Poesia, Recensioni

Buenos Aires (con recensione di Ameo’è)

di Biagio Liberti

 

Edward Moran: Vela, olio su tela

 

Non saprei cosa fare
lungo i moli del porto
di Buenos Aires

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Poesia

Forse è presto…

di Anna Leone

Edward Hopper, 1927

Forse è presto
per dire che è tardi
Anche se questi occhi tradiscono pupille
scannate sulla sclera
Tocca camuffare
creare un punto luce
ombreggiare l’arco
redimere l’oltraggio della palpebra
Strano come i colori d’autunno
spalanchino lo sguardo
e le ciglia ravvivate
stiano come aghi di pino Continua a leggere “Forse è presto…”

Poesia

Montale

di Mario Badino

 

Eugenio Montale: di Kaj Hagman. – Undated clipping from Vasabladet. The caption says the picture was taken in 1965

 

Sopra il cruscotto dell’auto,
per caso non per Montale,
ho un pezzo d’osso di seppia.

Qualche cd scompagnato,
per terra grani di sabbia,
poco più su gli scontrini.

Li tengo non per conforto,
giusto il disordine pigro
che spinge avanti la vita.

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Architettura, Cultura salentina, Scrittori salentini, Scrivere il Salento, Territorio

Tuglie, la chiesetta della Madonna del Pozzo

di Lucio Causo

La chiesetta dedicata alla Madonna del Pozzo si trova in Via delle Anime e vi si accede da un piccolo portale sul quale si vede una croce e una specie di balcone che protegge l’ingresso.

La sua edificazione risale, più o meno, ai primi anni dell’Ottocento. Nel 1850 la cripta fu messa in disuso per dare inizio ai lavori di costruzione della chiesa più grande che si trova nel piano superiore, con accesso dalla Via Trieste (chiesa delle Anime). Continua a leggere “Tuglie, la chiesetta della Madonna del Pozzo”

Poesia, Recensioni

La poesia della denuncia: Cartolina del Salento di Cristina Carlà

di Mimì Mastria

Ogni volta che si parla del Salento non si può fare a meno di vederlo rappresentato secondo un modello “inflazionato” de “lu sule lu mare lu jentu”. Un’immagine creata per un turismo di massa desideroso di immergersi nelle acque del mare, nei canti delle piazze e nella pizzica che di tradizione hanno ormai poco e lontana dalla grande arte e cultura che ne sono i fondamenti della sua civiltà.
Le “Cartoline dal Salento” di Cristina Carlà avvicinano il lettore ad un’immagine ben diversa, quella che vivono i cittadini di questa terra che sulla loro pelle hanno vissuto e vivono condizioni di fatica e di dolore che tante volte li hanno costretti a fuggire via, lontano “addù nc’ete la fatìa”, mantenendo negli occhi e nell’animo i colori, gli odori e i sapori che in ogni modo hanno cercato di conservare e ritrovare.
Continua a leggere “La poesia della denuncia: Cartolina del Salento di Cristina Carlà”

Poesia

Parlano la nostra stessa lingua i Galli?

di Maria Rosaria Madonna

Parlano la nostra stessa lingua i Galli?
Si sono riuniti in camera di Consiglio il Console
con i Tribuni della plebe
e i Legati del Senato… c’è un via vai di toghe
scarlatte, di faccendieri
e di bianche tuniche di lino dalle dande dorate
per le vie dell’Acropoli… Continua a leggere “Parlano la nostra stessa lingua i Galli?”

cultura meridionale, Poesia

Cercherai il tempo…

di Tina Rizzo De Giovanni

Giuseppe Diso, Inverno (2016), Olio su tela

Cercherai il tempo

Le stagioni passate

Il canto di usignoli

le cinciarelle vocianti

Il concerto solitario

Dei grilli a Cristo

Continua a leggere “Cercherai il tempo…”
Poesia

Incontro con Parmenide ad una sagra di funghi mentre gli pende un fusillo dalle labbra

di Franco Intini

Jackson Pollock: Action Painting 12, 1949

-Il lungo tratto d’intestino porta ad Elea.

Ed è subito crasso.

 

La strada restringe il suo ragionamento in un parcheggio per belle di notte.

Una piantina che si alza gli slip, ansia pubica nei pistoni fucsia.

 

-Sono tutti qui a parlare di Essere ma investono in pollo arrosto.

I residui raccolti il lunedì e riciclati in un barattolo di carciofi sottolio.

 

Gli incisivi di Putin che sbattono su quelli di Biden.

Mandibole libere dal masticare. Il trionfo del Trigemino sul Sole.

 

Agli opliti -gli stuzzicadenti spartani delle Termopili-

il compito di liberare i canini dalle vettovaglie.

 

Avresti giurato sull’olfatto di Zenone ma seguì una freccia tricolore

In cui la digestione sfiniva in ruminare

E gli ossi delle olive si contavano all’infinito.

 

Le pistolettate di Clint Eastwood bucarono la Via Lattea

e finirono sui gigli di San Pancrazio: i senza culo.