Potremmo far rientrare i riti della Settimana Santa, che si svolgono a Gallipoli da tempo immemorabile (forse dai moti penitenziali del XIV secolo) e con straordinaria partecipazione di tutta la popolazione, nell’ambito dell’antropologia culturale e sociale, Continua a leggere “I riti della Settimana Santa a Gallipoli”
Categoria: Antropologia culturale
I persuasori occulti e la folla
di Dino Licci

Nel loro bel saggio “ Lungo viaggio al centro del cervello” , Renato e Rosellina Balbi ci spiegano in modo gradevole ma scientificamente rigoroso, come funziona il nostro cervello che loro vedono composto di più strati secondo un processo evoluivo che è il sostrato delle teoria darwiniana. Ciò premesso, mi sembra molto interessante riportare ciò che essi ci raccontano a pag. 93 di questo prezioso volumetto, e cioè come esistano i persuasori più o meno occulti che agiscono sulla folla, facendone regredire i componenti a uno stato più arcaico della loro evoluzione cerebrale. Continua a leggere “I persuasori occulti e la folla”
Pier Paolo Pasolini nella Grecìa salentina
di Angela Leucci
Un grande amore e – come scriverebbe Oscar Wilde – il mistero dell’amore è più grande del mistero della morte. Pier Paolo Pasolini non ha semplicemente visitato il Salento, l’ha vissuto, a quanto pare in quattro (o forse più) diverse occasioni documentate. Nel 1959 il poeta, regista e linguista percorse il tacco d’Italia per un reportage di viaggio dal titolo “La lunga strada di sabbia”: a bordo di una Fiat 1100 scrisse un articolo per la rivista Successo, le sue mete Gallipoli e il Capo di Leuca. Continua a leggere “Pier Paolo Pasolini nella Grecìa salentina”
Farsa fliacica. Una forma teatrale popolare
di Apostolos Apostolou
La prima commedia nella storia di teatro. La commedia teatrale di Sicilia e di Salento
Nel teatro classico non esistono solo due forme teatrali (cioè tragedia e commedia) ma anche esiste una terza che si chiama farsa fliacica. Possiamo vedere le forme teatrali in mondo classico. Tragedia (in greco τραγωδία=canto dal capro, da τράγος= capro e ωδή=canto. L’etimologia “canto che ha come premio un capro”, oppure più probabilmente, “canto che di attori mascherati da capri”collega la tragedia al culto di Dioniso, in particolare al dramma satiresco, in cui i Satiri (i capri) formavano il corteggio di Dioniso. La stessa tragedia nata dai riti del culto religioso, conteneva i grandi temi della vita e del destino dell’uomo. Secondo Aristotele la tragedia «è mimesi di un’azione seria e compiuta in se stessa con una certa estensione; in un linguaggio abbellito di varie specie di abbellimenti, ma ciascuno a suo luogo nelle parti diverse; in forma drammatica e non narrativa; la quale, mediante una serie di casi che suscitano pietà e terrore, ha per effetto di sollevare e purificare l’animo da siffatte passioni». [1] Continua a leggere “Farsa fliacica. Una forma teatrale popolare”
Salvatore Tommasi: I tesori della cassapanca – Racconti
di Antonio Negro
È stata recentemente pubblicata dall’editore Kurumuny, l’ultima raccolta di racconti di Salvatore Tommasi dal titolo I tesori della cassapanca, con la copertina di Egidio Marullo.
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La tragedia silenziosa degli scemi di guerra
Un secolo addietro l’Italia entrava ufficialmente nel primo conflitto mondiale per il quale, nel corso degli anni, mobilitò circa un milione e mezzo d’uomini di ogni estrazione sociale, specialmente braccianti e contadini. Continua a leggere “La tragedia silenziosa degli scemi di guerra”
Scene da un funerale
di Paolo Vincenti
I funerali, si sa, nei nostri piccoli centri, sono occasioni di socializzazione, si rivede gente che non si incontrava da tanto, si scambiano quattro chiacchiere, meglio ancora di come si farebbe in piazza dove il rumore assordante delle autovetture di passaggio non concilia.
