di Mimì Mastria
Ogni volta che si parla del Salento non si può fare a meno di vederlo rappresentato secondo un modello “inflazionato” de “lu sule lu mare lu jentu”. Un’immagine creata per un turismo di massa desideroso di immergersi nelle acque del mare, nei canti delle piazze e nella pizzica che di tradizione hanno ormai poco e lontana dalla grande arte e cultura che ne sono i fondamenti della sua civiltà.
Le “Cartoline dal Salento” di Cristina Carlà avvicinano il lettore ad un’immagine ben diversa, quella che vivono i cittadini di questa terra che sulla loro pelle hanno vissuto e vivono condizioni di fatica e di dolore che tante volte li hanno costretti a fuggire via, lontano “addù nc’ete la fatìa”, mantenendo negli occhi e nell’animo i colori, gli odori e i sapori che in ogni modo hanno cercato di conservare e ritrovare.
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