Scrittori salentini

In viaggio con il prode Lucio Coppini verso le terre di Ciociaria

Il dottor Babbarabbà, gli òrapi e altri misteri ciociari

“Per trovarmi in un luogo comune non ho necessità di viaggiare e nemmeno di muovermi: ci arrivo in un istante montando sull’astronave della mia stupidità” (Il dottor Babbarabbà, “Minestrone con carrube”, Proemio, luglio 2014).  

Rocco Forgione
Rocco Forgione: Torino magica

 

In quella fase critica della sua esistenza, per prevenire il fatal rincoglionimento tipico del pensionato accidioso e, stanco di ripetere ogni giorno le solite azioni stereotipate, si era finalmente deciso a cambiar vita, a tirar via il culo dal divano e a cominciare a viaggiare per il mondo per sperimentare la realtà in modo diretto, attraverso la percezione dei suoi sensi, per vedere, sentire, toccare, annusare: era ora di farla finita con i luoghi comuni e cominciava l’era dei luoghi… “propri”!.

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Scrittori salentini

Il destino dello scribacchino

di Mina Borrelli

Karl Pavlovich: Ritratto del conte Perovsky (lo scrittore Anton Pogorelsky) – olio su tela, 136×104, The State Hermitage Museum

Lei domanda se i suoi versi siano buoni. Lo domanda a me. Prima lo ha domandato ad altri. Lei guarda all’esterno, ed è appunto questo che ora non dovrebbe fare. Nessuno può darle consiglio o aiuto, nessuno. Non v’è che un mezzo. Guardi dentro di sé. Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere; verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore; confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere? Questo soprattutto: si domandi, nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere? Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice “IO DEVO” questa grave domanda, allora costruisce la sua vita secondo questa necessità. (…) Un’opera d’arte è buona se nasce da necessità. (…) Guardi dentro di sé, esplori le profondità da cui scaturisce la sua vita.
Rainer Maria Rilke da ”Lettere a un giovane poeta”

Quella domanda iniziale, proposta da Rainer Maria Rilke, ha il sapore di una domanda “esistenziale”. Continua a leggere “Il destino dello scribacchino”

Tradizioni

Il mistero della morte

Assoluzione al tumulo. Ultima parte della Missa da requiem, secondo il rito tridentino (Disegno d'epoca)
Assoluzione al tumulo. Ultima parte della Missa da requiem, secondo il rito tridentino (Disegno d’epoca)

La nostra epoca è l’età delle perifrasi. Il cieco è diventato non vedente, il sordo non udente, lo spazzino operatore ecologico, il portatore di handicap diversamente abile. Così pure, ritenendo un’offesa il termine vecchiaia, lo si è sostituito con “terza età”… come se un espediente letterario possa cambiare la realtà delle cose. Ma è la parola morte ad essere stata bandita, più di ogni altra, dal vocabolario corrente!

Eppure scienza e tecnologia, con i loro deliri di onnipotenza, si infrangono contro l’inesorabile decadimento fisico di ogni essere vivente. Si camuffano vecchiaia e malattia, ma la morte è impossibile nasconderla. Continua a leggere “Il mistero della morte”

Arte, Cultura salentina, Storia

L’arcivescovo Cuccarollo. Il primate del Salento che fu nemico della cartapesta

Mons. Cuccarollo in una foto d'epoca
Mons. Cuccarollo in una foto d’epoca

L’arcivescovo Cornelio Sebastiano Cuccarollo resse l’arcidiocesi di Otranto tra il 1930 e il 1952, nel difficile arco temporale che abbraccia gran parte dell’era fascista e il primo dopoguerra. Il suo lungo episcopato è uno dei più contraddittori nella plurimillenaria storia dell’arcidiocesi idruntina. Uomo di santa vita, fra Cornelio da Mussolente era un cappuccino di origine veneta, traslato a Otranto dalla diocesi dauna di Bovino. Una caratteriale impulsività lo condusse in più occasioni a scelte pastorali discutibili e a contrasti interni ed esterni alla sua sede.

