Il dottor Babbarabbà, gli òrapi e altri misteri ciociari
“Per trovarmi in un luogo comune non ho necessità di viaggiare e nemmeno di muovermi: ci arrivo in un istante montando sull’astronave della mia stupidità” (Il dottor Babbarabbà, “Minestrone con carrube”, Proemio, luglio 2014).

In quella fase critica della sua esistenza, per prevenire il fatal rincoglionimento tipico del pensionato accidioso e, stanco di ripetere ogni giorno le solite azioni stereotipate, si era finalmente deciso a cambiar vita, a tirar via il culo dal divano e a cominciare a viaggiare per il mondo per sperimentare la realtà in modo diretto, attraverso la percezione dei suoi sensi, per vedere, sentire, toccare, annusare: era ora di farla finita con i luoghi comuni e cominciava l’era dei luoghi… “propri”!.
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