di Biagio Liberti

Sul sentiero aggallano
i primi fiori di pesco
nell’ultimo quarto di luna marzolina
quel rosa, dapprima tenue
quasi guancia di bimbopoi
Continua a leggere “Fiori rosa, fiori di pesco”
Rivista di pensiero e cultura meridionale
di Biagio Liberti
Sul sentiero aggallano
i primi fiori di pesco
nell’ultimo quarto di luna marzolina
quel rosa, dapprima tenue
quasi guancia di bimbopoi
Continua a leggere “Fiori rosa, fiori di pesco”
di Biagio Liberti
Galateo ionico
Nessun convenevole
sulla 106 Taranto-Reggio Calabria
non dalle parti di Roseto Capo Spulicosolo un tir di traverso
Continua a leggere “Galateo ionico / Viaggi”
appena dopo il furgoncino rosso
addobbato con peperoncini
di Biagio Liberti
Teoria di spine dorsali esauste nella fossa delle Marianne
Ci sarebbe da fare
un lavorio nel cavo dell’onda
nell’oscuro intervallo tra due creste
preparare gli attendamenti, i vessilli
che si vedano da lontano
dai fari lungo le coste
uno stacco
dalle babilonie, le sacre scritture metropolitane
la provvisorietà dei riti
la loro infinita stanchezza appena nati.
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Pratiche mediche
Quest’asma angelico
ossessivo
della ricerca di tombe
questo spiluccare di pennelli
sui teschi, sui femori, sui canini del gelada baboon
affastellamento
maniacale negli archivi di denti
di piuma in piuma
come se
la ferocia della penisola di Valdes
risuonasse negli ascensori di Pechino
cosa mai ce ne faremo del midollo ritrovato
di Gengis, degli ori
se non
una scintigrafia.
di Biagio Liberti
di un espresso del levante natalizio
negli anni ottanta, i primi Continua a leggere “Idrotermica della Val Seriana”
di Biagio Liberti
NON RUBIAMO ALLA SPOSA
Non rubiamo alla sposa
la ferocia dell’abito
l’inclinazione dello specchio
il rituale della solitudine riflessa
di là appena del ventaglio di ali di libellula
e sia che non ricordi impronte
sulle rive di scogli
o increspatura di vento di terra notturna
di luna nuova di Giugno
non rubiamo alla sposa i codici.
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VISITA SPECIALISTICA
Il policlinico lindo
della bassa assurge a un semidio
adiacente alle traverse calavatriane di Valencia
una chiacchierata seduti sul marciapiede
aspettando un taxi
il dottore mi scruta: cammini
si aspetta forse un’andatura anserina
uno scarto da subappenino dauno verso Pianerottolo di Ariano
(i rapidi verso Napoli attraversavano gerani da galleria verso l’alba)
il luminare se ne esce con la sindrome della cicogna
beh! Si! In fondo ho gambe sottili
tali e quali a zia Annunziata.
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AN A-VISION IN VILNIUS
Dovessi leggere gli elenchi
alessandrini con un occhio solo
e che fior di mandorlo
nei Febbrai di costa a Nova Siri
forse potevo avere una gamba
forse due
alla guida verso Vilnius
le pareti di legno
le travi di gardenie e tek
il telefono e le ossa sparse
e davvero non so
che colore abbiano i necrologi sul Baltico.
di Biagio Liberti
Gli angoli di questa città
sono eterni
come becchi di passero
ai tavolini in piazza
del popolo?
(uno sfiancarsi alle gomene delle vie)
non ho visto fiori
solo arie estive di un viaggio tremolanti
nelle mani del cameriere
e un andare barcollante al mio fianco
stretto al torace, alle anche
è pieno di forestieri qui
ma il negozio delle penne era deserto
e tu guarda le facciate
le traverse ai giocattoli
le rotaie dei tram
il mio gesto lilla sulla fronte.
di Biagio Liberti
CORSIE PREFERENZIALI VERSO IL NULLA
Il genius loci
evapora da casello a casello
in doppio senso
Continua a leggere “Corsie preferenziali verso il nulla / Sterrati balcanici”
di Biagio Liberti
The salentinian night mare
Al traverso della torre di mezzo
nelle torride estati
Continua a leggere “The salentinian night mare / ‘bout an inland taipan chasin’ a voodoo dancer in the wood”
di Biagio Liberti
Si sa, i vissuti infantili sono formidabili: colori, suoni, forme, odori, figure, parole attraversano quegli anni, si depositano e sprofondano nella mente, nei meandri sinaptici direbbero i neurofisiologi. Poi inizia la vita sparpagliata, frenetica, arroventata dalle necessità, incombenze. Continua a leggere “Lu rusariu, li vistiani niuri e li maccaluri*”