Arte, Territorio

Maglie: un monumento alla volontà di fare e di imparare

di Antonio Giannuzzi

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Maglie, Statua degli Artigiani (Alfredo Refolo, 2012)

 

Fu la Commissione Consiliare del Territorio che nel luglio 2004, sindaco Chirilli, che aveva espresso la volontà di rappresentare e valorizzare quello che era stato l’artigianato locale, immaginando un monumento che oltre a celebrare quella attività, fornisse l’occasione per contribuire all’arredo urbano, da tempo trascurato. Il monumento doveva ricordare le grandi capacità, che tanto lustro avevano dato alla città di Maglie, le stesse capacità, non trasmesse e disperse con la scomparsa di chi le possedeva. L’idea, non era un monumento fine a se stesso, ma l’occasione per fare, concretamente, qualcosa per la categoria, valorizzando chi queste doti le possedeva. Un primo passo, per incominciare a sostenere concretamente quanti ne avessero le capacità. Inoltre, si voleva che la strada adiacente la piazzetta Rosetta Palma, dove il monumento sarebbe stato collocato, si trasformasse “ in strada degli artisti”, rendendola pedonale e incrementando la presenza delle botteghe, dando la possibilità di esporre, anche per strada, le loro opere.

Il primo passo era quello di dare l’incarico proprio ad un magliese che ne avesse le capacità, offrendogli l’occasione di una vetrina importante per valorizzarne le sue doti. Questo nome c’era, lo conoscevo bene ed

operava proprio in quella stradina, si trattava di Alfredo Refolo, artista con una forte personalità che emerge dalle sue opere tormentate, a tratti forti e spigolosi, ma che interpretano bene ciò che le sue opere rappresentano e dove la sua mano è riconoscibilissima. Non fu facile, arrivare ad affidare tale compito proprio a lui, perché molti ostacoli, formali e non, sorsero per impedire tale incarico. Si fecero dei regolamenti, si fecero dei bandi, si fece una gara e una commissione giudicatrice, che non produssero elementi tali da costringere a deviare dall’idea, fortemente perseguita di incaricare l’artista locale; cosa che dopo difficoltà varie, avvenne, assegnando l’incarico proprio ad Alfredo Refolo. Il compenso, pattuito lo definirei formale, trattandosi di solo 15.000€ più spese di trasporto e basamento. Un prezzo talmente irrisorio, per un’opera ricavata da un blocco unico di marmo alta 2 metri e larga 1, da sembrare proprio un regalo alla città, anche perché i costi, se pur contenuti, non sono ricaduti sui cittadini, come sempre accade, ma finanziati grazie agli introiti rivenienti da un nuovo regolamento per la localizzazione delle antenne di telefonia mobile, voluto dalla stessa commissione territorio, i cui frutti continuano, con maggiore consistenza, a confluire nelle casse del comune.

La ricerca del marmo, ebbe delle difficoltà nonostante l’impegno, in questa occasione, dell’ing. Puce, anche per le poche risorse. Dopo aver visitato le cave di Trani, senza risultati, lo stesso Refolo pensò di utilizzare un marmo egiziano, che comportò una lunga attesa a causa, di difficoltà stagionali ed anche per l’ agitazioni popolari, nella regione di provenienza. Dopo tanta attesa, ad inizio 2007, il masso arrivò, l’opera poteva iniziare e, dopo una prima sagomatura meccanica, fu trasferito nella campagna di proprietà dello stesso Refolo, dove, quando il tempo lo consentiva, il lavoro procedeva con impegno e fatica, perché la pietra, costava meno, ma era di una durezza tale che solo lui poteva avventurarsi in tale pesante lavoro. Fu scartata, in quella occasione, la prevista possibilità di realizzare l’opera direttamente sulla piazzetta, in un laboratorio aperto, stimolando la curiosità dei passanti.

Sono passati 8 anni dall’idea e finalmente, il 31 luglio di quest’anno, il monumento è stato eretto sul suo basamento. Tanto lavoro è stato compensato da un risultato importante, insperato che arricchisce ora la città, sia di un vero artista che ha dimostrato la sua maturità, sia di un manufatto artistico che contribuisce ad arredare la pizzetta Rosetta Palma, rendendola più accogliente.

L’opera, trasmette il senso del lavoro, della volontà di fare e dell’imparare, premesse essenziali per chi l’arte e l’artigianato di qualità lo vuole vivere, per poi, a sua volta, trasmettere. E’ il senso di questo monumento,

dai tratti forti, dai volti impegnati e assorti in quello che fanno, forse, non da tutti condiviso, sta proprio nella dedica apposta sul lato posteriore del basamento che dice:

A llu mesciu ca ole mmoscia

A llu discibbulu ca ole mmpara

1 pensiero su “Maglie: un monumento alla volontà di fare e di imparare”

  1. Vincenzo, ti ringrazio per aver pubblicato l’articolo, perchè mi sembrava necessario lasciare una traccia per come si è arrivati a realizzare il monumento, nonostante l’ostracismo di molti politici, pronti ad assumersi i meriti, una volta installato.

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