In quel luogo di lutto, invece, si è favoriti dalla pace e dal religioso silenzio che vi regnano e si riesce anche ad entrare in un’intimità confidenziale che in altri contesti non si avrebbe. Si parla a fior di labbra, sussurrando le frasi, per non dare nell’occhio (o meglio, nell’orecchio) di chi è assorto nella veglia funebre, vale a dire i congiunti del de cuius e i parenti più stretti. Ci si aggiorna sulle rispettive vite, si maligna di imbrogli e infedeltà coniugali, si calunniano gli assenti, specie nei paesini dove ci si conosce un po’ tutti e ciascuno è roso da livore e invidia nei confronti di chi la sa più lunga di lui.
Le sacerdotesse di Demetra (1/2)
Echi di antichi culti sopravvissuti nella tradizione contadina della provincia di Taranto e del Salento
di Gianfranco Mele
Introduzione
In diverse aree del Salento, del tarantino e della Puglia, sono rimaste molto vive, sino quasi ai giorni nostri, le tradizioni dell’uso medicamentoso della “papagna”[1] e del rito riparatorio alla “fascinazione” nel mondo contadino. Quanto sono legate queste usanze al mito demetriaco ? La dea greca Demetra, e il suo corrispettivo romano, Cerere, sono legate al simbolismo delle spighe e delle capsule di papavero da oppio, sia nella mitologia che in molte raffigurazioni[2]. Persino una divinità precedente (e correlata anch’essa alla successiva Demetra) scoperta a Gazi[3], è strettamente legata al papavero: il famoso “idolo” femminile di Gazi è rappresentato con in testa delle capsule di papavero. Cerere e Demetra sono spesso “accompagnate”nelle varie raffigurazioni da spighe, oppio e serpenti.[4] Continua a leggere “Le sacerdotesse di Demetra (1/2)”
Piante spontanee ad uso magico, rituale, medicinale e inebriante in provincia di Taranto e nel Salento (4/8)
di Gianfranco Mele
Vini alla mandragora nel tarantino
Piante spontanee ad uso magico, rituale, medicinale e inebriante in provincia di Taranto e nel Salento (3/8)
di Gianfranco Mele
Varie fonti e testimonianze documentano nel tarantino la conoscenza e l’utilizzo specifico di Hyosciamus albus e di Mandragora autumnalis, mentre in una serie di documenti relativi a processi inquisitoriali delle locali Diocesi, ci si riferisce genericamente ad “unguenti” sicuramente ottenuti con l’impiego di solanacee di vario tipo. Nel territorio è molto diffusa (sia nell’entroterra che in zona costiera) la Datura inoxia, mentre sinora, nel corso delle mie escursioni, ho potuto trovare una sola (ma imponente) stazione di Datura stramonium. Continua a leggere “Piante spontanee ad uso magico, rituale, medicinale e inebriante in provincia di Taranto e nel Salento (3/8)”
Archeologia della devozione popolare salentina: Santini e medagliette
di Riccardo Viganò
Il rapporto tra archeologia, ricerca storica e devozione popolare è un tema di grande complessità ed ampiezza; una storia che si può “apprendere” attraverso lo studio di alcuni oggetti con connotati di senso religioso. Ne sono esempio le medagliette devozionali note come li spiragghie o i santini che ben rappresentano una testimonianza della quotidianità del culto. Tali tracce si possono rinvenire, quasi con quotidiana frequenza, nelle nostre campagne, negli scavi edili o nelle vicinanze di complessi cimiteriali civili ed ecclesiastici, sia post-medioevali che moderni, e addirittura nei cassetti dei nonni. Queste tracce forniscono l’opportunità di studiare in modo sistematico le credenze, le devozioni e i pellegrinaggi di una comunità ad esse legati.
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Cenerentola
di Titti De Simeis
Se c’era una volta, vi assicuro, c’è ancora.
Nell’ideale recondito e deprimente di tanti uomini. Molti dei quali pronti a firmare petizioni contro il maschilismo e a dichiararsi sostenitori della parità dei diritti.