Dei quarantanove centri produttori di ceramica esistenti, in tempi storici, sul territorio pugliese, ventinove si trovavano nella provincia di Terra d’Otranto. Di questi, tre furono centri specializzati nella produzione di ceramica smaltata (o Maiolica), Laterza il centro più grande ed importante, Martina franca con una sola bottega, e Nardò seconda al centro laertino. Successivamente a questi sul finire del XVIII secolo si aggiunse Grottaglie che già aveva un antichissima tradizione produttiva, come ad esempio la realizzazione di ceramica graffita ed altro. Continua a leggere “Bianco Neretino: un prodotto di Donato Antonio Bonsegna sulla tavola degli osservanti di Nardò”
Place Publique de la Ville de Nardò (Neretum), Abraham Louis Ducros, acquerello, 1778
Questa è una storia che si svolge a Nardò sul finire del secolo dei lumi, il ‘700, allorquando questo plurisecolare centro produttivo di ceramica esteticamente vincente come la Maiolica, a differenza di altri paesi specializzati in produzioni popolari , aveva intrapreso la strada di un lento ma inesorabile declino, lasciando trasparire solo il ricordo, non lontano, dell’ importanza delle sue produzioni in questa parte della Provincia di terra d’Otranto. Continua a leggere “Salento d’argilla: Le botteghe neretine di ceramica: la vicenda degli eredi e dell’eredità di G. M. Perrone”
Mortier, Pianta prospettica della città di Nardò in Puglia, Amsterdam, 1704
Verso la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo, a Nardò, le produzioni di ceramica dovevano essere in piena decadenza.
Domenico Leonardo Perrone, nato a Nardò il 18 luglio 1714, le risollevò dal declino. Secondo di sei fratelli, era figlio di Giovanni Battista Perrone e di Rosa Rutigliano da San Pietro “degli imbrici” (in Lama) i quali, come tanti, giunsero nella Città in seguito al vasto fenomeno migratorio che vide, nel Seicento, numerosi braccianti riversarsi nei centri più importanti della penisola salentina. Continua a leggere “Salento d’argilla: Domenico Leonardo Perrone ceramista di Nardò: il faenzaro divenuto capitalista.”
Tabelle fu un antico feudo ricadente in territorio di Nardò (Le). Come spesso accade e nonostante il ruolo storico avuto nei secoli passati, molti luoghi spariscono dalla memoria comune diventando parte dei ricordi obliati. Questo è ciò che potrebbe accadere anche per Tabelle ma il lavoro di Riccardo Viganò rappresenta uno dei primi contributi importanti per riportare alla luce le vicende di un feudo già attivo dall’XI secolo.
Il rapporto tra archeologia, ricerca storica e devozione popolare è un tema di grande complessità ed ampiezza; una storia che si può “apprendere” attraverso lo studio di alcuni oggetti con connotati di senso religioso. Ne sono esempio le medagliette devozionali note come li spiragghie o i santini che ben rappresentano una testimonianza della quotidianità del culto. Tali tracce si possono rinvenire, quasi con quotidiana frequenza, nelle nostre campagne, negli scavi edili o nelle vicinanze di complessi cimiteriali civili ed ecclesiastici, sia post-medioevali che moderni, e addirittura nei cassetti dei nonni. Queste tracce forniscono l’opportunità di studiare in modo sistematico le credenze, le devozioni e i pellegrinaggi di una comunità ad esse legati.
Galatina,Chiesa Esaltazione della Croce o Cristu di Tabelle
4. Tabelle in periodo post medievale e moderno.
Negli atti della visita pastorale del vescovo De Justinis del 1485, Tabelle non è menzionato, tuttavia, nonostante i limiti delle fonti documentarie, la mancata attestazione può solo indicare che, come per molti casali del territorio neretino, subì un concreto processo di spopolamento.
