Cultura salentina

Francesca

di Lucio Causo

Era un giorno in cui non c’era scuola piena. Eravamo usciti al termine della terza ora di lezione e stavamo già passeggiando lungo il viale della stazione in attesa di prendere il treno per tornare al paese. Era martedì grasso e ci preparavamo a festeggiare il carnevale. Nel pomeriggio saremmo andati tutti a casa di Francesca che, come sempre, era il perno attorno al quale ruotavano gli amici.
La signora Maria era generosa, ospitale e disponibile ad aprire la sua bella casa ai compagni di scuola della figlia prediletta e si ballò in allegria fino a sera. Ovviamente ballavano quelli che facevano coppia con le ragazze, gli altri rimanevano seduti a guardare ascoltando la musica, ma si divertivano ugualmente.
C’eravamo tutti: Aldo, Franco, Piero, Enzo, Tonino e poi la Liliana, la Carla, la Teresa, la vispa Lorella ed altri amici ed amiche della nostra età. La guerra, con la sua mano pesante, non era ancora passata: qualche anno dopo avrebbe lasciato i segni su molti di noi. Ma quella sera eravamo spensierati, contenti e ci divertivamo, per quanto era possibile, approfittando della nostra giovane età.
La primavera incipiente agitava il cuore e i sensi e scaldava le passioni dell’anima. Francesca era sempre la più bella e la più corteggiata: faceva strage di cuori con il suo fascino e la sua simpatia. Le ragazze, malgrado l’amicizia, nutrivano un po’ di gelosia e d’invidia per la bellezza ed il successo che Francesca riscuoteva fra gli amici.
Seduto in un angolo della sala, la guardavo estasiato mentre rideva di gioia con le sue compagne di scuola. E mi consolavo pensando che, forse, nel segreto del suo cuore, c’era anche un poco di amore per me.
Sono passati tanti anni, ma il ricordo di Francesca fa proprio male pensando a quel tragico giorno in cui, ancora giovane e bella, lasciò tutto e tutti per una più duratura primavera. Tutto avvenne all’improvviso. Quella mattina, chiara e luminosa, gli amici e i vecchi compagni di scuola c’erano tutti, o quasi. Dopo tanto tempo qualcuno mancava. La vita, il lavoro, i problemi di famiglia, ci avevano allontanati un poco, ma il ricordo di Francesca, della sua bellezza, della sua giovinezza, della sua allegria, faceva proprio male nel giorno in cui lei non c’era più.
Per noi, rimasti qua, era già cominciata la quaresima …

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