di Pina Petracca

Sulla punta della lingua
la parola
sedotta da consonanze
di rito,
ma nella sala vuota
sola
a cercare del senso
consistenza
almeno di soffione.
Si mette in posa
addomesticando
le mucose
con il miele.
Le teste annuenti
e assenti
sono al punto.
E io all’inizio.
La rimando indietro
con foglio di via,
mediocre inutile
-lei, io –
mi rimangio il morso.
E non chiamatela
Poesia
questo bolo insapore.
È un sottrarsi meglio
e prima dell’amaro.
30/03/2023 h. 19,49
“Le cummari …” ❤
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