Il casale di Tabelle era attraversato, nel medioevo, al centro del suo nucleo abitato, da viabilità importanti per i commerci verso i centri maggiori Lecce, Copertino, Nardò, S. Pietro in Galatina, Cutrofiano, Otranto, ma soprattutto per il passaggio di quella massa di fedeli che andava in pellegrinaggio verso i luoghi di culto del Salento importanti come ad esempio S. Maria di Leuca. Continua a leggere “Piccola guida alla storia di Tabelle: origini e archeologia di un feudo neretino (III parte)”
Tabelle, Chiesa di Santa Lucia particolare, concio di riutilizzato come architrave nell’ ingresso moderno
2. Genesi e morte di un casale medioevale
Nel caso di Tabelle si riscontrano tutte quelle peculiarità in cui di può distinguere un casale medievale. Esso era un insediamento stabile, dotato di quegli strumenti assolutamente necessari per la conservazione e la trasformazione di prodotti agricoli, con un economia generale essenzialmente chiusa, in un periodo dove ogni contatto era limitato solo alle comunità strettamente circonvicine, e fatto salvo i diritti dei feudatari, il prodotto fondamentalmente serviva alla sussistenza interna degli abitanti dello stesso casale. In linea di massima il casale medievale aveva un territorio di sua pertinenza ben delimitato, con la presenza di uno o più luoghi di culto, più luoghi per la sepoltura della popolazione, granai, recinti, stalle per gli animali, pozzi e cisterne per immagazzinare stagionalmente le riserve idriche. Questa sommaria descrizione di una casale medievale rispecchia in pieno quello che era fondamentalmente il casale di Tabelle. Continua a leggere “Piccola guida alla storia di Tabelle: origini e archeologia di un feudo neretino (II parte)”
Il sito dove una volta sorgeva il casale medievale di Tabelle (1) e geograficamente posto a tre chilometri a Nord Est dall’odierno abitato di Galatone e diviso per la sua estensione dai territori comunali della stessa Galatone e Galatina.
Quello che rimane a noi è solo una piccolissima parte dell’antico casale e coincide in parte con le masserie li Doganieri e Monacelle.
L’originale estensione fisico-territoriale del feudo allo stato delle conoscenze attuali è difficilmente calcolabile, i pochi dati ci indicano che territorialmente confinava con i feudi di S. Cosma, Seclì, Fulcignano, fino ai limiti del territorio di Collemeto. Fisicamente facevano parte del territorio di Tabelle, le contrade Padulaci, Tardii, Spina, Rutti; Macarlama e le masserie Doganieri, Caserosse, Malevindi, Monacelle, Latronica e Spina.
Il casale, in alcuni punti, era diviso da limiti territoriali materiali, del feudo di Fulcignano dal “Limes Noncupato” conosciuto come Limitone delle zuse e dal feudo di Tabelluccio dal “il Paretone” e con la motta medievale non più esistente della “Specchia di Mosco”
Fisicamente nell’attuale territorio dei comuni di Galatone e Galatina vi erano presenti numerosi feudi e casali non più esistenti, come ad esempio Fulciniano e San Cosma. Di questi rimangono traccia solo nei toponimi, invece di alcune di esse sono evolute in edifici o masserie, che rappresentano la naturale trasformazione fisica di impianti strutturali precedenti. Tra tutti, escluso Nardò, il solo centro di Galatone e presente nella forma evoluta di un centro urbano moderno.
In antico, come attualmente, i casale era attraversato fisicamente dal più importante corso d’acqua del Salento leccese, cioè dal canale dell’Asso.
Geograficamente il Bacino dell’Asso, interessa un una superficie di 280 kmq, che comprende i centri abitati di Collepasso, Aradeo, Neviano, Seclì, Galatone, Nardò, attraversando i territori comunali di Cutrofiano, Galatina, Santa Barbara. A Nord Est passa dal Villaggio Resta e dalla Masseria dell’Alto, corre lungo le Serre Campilatini, Fiusco e Sant’ Eleuterio.
Con una direzione in senso Nord Ovest-Sud Est, il ramo principale è drenato da una serie di canali, principalmente da il Colaturo e il Sirgole da cui ha origine i quali raccolgono le acque pluviali di altri due fossi presenti il Ruga ed il Fontana. Il canale dell’Asso, dopo aver attraversato il territorio di Nardò, termina a Nord presso la voragine naturale presente in contrada Parlatano dove le acque vengono disperse nelle falde. Geograficamente in nostro canale attraversando il casale di Tabelle costeggia la linea di demarcazione tra i Comuni di Galatina e Galatone.
