Ho lasciato decantare a lungo questi versi di Giuseppe Semeraro (che io sia lento, poi si sa), contenuti nella silloge Da qui a una stella, e mi piace l’idea di una restituzione di quanto mi hanno lasciato, di quanto mi ha invitato tornare e a ritornare munito di matita e temperamatite. Continua a leggere “Giuseppe Semeraro: Da qui a una stella”
I versi che seguiranno sono di Alfonso Guida e ritengo compongano uno dei suoi testi più complessi e affascinanti; ne faccio occasione per parlare della figura del poeta e della poesia.
Non sono un critico, sono uno che tenta versi nel duplice significato che possiamo rinvenire nel verbo “tentare”: il primo mette al riparo dal prendermi troppo sul serio; il secondo dice della relazione seduttiva che ho con la parola, del tentativo che faccio di portarla dalla mia parte.
Non sono un critico e non posso nemmeno dire che questa poesia l’abbia analiticamente fatta mia (poco male), tuttavia mi accompagna da un po’. Del resto credo che la parola poetica non debba essere una parola di facile consumo ma una parola con cui cimentarsi (se ci ammalia/ammala). Credo che, in questo nostro tempo in cui tutto si consuma in fretta, la poesia debba essere la sospensione, l’arresto, il sabot. Continua a leggere “Due parole sulla poesia di Alfonso Guida”