
…il fumo sale dritto tra le tende di cotone
e la luna affacciata sul terrazzo di fronte,
come l’aquilone che mi portava a spasso
sulla strada dietro la scuola, Continua a leggere “…un filo di fumo…”
Rivista di pensiero e cultura meridionale
…il fumo sale dritto tra le tende di cotone
e la luna affacciata sul terrazzo di fronte,
come l’aquilone che mi portava a spasso
sulla strada dietro la scuola, Continua a leggere “…un filo di fumo…”
Note intorno all’equivoco ‘barocco’ nel Salento (parte prima)
“… il barocco leccese è un tema eccezionale, o eccentrico, ma paradigmatico: l’argomento si presta all’analisi di una produzione di tipo artigianale e di senso collettivo nonché a lumeggiare il meccanismo storico per il quale solo nel Settecento e riformisticamente si produce il passaggio – altrove in atto da tre secoli – dalla vecchia situazione alla nuova che è caratterizzata dal distacco tra attività di progettazione ed esecuzione materiale dell’opera. Questo ritardo ha l’effetto di saldare la parabola storica moderna attraverso un lungo medioevo baroccheggiante, senza percorrere i passaggi del rinascimento, del manierismo e del barocco stesso linguisticamente inteso nel senso più proprio”.
(In Strutture e personalità del Barocco leccese, cap. I, pag. 11, in Architettura Barocca a Lecce e in terra di Puglia, Maurizio Calvesi e Mario Manieri-Elia, Carlo Bestetti – Edizioni D’Arte, Milano-Roma. Fotografie di Maurizio Puolo, Dicembre 1970). Continua a leggere “Il vuoto e l’eccedente”
di Paolo Marzano
Situata sullo spuntone di roccia che guarda sulla grande baia, la torre Uluzzo, ormai ridotta a rudere, abbraccia l’ampia veduta. Da torre dell’Alto a torre Inserraglio, scruta l’orizzonte da perfetta vedetta.
Evidente il suo stato di alterato abbandono e l’indifferenza generale per questi monumenti storici, ma, alquanto evidente, è anche la grande potenzialità dei luoghi e del paesaggio. Il ripristino ‘virtuale’ della torre antica del ‘Crustano’ o di Uluzzo, ritengo sia un atto dovuto alla nostra intelligenza e al rispetto dell’onestà intellettuale di tutti coloro che, ogni giorno, ricercano studiano e si appassionano al nostro territorio, volendone difendere i valori originari più importanti.
Continua a leggere “Risorge, sulla Baia d’Uluzzo, l’immagine dell’antico ‘Crustano’”
…rimetti in tasca il pugno, raccogli da terra il sangue,
chiudi l’uscio della casa paterna e vieni tra i tuoi sogni.
Piove come fosse notte, sulla selva delle rondini,
mentre il volo della gazza si confonde alle parole,
e plana triste, su un grido di bimbo lontano. Continua a leggere “…rimetti l’ora…”
di Paolo Marzano
Colgo con interesse, l’occasione offertami dalla nota a margine che il sagace commentatore, aggiunge al mio ultimo articolo: Il Salento delle città apparate: l’irlandese pozzo di San Patrizio, a Nardò per cui ritengo sia estremamente utile, ampliare la riflessione, coinvolgendo più particolari nella descrizione (inerente ‘la lettura’ dell’altare preso in esame e situato nella cattedrale di Nardò, di cui parla lo scritto) per poi trarne maggiori elementi di confronto e verifica.
e sempre mi innamora l’incanto.
quello lasciato al vento
a coprire le parole,
a pensare ancora un’alba, Continua a leggere “…e sempre mi innamora l’incanto…”
Eisoptrofobia. È questo il complicatissimo vocabolo clinico che indica la paura degli specchi, quella persistente e ingiustificata fobia dell’oggetto in quanto tale e del vedere la propria immagine riflessa in esso. Naturalmente presente in qualche soggetto, può però derivare anche da una particolare esperienza traumatica vissuta nel corso della fanciullezza. Questa stravagante patologia, infatti, si configura assai spesso come il punto di convergenza tra psicosi e superstizione, proprio come si può riscontrare in un’antica credenza popolare salentina. Continua a leggere “La paura dello specchio nelle credenze popolari del Salento”
La nostra epoca è l’età delle perifrasi. Il cieco è diventato non vedente, il sordo non udente, lo spazzino operatore ecologico, il portatore di handicap diversamente abile. Così pure, ritenendo un’offesa il termine vecchiaia, lo si è sostituito con “terza età”… come se un espediente letterario possa cambiare la realtà delle cose. Ma è la parola morte ad essere stata bandita, più di ogni altra, dal vocabolario corrente!
Eppure scienza e tecnologia, con i loro deliri di onnipotenza, si infrangono contro l’inesorabile decadimento fisico di ogni essere vivente. Si camuffano vecchiaia e malattia, ma la morte è impossibile nasconderla. Continua a leggere “Il mistero della morte”
Testimoni silenziosi delle prime espressioni del sentimento umano, di un passato che ancora non conosceva la civiltà messapica, i dolmen (dal bretone “tol”, piatto, largo e “men”, pietra) e menhir (dal bretone “men”, pietra e “hir”, lungo) sono costruzioni megalitiche, disseminate lungo la penisola salentina, la cui origine e funzione restano avvolte da un’aura di mistero. Continua a leggere “Pietre antiche: dolmen e menhir del Salento”
di Paolo Marzano
“Place publique de la ville de Nardò (Neretum)”. E’ titolato così l’acquerello di Abraham Louis Ducros del 1778. La scoperta di nuove tracce che testimoniano il passato di una città, affascinano e incuriosiscono, specialmente, gli appassionati di queste tematiche. D’altronde, rappresentano visioni, ma anche prove di una storia che con il tempo, stratifica modi di vivere, emozioni, usi, costumi e sensazioni che la città regala.
Si tratta di un disegno importante e carico di informazioni che coincidono, in parte, con la realtà odierna, e che, se analizzato a fondo, evidenzia particolari molto interessanti.
…vivere a metà di un attimo, in attesa,
inseguire il vento nella pianura dei martiri,
dove il mare chiude la strada al passo,
qui nel cielo vespertino del santo, Continua a leggere “Era un morso”
Cercare di determinare con rigore storico tempi, modalità e vicende riguardanti la prima diffusione del Cristianesimo in Terra d’Otranto certo non è impresa facile. Se infatti, per la scarsità di testimonianze archeologiche e documentarie, ben poco conosciamo delle comunità pugliesi dei primi tre secoli dell’era cristiana, ancor più oscuro appare il processo di cristianizzazione della penisola salentina.
Sono gli atti di tre concili a fornirci le prime notizie circa l’istituzionalizzazione della Chiesa pugliese. Da essi sappiamo che al Concilio di Arles, nel 314, partecipò un tale Pardo, vescovo di Salpi, città dauna a sud di Siponto, per discutere sulla questione donatista. Nel 325, invece, a Nicea, nel tentativo di arginare l’eresia di Ario, abbiamo notizia della presenza di un tale Marcus Calabriae, secondo alcuni vescovo di Brindisi e per altri di Otranto. Continua a leggere “Le origini del Cristianesimo in Terra d’Otranto”