Appunto la presenza di questo canale, di fondamentale importanza, rende comprensibile la nascita di questo casale. Le acque trasportate da questo canale che in alcuni punti si impaludava potevano assicurare la nascita di un ambiente capace al paesaggio macchioso e boschivo, ricco di fauna, tipico del Salento, alla nascita di un insediamento umano. Anche la toponomastica è indicativa di tale ambiente, sia paludoso con toponimi come Padulaci e Macarlama, che carsici come il toponimo “li rutti” che testimonia la presenza nel territorio di inghiottitoi naturali o “vore”.
La composizione del terreno è argillosa, molto fertile, dovuta alle continue esondazioni dello stesso canale, con roccia affiorante che ne caratterizza il paesaggio. La natura calcarenitica di età pleistocenica del sito inciderà la vita del feudo in periodo Post medievale, con la presenza di importanti attività estrattive, dopo la scomparsa del casale.
Oltre alla presenza di questo canale,un altro fattore determinante è la sua strategica posizione all’incrocio di antichi ed importanti assi viari pubblici sia medievali che post medievali con importanti direttive come Nardò, Galatina, Cutrofiano, Otranto, S. Maria di Leuca.
(continua…)
(1) Il feudo era conosciuto anche con altri nomi come: Tauella, Tavelle, Tanelle.
Bibliografia
Lagna G. , Gestione dei bacini Idrici: il Torrente Asso, in Atti del convegno “ difesa del suolo e gestione delle acque pubbliche nel Salento”, Galatone 25 maggio 1996, p. 13.
Viganò R., Il caso archeologico esemplare di Contrada Monacelle, in”il Giornale di Galatone” n°24 novembre-dicembre 1999
Viganò R., Contrada Monacelle: La cripta De Giorgi, in”il Giornale di Galatone” n°28 luglio-agosto 2000
Viganò R., I Materiali archeologici quotidiani di Contrada Monacelle, in”il Giornale di Galatone” n°30 novembre dicembre2000
Zacchino V, Galatone Antica,Medievale,Moderna:Origine e sviluppo di una comunità Meridionale, Galatina.
Fonte battesimale portatile di probabile produzione neretina. (ph. C. Dell’Aquila 1995 – 316 tav LXVII cat. 3)
Fino a qualche anno addietro quando si asseriva che Nardò fosse stato un importante centro produttore di pregiata ceramica come la maiolica – “faenze” nel passato – era come se si stesse parlando di un animale mitologico o, ancor più, di un fantasma. Se alcuni ne erano a conoscenza, come potevano esserlo collezionisti ed esperti vari, se interpellati in merito alle fattezze e/o alla tipologia delle ceramiche neretine spesso le informazioni che si ricevevano non erano mai documentate poiché in gran parte fondate sul “sentito dire”: “Mi hanno detto che…”, “Ho sentito che…”, “Una volta erano sicuramente così perché me lo hanno detto …”. Continua a leggere “Quando “Faenza” significava Nardò. La storia e le forme ceramiche neretine attraverso i documenti d’archivio”
Non c’è un oggetto per minimo che sia che, concentrandovi sopra l’attenzione, non cresca all’infinito
(L. Tolstoj, “Guerra e pace” – Epilogo)
Mortier, Pianta prospettica della città di Nardò in Puglia, Amsterdam, 1704
Nulla rimane a Nardò, in provincia di Lecce, della sua tradizione di produzione ceramica pregiata come la Maiolica, nei secoli addirittura vantata, come anche nella popolazione che abita questo magnifico centro. Neanche il ricordo, niente, neanche una targa su un muro, in quella che una volta veniva chiamata la strada dei “Piattari”. D’altronde ora viene chiamata, come almeno da centosessanta anni, via Pellettieri. Continua a leggere “Nardò e la sua importanza nelle produzioni di maiolica in Terra d’Otranto”