Una delle questioni più scottanti è quella riguardante la lotta del Cuccarollo all’impiego religioso di manufatti artistici in cartapesta leccese. Il suo manifesto programmatico è contenuto nella disdicevole lettera inviata nel 1933 a mons. Spirito Chiappetta, presidente della Pontificia Commissione centrale per l’Arte Sacra. È alle porte la 1ª settimana d’Arte Sacra per il clero, organizzata a Roma per l’ottobre dello stesso anno.
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Storia

Le origini del Cristianesimo in Terra d’Otranto

Il tacco e la punta dello stivale italico, secondo l'antica ripartizione geografica
Il tacco e la punta dello stivale italico, secondo l'antica ripartizione geografica

Cercare di determinare con rigore storico tempi, modalità e vicende riguardanti la prima diffusione del Cristianesimo in Terra d’Otranto certo non è impresa facile. Se infatti, per la scarsità di testimonianze archeologiche e documentarie, ben poco conosciamo delle comunità pugliesi dei primi tre secoli dell’era cristiana, ancor più oscuro appare il processo di cristianizzazione della penisola salentina.

Sono gli atti di tre concili a fornirci le prime notizie circa l’istituzionalizzazione della Chiesa pugliese. Da essi sappiamo che al Concilio di Arles, nel 314, partecipò un tale Pardo, vescovo di Salpi, città dauna a sud di Siponto, per discutere sulla questione donatista. Nel 325, invece, a Nicea, nel tentativo di arginare l’eresia di Ario, abbiamo notizia della presenza di un tale Marcus Calabriae, secondo alcuni vescovo di Brindisi e per altri di Otranto. Continua a leggere “Le origini del Cristianesimo in Terra d’Otranto”

Gastronomia, Tradizioni

A Tavola dalla signora Adele

Tavola di san Giuseppe

Poche tradizioni sopravvivono e si tramandano, di madre in figlia, come quella legata alle Tavole di San Giuseppe, tipiche di alcuni paesi nel Salento ma con richiami e somiglianze anche in altri luoghi in Italia, in Sicilia ad esempio. Una Tavola di San Giuseppe, vista dall’esterno, non si differenzia in fondo più di tanto da una tavola in festa imbandita con pietanze salentine di vario genere. A renderla così particolare però sono gli invitati a questo pranzo. Invitati di tutto rispetto. Niente di meno che la Sacra Famiglia insieme ad altri Santi. E la devozione, unita all’innato senso di ospitalità salentino ed al desiderio di offrire il meglio ai propri commensali, fa’ si che ogni Tavola rappresenti al meglio la persona che la allestisce, non solo come padrona di casa ma anche come “donna di casa” e donna piena di fede. Continua a leggere “A Tavola dalla signora Adele”

Scrivere il Salento

Castro: purissima perla del Salento

di Rocco Boccadamo

Castro
Veduta delle mura di Castro

Castro, mio grande amore: la purissima perla del Salento, incastonata fra illuminanti fuochi di storia e sfavillii di modernità

Non sembra per niente di sognare, si avverte anzi una sensazione concreta, quasi che la divina Pallade Atena per i greci o dea Minerva per i romani – il cui nome costituisce parte integrante dell’appellativo originale del piccolo borgo di cui mi accingo a dire, appunto Castrum Minervae – forse a causa di una cocente delusione, avesse lasciato stillare da queste parti una piccola pioggia di lacrime, lacrime che, penetrando poi nel terreno e irrorandolo, si sarebbero trasformate in un humus del tutto speciale, a sua volta fonte e origine di una vasta gamma, meglio un concentrato, di bellezze naturali straordinarie e mirabili che si riscontrano diffuse in questa ridente e amena plaga del sud Salento. Continua a leggere “Castro: purissima perla del Salento”

Scrivere il Salento

Itinerari d’arte nel Salento: la Basilica di S. Caterina di Alessandria a Galatina

di Rocco Boccadamo

Santa Caterina, Portale daccesso - Galatina

Ogni tanto, la domenica mattina, vado ad ascoltar la Messa in una chiesa francescana che, a mio avviso, merita a buon titolo di essere definita senza uguali in Puglia: quella, dedicata a S. Caterina di Alessandria, che si erge, con composta maestosità e in una veste di singolare bellezza, nel centro storico di Galatina.

