sara sono bellissime, seguitela su Instagram @saradecarlo8_
Resto in attesa di vedere la scheda di “Quando saremo grandi” su Goodreads (io non posso più aggiungerla al data base, bisogna essere librarian “Sorry, you must be a librarian to add a new book record to the site”).
Antonella Caputo, “Quando saremo grandi”, Les Flâneurs Edizioni 2022, € 16,00
-in Io e Pepe – Blog personale-