di Biagio Liberti
di un espresso del levante natalizio
negli anni ottanta, i primi Continua a leggere “Idrotermica della Val Seriana”
Rivista di pensiero e cultura meridionale
di Biagio Liberti
di un espresso del levante natalizio
negli anni ottanta, i primi Continua a leggere “Idrotermica della Val Seriana”
di Titti De Simeis
… beata leggerezza. Di chi esce da un garbuglio di parole senz’anima e si arrende al silenzio di un racconto; di chi fa della musica l’antidoto per ogni prigione; di chi smette di essere e cerca di diventare; Continua a leggere “Virgolette”
di Annarita Nutricati
Al dio ignaro della mia sorte,
a chi mi generò senza colpe
demando il pugnale d’Idrusa
e dai dubbi le notti non sciolte. Continua a leggere “Al dio ignaro della mia sorte…/ I rutili calcagni sollevi…”
di Marcello Buttazzo
Pensavo impropriamente che l’unica ragione dell’esistere fosse la rimembranza, il voler scavare con piglio analitico e lirico nel proprio passato sentimentale, per far balenare pensieri, lacerate corde, istanti di gioia, momenti di dolore, lampi di vita. Ritenevo surrettiziamente che il primo amore, quello giovanile, ormai inevitabilmente perduto, fosse esemplare e guida per i giorni del futuro. Però viviamo non solo d’amore e di ricordanza, ma anche di disamore, di dimenticanza, di benedetto oblio. L’antropologia del vivente è quella di rammentare il suo passato, talvolta con atteggiamento dolceamaro, ma anche di modificare i vissuti e di mutuarli in qualcosa d’altro. Prevale sempre e comunque lo spirito di conservazione. Continua a leggere “Sei rosa di marzo”
di Tina Rizzo De Giovanni
Mi piace accartocciare gli ultimi spiccioli, quei ritagli striminziti della sera consumata, In quel pacco di silenzio, sussurrato dalla scia dei sogni che sono in coda, là dove la sera spoglia gli ultimi spasmi dei rumori, per consegnarsi al passo felpato della notte più fonda, quella che chiama tutte le schiere dei pensieri in adunata, a fare l’elenco o forse meglio il bilancio del giorno, per scivolare poi un po’ più in là, a ritroso, nel tempo più lontano, quello ormai perduto nel labirinto di uno spazio non più accessibile, non più “ritornabile”. Continua a leggere “Mi piace…”
di Adriana Pulití
[alla “casa nella palude”]
T’amo per le piazze fiorate,
gli spazi aperti contesi dal vento,
i tuoi inverni duri,
mia città.
Che mai so se
repentino s’accende e
dardeggia
il sole,
dopo la pioggia.
Repentina.
Silenziosa.
Continua.
Fitta.
Ostinata.
Continua a leggere “Sullo stesso mare”
di Marcello Buttazzo
Verrà la primavera
e il tuo viso d’albicocca
indorerà i prati.
Verrà il tempo del susino.
Nella quiete vespertina
Continua a leggere “Verrà la primavera…”
di Giusy Agrosì
Più a Sud del Sud
Le case sono scatole minuscole
Blocchi di pietra e calce
Addensate sulle alture
E le cloache di terra e fango
di Adriana Pulití
Ordire.
Sfare.
Stracciare.
Sfilare.
Continua a leggere “Vita”