di Biagio Liberti
di un espresso del levante natalizio
negli anni ottanta, i primi Continua a leggere “Idrotermica della Val Seriana”
Rivista di pensiero e cultura meridionale
di Biagio Liberti
di un espresso del levante natalizio
negli anni ottanta, i primi Continua a leggere “Idrotermica della Val Seriana”
di Annarita Nutricati
Al dio ignaro della mia sorte,
a chi mi generò senza colpe
demando il pugnale d’Idrusa
e dai dubbi le notti non sciolte. Continua a leggere “Al dio ignaro della mia sorte…/ I rutili calcagni sollevi…”
di Adriana Pulití
[alla “casa nella palude”]
T’amo per le piazze fiorate,
gli spazi aperti contesi dal vento,
i tuoi inverni duri,
mia città.
Che mai so se
repentino s’accende e
dardeggia
il sole,
dopo la pioggia.
Repentina.
Silenziosa.
Continua.
Fitta.
Ostinata.
Continua a leggere “Sullo stesso mare”
di Marcello Buttazzo
Verrà la primavera
e il tuo viso d’albicocca
indorerà i prati.
Verrà il tempo del susino.
Nella quiete vespertina
Continua a leggere “Verrà la primavera…”
di Giusy Agrosì
Più a Sud del Sud
Le case sono scatole minuscole
Blocchi di pietra e calce
Addensate sulle alture
E le cloache di terra e fango
di Adriana Pulití
Ordire.
Sfare.
Stracciare.
Sfilare.
Continua a leggere “Vita”
di Biagio Liberti
NON RUBIAMO ALLA SPOSA
Non rubiamo alla sposa
la ferocia dell’abito
l’inclinazione dello specchio
il rituale della solitudine riflessa
di là appena del ventaglio di ali di libellula
e sia che non ricordi impronte
sulle rive di scogli
o increspatura di vento di terra notturna
di luna nuova di Giugno
non rubiamo alla sposa i codici.
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VISITA SPECIALISTICA
Il policlinico lindo
della bassa assurge a un semidio
adiacente alle traverse calavatriane di Valencia
una chiacchierata seduti sul marciapiede
aspettando un taxi
il dottore mi scruta: cammini
si aspetta forse un’andatura anserina
uno scarto da subappenino dauno verso Pianerottolo di Ariano
(i rapidi verso Napoli attraversavano gerani da galleria verso l’alba)
il luminare se ne esce con la sindrome della cicogna
beh! Si! In fondo ho gambe sottili
tali e quali a zia Annunziata.
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AN A-VISION IN VILNIUS
Dovessi leggere gli elenchi
alessandrini con un occhio solo
e che fior di mandorlo
nei Febbrai di costa a Nova Siri
forse potevo avere una gamba
forse due
alla guida verso Vilnius
le pareti di legno
le travi di gardenie e tek
il telefono e le ossa sparse
e davvero non so
che colore abbiano i necrologi sul Baltico.
di Annarita Nutricati
impronte:
di me, sineddoche;
per te, disordine.