A proposito di tale monumento, devo sottolineare una cosa: sebbene mi sia capitato di accedervi e di ammirarlo oramai diverse volte, in ogni singola occasione avviene come se vivessi l’afflato emotivo del magico godimento che avvertii al primo contatto, tanto è il senso di gioia e di estasi che mi pervade nel soffermarmi al cospetto delle meraviglie artistiche, soprattutto affreschi, che vi si trovano racchiuse. Continua a leggere “Itinerari d’arte nel Salento: la Basilica di S. Caterina di Alessandria a Galatina”

Cultura salentina

Il ricordo di Italo Palasciano

di Michele Lenti

Da sinistra Cosimo D'Angela, l'assessore Elio Michele Greco e Nico Blasi
Appuntamento con il ricordo di Italo Palasciano quello svoltosi presso il salone di rappresentanza dell’Associazione Artigiana di Martina Franca, organizzato dal Gruppo Umanesimo della Pietra. Giornalista professionista, Italo Palasciano (Alberobello, 12 marzo 1927 – Bari 13 febbraio 2007), all’indomani dell’ultima Guerra Mondiale e fino al 1982, è stato redattore per la Puglia del quotidiano “L’Unità”, in qualità di esperto dei problemi dell’agricoltura pugliese e della sua storia; in precedenza aveva collaborato con “Paese Sera”, mentre per conto dell’Istituto Feltrinelli era stato fra i curatori della “Bibliografia della stampa operaia e contadina in Puglia dal 1846 al 1924”. Continua a leggere “Il ricordo di Italo Palasciano”

Architettura

Il Castello di Corigliano d’Otranto: i torrioni

di Maurizio Nocera

I Torrioni nello studio di G.O. D’Urso e S. Avantaggiato

Corigliano d'Otranto, castello, torrione

Nel precedente articolo circa il Castello di Corigliano d’Otranto è emersa prepotentemente la funzione difensiva di questa struttura che è dunque assimilabile a quella di una vera e propria fortezza. Nello stesso studio D’Urso-Avantaggiato (1) particolarmente interessante è la trattazione circa l’attribuzione e il significato del programma epigrafico dei Torrioni del Castello  che è foriero di suggestive riflessioni. Scrivono gli autori che: «concentrando l’attenzione sul prospetto dei torrioni si scorgono i bassorilievi che li decorano e l’abbinato repertorio epigrafico. Continua a leggere “Il Castello di Corigliano d’Otranto: i torrioni”

Cultura salentina

Cercando le Caremme (2)

Caremma salentina

A Caremma pizzicotta, face u casu e la ricotta
e li face scusi, scusi cu nu lla vitine i carusi,
e li face chianu chianu, cu nu lla vite u guardianu.

A Gallipoli la Caremma è la madre “te lu Titoru” (la maschera locale che muore per le gozzoviglie del martedì grasso), a Martina Franca è la “Quarantena”, riempita di dolci e frutta per la gioia dei bambini, ad Oria è la “Quaremma”, che ha come “corredo” anche una bottiglietta d’olio (per alimentare la lampada che le consentirà di continuare a lavorare di notte), una d’aceto (a simboleggiare la ristrettezza economica) e 7 fichi secchi o taralli oltre al fuso. Continua a leggere “Cercando le Caremme (2)”

Architettura, Saggio

Il Castello di Corigliano d’Otranto: la fortezza

di Maurizio Nocera

La fortezza nello studio di G.O. D’Urso e S. Avantaggiato

Corigliano d'Otranto: castello, facciata

Chi osserva oggi lo splendido castello di Corigliano d’Otranto è consapevole che, dal 1999 proprietà del Comune, non è più visibile come lo era un tempo. Oggi lo circondano numerose nuove e, per certi aspetti, brutte abitazioni costruite dal secondo dopoguerra. Per di più, dal Settecento «il Castello ha subito continui cambi di destinazione d’uso (frantoio, sede della Guardia di Finanza, abitazione privata, mulino, fabbrica e deposito di tabacchi) che hanno deturpato e stravolto le strutture interne originali». Queste parole, tratte dall’interessante lavoro “Il Castello di Corigliano d’Otranto”(1) di Giuseppe Orlando D’Urso e Sabrina Avantaggiato sono la premessa per parlare di questa ricerca circa il Castello coriglianese. Continua a leggere “Il Castello di Corigliano d’Otranto: la fortezza”