Nino era un massaro che aveva rilevato con un contratto d’affitto la masseria di suo fratello Peppo, il proprietario, al quale corrispondeva metà del raccolto. A quel tempo le condizioni di vita dei contadini nel Salento erano a livelli di vera e propria miseria perché, durante la Seconda Guerra mondiale, molti terreni coltivati erano stati bombardati o distrutti dal passaggio dei soldati e, soprattutto, mancavano i fertilizzanti e i macchinari. Continua a leggere “Schegge di vita”
Giuseppe Diso: La sera del poeta, olio su cartone telato, 2020
Un giovinetto tornava dalla scuola camminando di buon passo verso casa, A metà circa di una breve ma ripida salita raggiunse un vecchio venditore ambulante, che, stanco e sudato, si affannava a tirar su per l’erta il carretto della sua mercanzia. Continua a leggere “Una storiella per l’autunno”
Le tradizioni natalizie del Salento sono molto caratteristiche, vale la pena conoscerle. Se potete, andate a visitare uno dei più suggestivi mercatini d Natale del sud: la Fera di Santa Lucia, allestita in Piazza Sant’Oronzo e Piazza Duomo di Lecce. Vi perderete volentieri tra preziosi personaggi del presepe fatti a mano e pupi di cartapesta, creati secondo l’antica tradizione natalizia salentina. A partire dal 13 dicembre, festa di Santa Lucia, bancarelle di legno, addobbate con palle colorate, alberelli grandi e piccoli, scenari fantastici del lontano oriente, presepi e pupi di cartapesta, sono prese d’assalto dai turisti per acquistare presepi e pupi e respirare l’aria delle tradizioni natalizie della nostra terra. Continua a leggere “Aria di Natale”
…ad esempio a me piace il Sud, cantava il buon Rino, più di 40 anni fa. Figlio di emigrati calabresi, trapiantato a Roma, portava con sé e riportava le immagini del suo Sud che era stato costretto a lasciare. Non sono Rino Gaetano, ma il mio Sud assomiglia molto al suo. Continua a leggere “…ad esempio a me piace il Sud…”
…Comandante, era vero quel segnale acceso, fuori dal rifugio?
Ho appoggiato alla croce nera il mio fucile e son corso qui.
Il letto l’ho rifatto stamattina e sul fuoco ho lasciato acceso il caffè, ed ho ripulito per bene il berretto e la paura, ma nessuno risponde dalla sedia di paglia della cucina.
Ad Otranto ho consegnato i miei primi ricordi …d’acqua!
Lì l’ostro e lo scirocco ammansivano il mare saraceno ma ci rendevano particolarmente irrequieti.
A dire il vero del mare ci importava poco, non ne facevamo ancora parte. Piuttosto ci inebriava l’idea di poter crescere insieme per quattro mesi : immersi in un fluido speciale dove ogni molecola rappresentava un gioco d’acqua o di sabbia. Una sabbia magica in grado di trasformare le nostre semplici, stagionali amicizie, in puro affetto.
Il bianco pervadeva le nostre giornate, un bianco abbacinante che “ossigenava” i capelli , la sabbia, striava il cielo e rendeva candido il mare. Non ho più visto quel colore, riesco solo ad immaginarlo. Continua a leggere “I cento scalini del pianeta azzurro”
Se solo potessi stare in Polonia a costruire parafanghi per la Panda Eco 4X4, se arrivare da te fosse un autobus Varsavia/Pescara, diretto, con bagno-carrello, se solo io sapessi il polacco, o almeno sapessi come chiedere un biglietto no-stop Varsavia/Pescara, sarei da te.
Mi camminava ogni giorno davanti quando uscivamo da scuola per andare a casa: abitava dalle mie parti.
Sin dalle medie, lei col cappottino marrone chiaro ed i capelli tagliati alla garçonne, io pantaloni corti ed il bavero del cappotto sempre alzato, ci facevamo quel tratto di strada in silenzio, una davanti l’altro dietro, probabilmente consapevoli delle reciproche presenze, ma senza mai un cenno che potesse significare una pur minima complicità.
Decido di entrare, anche se la porta che dava sul giardino e che tenevi accostata in estate é chiusa da un po’. Mi infilo silenziosa tra le penombre della nostra grande casa, scruto ogni graniglia di questo pavimento che mi ha fatto viaggiare nelle forme, tra draghi lune e leoni le nuvole tante sempre le frecce i cuori tutti questi cuori che non vorrei calpestare qui in mezzo. Continua a leggere “Decido di entrare…”
Zio Donato, oltre ad aver sposato una sorella di mia madre, era anche mio padrino di battesimo, per tale ragione gli ero affezionato, diciamo così, in modo particolare e pure lui aveva un occhio di riguardo per me.
Contadino dalle fasce, sin da piccolo si era speso totalmente nel lavoro, sia al paesello, sia e specialmente in prolungate campagne di attività a Brindisi, presso una famiglia di proprietari terrieri, in seno alla quale, gradualmente, era divenuto collaboratore di fiducia per svariate funzioni: assistenza ai vigneti, raccolta e trasformazione dell’uva, conservazione del vino, cura degli uliveti e molitura dei frutti.
Insomma, zio Donato, pur essendosi formata una famiglia e arrivato ad avere un discreto numero di figli, passava la maggior parte dell’anno nel capoluogo messapico.
A parte la sede del suo mestiere di contadino, agricoltore, frantoiano, va rilevata la grandissima mole di operosità cui egli si assoggettava, senza orari, di la’ da ogni logica misura; d’altro canto, in quei tempi, non esistevano i mezzi moderni che alleviano molto le fatiche nei campi: in sintesi, il buon uomo, si “ammazzava” di lavoro.
E non è che, in caso di qualche acciacco, di cui, purtroppo, iniziò a essere toccato già da giovane, si recasse dal medico o in farmacia, i malanni, così come venivano, dovevano passare, da soli, ma, conseguentemente, col procedere, il suo fisico prese a risentirne.
Cosicché, saltuariamente, cadeva, addirittura, in pesanti debilitazioni, che lo costringevano a sottoporsi a serie terapie e cure.
Sotto questo regime di vita e di attività lavorativa, in pratica già prima dei cinquant’anni, le sue forze finirono col ridursi e, di conseguenza, zio Donato arrivò a scontare l’eccessiva operosità tenuta da ragazzo e da giovane, sotto forma di riposo impostogli.
Ѐ stata una tempesta di stelle, stanotte. Appena ho servito l’asciugamano alla terrazza, e mi sono stesa al cielo, dopo neanche un secondo, una scia spessa e continua lo ha tagliato. Il fondo di una padella con un lungo graffio dorato. Accenti acuti e gravi di stelle cadenti, ecco compiuta la calligrafia del cosmo! Continua a leggere “Ѐ stata una tempesta di stelle, stanotte”