di Giuseppe Santoro

Oggi il tuo volto
è per metà bianco
e per metà indaco
la luna rischiara
solo una guancia
l’altra si porta dietro
la mia malinconia Continua a leggere “Oggi il tuo volto…”
Rivista di pensiero e cultura meridionale
di Giuseppe Santoro
Oggi il tuo volto
è per metà bianco
e per metà indaco
la luna rischiara
solo una guancia
l’altra si porta dietro
la mia malinconia Continua a leggere “Oggi il tuo volto…”
di Giuseppe Santoro
(stralcio dal romanzo in fase di ultimazione “LA TERZA LUNA DI MARZO”)
Tu eri sempre presente, già da prima, prima che ti conoscessi, prima che Otranto scrivesse la sua Storia, prima che qualcuno, in un’era lontana, si avventurasse ai piedi di quel mare dal colore cobalto e dopo soffrire unitamente agli Ottocento Martiri; e quando te ne avevo fatto un accenno di ciò che avrei scritto, tu mi avevi catalogato tra quegli eroi a combattere ed a resistere contro gli invasori, niente meno mi avevi scoperto alla loro testa. Continua a leggere “Tu eri sempre presente…”
di Giuseppe Santoro
( dal romanzo in fase di ultimazione La terza luna di marzo )
Ho rivisto Otranto, il porticciolo, il tuo porticciolo, il dondolio delle barche legate a forza al pontile prenderci i ricordi e l’anima, e il mare, l’ultimo tuo mare color cobalto in un’alba con celesti venature boreali, tale da immaginare scivolate via da una tavolozza d’un grande pittore, ed eri tu il grande Pittore. Continua a leggere “Ho rivisto Otranto”
di Giuseppe Santoro
cercami soltanto
quando avrai dipinto d’indio il viso
laccato le tue mani affusate
spento del tutto i tuoi sbiaditi azzurri Continua a leggere “Cercami soltanto…”
di Giuseppe Santoro
Rischiara a ponente il sole
e sulla scura zolla
che poco prima era cemento
sospira il trifoglio Continua a leggere “Rischiara”
Ho rivisto Otranto, con i tuoi occhi, il lungomare la sera, le poche luci fioche, il passo strascicato e lento delle giovani coppie forestiere, distratte effusioni imparentate ai dolci sussurri della risacca agostana.
Ho rivisto i tuoi fianchi, il ventre sporco di sabbia dilavata, le labbra dischiuse in un bisbiglio:- ancora, ancora, ti prego, ancora-. Continua a leggere “Prologo al romanzo ‘La terza luna di marzo’ di Giuseppe Santoro”
di Giuseppe Santoro
Più di me stesso
ho amato i miei figli
più della mia terra
e quanto mio padre ancora,
ho amato anche coloro che
han detto che sapevano amare Continua a leggere “Ho amato”
di Giuseppe Santoro
Spesso guardandoti mi chiedo
perché è così dura la vita
per una madre che ha dato tanto
di più, senza mai chiedere troppo. Continua a leggere “Come le rondini”
di Giuseppe Santoro
Ancora spenta la mia città appare
con le prime luci dell’aurora
sonnecchiano i lampioni
e dormono le bianche case nella quiete,
le piante dei terrazzi al risveglio
tacite schiudono le corolle
a suggere la brina della notte. Continua a leggere “Droghe”
di Giuseppe Santoro
Si spegne una stella
poi un’altra e un’altra ancora
cadono i giorni d’agosto
e si assottiglia il tempo
in vostra compagnia
e lento si avverte il passo
d’un alito d’autunno. Continua a leggere “Voci da lontano”
di Giuseppe Santoro
Potresti non incontrarmi più, mai più
un posto a tavola vuoto racconta
un letto ancora sfatto senza un corpo
una vecchia lettera trentacinque spenta
non battono più i suoi malandati tasti
e un foglio tuttora bianco non comunica,
attende invano che una valente mano
lo metta in riga e gli dia ancora un’anima. Continua a leggere “In un canicolare dì di una partenza”
di Giuseppe Santoro
Lene il suo passo levita
tra le prime brume del mattino
appanna gli intorpiditi sensi di un’estate
che assai greve ha lasciato il segno
silente discreto ne limita i frastuoni Continua a leggere “Lieve è l’autunno”