Ho letto un libro molto carino. Chiunque abbia amato Monica Vitti, i suoi film, le sue interpretazioni, non potrà non apprezzare questo libro di Eleonora Marangoni, “E siccome lei”, una carrellata dei personaggi a cui Maria Luisa Ceciarelli -vero nome della grande attrice romana scomparsa lo scorso febbraio- ha dato vita sul grande schermo. Continua a leggere “Eleonora Marangoni: E siccome lei”
Attendo sempre con trepidazione (oddio, che frase fatta!) ogni nuova uscita di Antonio Manzini, sia che si tratti di una nuova storia di Rocco Schiavone, il burbero vicequestore romano in servizio ad Aosta, sia che si tratti invece un romanzo che con le vicende investigative di Schiavone e della sua squadra non c’entra niente. È il caso di questo “La mala erba”, uscito per Sellerio lo scorso 27 settembre, subito acquistato a scatola chiusa. Continua a leggere “Antonio Manzini: “La mala erba””
Credo che per uno scrittore, che all’esordio ha ottenuto un buon riscontro tra i lettori, sia difficilissimo uscire con una seconda prova. Immagino che possa essere relativamente facile mettere insieme per la prima volta un po’ di sensazioni raccolte nel tempo, situazioni di cui direttamente o indirettamente si è stati protagonisti, episodi passati a cui si è assistito, idee collezionate in attesa di una collocazione narrativa, persone incontrate che sono diventate personaggi. Continua a leggere “Antonella Caputo: “Quando saremo grandi””
Andavo in Salento in vacanza, da nonna Consiglia e zia Maria. Appena finiva la scuola, la zia veniva in Toscana a prendermi e mi portava giù, a casa della nonna, dove trascorrevo due mesi pieni di sole e di mare, con la controra afosa che trascorrevo leggendo di nascosto, perché in famiglia si sosteneva che dopo mangiato si dovesse dormire. Per forza. Io non ci riuscivo, per quanto mi concentrassi sul frinire delle cicale, ma non c’era nulla da fare: allora sgattaiolavo fuori dal letto sistemato ai piedi del lettone della nonna e della zia e mi rifugiavo nella sala da pranzo, su un divano, dove mi stendevo con un libro tra le mani. Poi la zia si alzava e dalla cucina sentivo diffondersi l’odore del caffè. La casa si risvegliava dal sonno pomeridiano, troppo presto ancora per sperare che l’aria rinfrescasse con il calar del sole e così si restava ancora, per almeno un’altra ora, nella penombra delle serrande a metà. Continua a leggere “Il pane e la puccia salentina”
Peperoni e zucchine secchi, tagliati a strisce e a fette spesse e lasciati al sole durante i mesi più caldi dell’estate, gli sponzali (una varietà di cipollotti invernali la cui parte verde, le cosiddette code, essenziale) e il concentrato doppio di pomodoro: questi gli ingredienti della peperonata invernale che non mancava nelle tavole dei salentini, nei mesi in cui il prodotto fresco non era disponibile. Una volta era così, si conservavano le verdure estive per il periodo in cui non ce n’era tanta varietà, giacché i prodotti della terra sono da sempre alla base della cucina mediterranea, in territori a spiccata vocazione agricola. Continua a leggere “Li pipirussi siccati e la vigilia dell’Immacolata”
Ultimamente mi sono capitati bei libri, di alcuni mi deciderò a scrivere, per quanto un po’ mi sia passata la voglia, soprattutto perché se non faccio subito quello che vorrei fare -cioè raccontare dei libri che leggo-, se mi lascio distrarre da altro, se inseguo gli impegni dimenticandomi le mie passioni, finisce che i giorni passano, le impressioni sfumano, i ricordi non sono più ricordi e diventano altro, diventano vaghe reminiscenze. Continua a leggere “Roberto Alajmo: Io non ci volevo venire”
(il libro sarà presentato il 10 luglio c.a. a Maglie in Villa Tamborino-ndr-)
Questo è un appuntamento rimandato, uno di quegli appuntamenti ritardati dalla pandemia che ha cancellato tutte le occasioni pubbliche in cui parlare di libri. Recuperiamo con Mauro Bortone tra una decina di giorni, avremo finalmente modo, grazie alla Fondazione Capece, di presentare a Maglie questo suo nuovo libro, considerandolo appunto nuovo per la strada piena di intralci che ha percorso nell’ultimo anno. Scorrendo la galleria delle immagini del mio smartphone ho ritrovato questa foto, che avevo pubblicato a fine maggio dello scorso anno anche su Instagram, subito dopo aver letto questa raccolta di cinque monologhi “dalla parte del cuore”, uscita due mesi prima, e la ripropongo ora che ho ripreso in mano il libro, che l’ho nuovamente sfogliato, che l’ho riscoperto. Continua a leggere “Mauro Bortone, “I sinistri. Cinque monologhi dalla parte del cuore””
Capita di rado, ma capita. Capita di leggere 480 pagine in quattro giorni nei quali vorresti dimenticare di avere una vita, la tua, immaginandoti in quella di un altro. In quattro giorni si fanno tante cose, io le ho anche fatte: ho cucinato, lavato piatti e caricato lavatrici, ho steso e raccolto e piegato biancheria, ho rifatto letti e sono anche uscita per sbrigare commissioni, sono andata un paio di volte al mare, ho visto persone, ma ho soprattutto letto questo romanzo bellissimo in ogni momento che ho potuto sottrarre alle incombenze quotidiane, in questa estate di vacanze strane. Continua a leggere “Valérie Perrin, “Cambiare l’acqua ai fiori””
Andavo in Salento in vacanza, da nonna Consiglia e zia Maria. Appena finiva la scuola, la zia veniva in Toscana a prendermi e mi portava giù, a casa della nonna, dove trascorrevo due mesi pieni di sole e di mare, con la controra afosa che trascorrevo leggendo di nascosto, perché in famiglia si sosteneva che dopo mangiato si dovesse dormire. Per forza. Io non ci riuscivo, per quanto mi concentrassi sul frinire delle cicale, ma non c’era nulla da fare: allora sgattaiolavo fuori dal letto sistemato ai piedi del lettone della nonna e della zia e mi rifugiavo nella sala da pranzo, su un divano, dove mi stendevo con un libro tra le mani. Poi la zia si alzava e dalla cucina sentivo diffondersi l’odore del caffè. La casa si risvegliava dal sonno pomeridiano, troppo presto ancora per sperare che l’aria rinfrescasse con il calar del sole e così si restava ancora, per almeno un’altra ora, nella penombra delle serrande a metà. Continua a leggere “Il pane e la puccia salentina”
Poche parole per consigliare un libro che ho appena finito di leggere nella sua versione digitale. Avevo bisogno di una lettura che scorresse facile, di una storia agile: non di un libro banale, attenzione, non di un libro leggero. Continua a leggere “Enrico Galiano – Dormi stanotte sul mio cuore –”
Come spesso mi accade, ogni tanto ho bisogno di leggere storie un po’ datate, che mi diano il gusto di uno stile narrativo ormai perduto e di un mondo altrettanto tramontato. In realtà, se è vero che un certo mondo, una certa società, i suoi luoghi comuni, i riti collettivi, le relazioni tra i ruoli sono oggi decisamente superati (e sarebbe bizzarro se non fosse così), dall’altra parte la lettura di autori che hanno pubblicato le loro opere nella seconda metà del secolo scorso, raccontando già un mondo ‘moderno’, restituisce al lettore una visione linguistica e lessicale della narrazione che è un vero piacere assaporare. Continua a leggere “Mario Soldati – I racconti del Maresciallo”