Teoria di spine dorsali esauste nella fossa delle Marianne
Ci sarebbe da fare un lavorio nel cavo dell’onda nell’oscuro intervallo tra due creste preparare gli attendamenti, i vessilli che si vedano da lontano dai fari lungo le coste
uno stacco dalle babilonie, le sacre scritture metropolitane
la provvisorietà dei riti la loro infinita stanchezza appena nati.
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Pratiche mediche
Quest’asma angelico ossessivo della ricerca di tombe
questo spiluccare di pennelli sui teschi, sui femori, sui canini del gelada baboon affastellamento maniacale negli archivi di denti di piuma in piuma
come se la ferocia della penisola di Valdes risuonasse negli ascensori di Pechino
cosa mai ce ne faremo del midollo ritrovato di Gengis, degli ori se non una scintigrafia.
Si sa, i vissuti infantili sono formidabili: colori, suoni, forme, odori, figure, parole attraversano quegli anni, si depositano e sprofondano nella mente, nei meandri sinaptici direbbero i neurofisiologi. Poi inizia la vita sparpagliata, frenetica, arroventata dalle necessità, incombenze. Continua a leggere “Lu rusariu, li vistiani niuri e li maccaluri*”
Automat (Tavola calda), Edward Hopper, 1927 • Pittura a olio, 71 cm x 91 cm • Il quadro è conservato presso il Des Moines Art Center, Iowa (USA)
I suoi capelli ricordano un’opera quattro frasi da Teresa e le ragazze ai confini dei cinema qui c’è un vento che agguanta i suoi desideri lontani ed indecisi