Architettura, Cultura salentina

Il Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce (Parte II)

di De Florio Pietro

Fig. 8 – Portale

Il Portale 

In stile rinascimentale è la parte più significativa dell’intero edificio, iniziando dal basso, i quattro basamenti delle colonne sono alti sette moduli, le corrispondenti colonne binate corinzie ne misurano venti (un modulo corrisponde al raggio della colonna, secondo il trattato del Vignola) [Barozzi detto il Vignola 1565, in Laudisa 1969, II, p. 141 – 143], per 1/3 sono rudentate e scanalate (fig. 8). Continua a leggere “Il Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce (Parte II)”

Cultura salentina

Il Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce (Parte I)

di De Florio Pietro

Fig. 1 – Veduta generale e ripartizione in rettangoli della facciata

Introduzione

Spesso nel Salento ex fortezze o castelli, agli inizi del sec. XVII subirono  radicali rifacimenti, trasformandosi in  palazzi nobiliari residenziali [Cazzato 2001, p.56; Carducci 2006, pp. 161-162 ]. Stessa sorte toccò al palazzo ducale Di San Cesario di Lecce. Fu la famiglia Guarini che nel 1626 realizzò i lavori di riedificazione, poi lo stabile passò alle famiglie Bocci e Vaax D’Andrade e, infine, nel 1703 ne acquisirono il possesso la schiatta ducale dei Marulli [Arditi 1879 -1885, p.526], nel 1703. Continua a leggere “Il Palazzo Ducale di San Cesario di Lecce (Parte I)”

Cultura salentina

Festa patronale di Maria ss. Annunziata in Tuglie

di Lucio Causo

Negli atti dell’archivio diocesano che documentano una visita pastorale del Vescovo di Nardò,  mons. Ludovico De Pennis, il 14 maggio 1452, nel Casale Tullie, sono indicate due cappelle rurali: “Ecclesia Sancte Marie Nunciate” e “Ecclesia Sancte Marie in Casali Tuglie”. La prima era situata nella contrada rurale omonima, in atti successivi riportata come “Nuntiata Vecchia di Tuglie”, al limite territoriale tra il piccolo feudo di Tuglie, quello di Parabita e quello di Gallipoli; mentre l’altra piccola cappella rupestre si trovava all’interno del Casale che poi fu sostituita dall’attuale chiesa matrice dedicata a Maria SS. Annunziata. Continua a leggere “Festa patronale di Maria ss. Annunziata in Tuglie”

Cultura salentina

Pasqua 2024

©Gianfranco Budano: Gallipoli, riti del venerdì santo
©Gianfranco Budano: Gallipoli, riti del venerdì santo

Quando ero bambino, nella mia grande casa patriarcale, in tempo di Pasqua, arrivava mio zio, mio zio monsignore. Con la sua lunga tonaca nera, col suo breviario ricco di nastrini colorati e misteriose pagine dorate. Continua a leggere “Pasqua 2024”

Cultura salentina, Tradizioni

Annunciazione di nostro Signore

di Lucio Causo

Sin dalla sera della vigilia dell’Annunciazione di Gesù Cristo, cominciava l’esodo dei giovani che si recavano alla festa della “Nziata” (Annunziata) in Tuglie. Era la prima festa che veniva celebrata nella nuova stagione primaverile e per gli appassionati della musica lirica, delle luminarie, dei fuochi d’artificio e soprattutto del bicchiere di vino accompagnato dal pezzetto di carne alla “pignata” (pentola d’argilla), cominciava il giro delle feste che ogni mese li portava in un paese diverso per una festa diversa. Continua a leggere “Annunciazione di nostro Signore”

Cultura salentina

San Giuseppe  nella tradizione popolare

Lucio Causo

Guido Reni: San Giuseppe con in braccio il bambino,1620

San Giuseppe fu padre adottivo di Gesù Cristo, di mestiere falegname, fu “un uomo giusto”.  Dopo la nascita di Gesù a Betlemme dovette rifugiarsi in Egitto con Maria e il Bambino per sfuggire alle persecuzione di Erode e poi, quando Erode morì, ritornò nella terra di Israele. Con la sua famiglia presero la residenza a Nazareth. L’episodio  del dodicenne Gesù perso durante il ritorno dalla festa di Pasqua a Gerusalemme ci mostra San Giuseppe fedele alla sua funzione di custode di Gesù e marito di Maria. Non si sa quando morì, ma certamente fu prima della crocifissione di Gesù. Continua a leggere “San Giuseppe  nella tradizione popolare”

Antropologia culturale, Cultura salentina, Scrivere il Salento, Territorio, Tradizioni

La Caremma salentina

di Lucio Causo

Caremme salentine

Nella tradizione popolare del Salento, la Caremma (o Quaremma) è un pupazzo di paglia dall’aspetto di una vecchia vestita di nero che simboleggia la Quaresima. Esso viene confezionato con della paglia per ottenere il busto completo di braccia e gambe. Le mani sono costituite da un paio di guanti neri attaccati alle maniche della maglia. Continua a leggere “La Caremma salentina”

Cultura salentina

Ipotesi sul transetto “di genere” del San Domenico di Nardò

di Paolo Marzano

Per la descrizione della facciata di San Domenico di Nardò si rimanda all’interessante ed estesa letteratura che ne elenca e confronta i diversi particolari, comprese le dettagliate note afferenti ai diversi autori, i cui testi sono da ricercare e accuratamente consultare, soprattutto alla luce della pubblicazione delle ultime ipotesi, sostanzialmente differenti dalle prime indagini (anni ‘70 – ‘90), e al puntuale panorama critico che legge ancora come “goffo”, “ironico”, “bizzarro” il tono della facciata (nel 1999), evolvendo poi nell’individuazione di un’originale opera manifesto di denuncia dell’eresia, ‘bibliograficamente’ imperversante in queste terre, di cui i profili chiari in facciata, della serie di identità “infedeli” o ancora da evangelizzare (nel 2019). Continua a leggere “Ipotesi sul transetto “di genere” del San Domenico di Nardò”

Cultura salentina

Cucina salentina

di Lucio Causo

Basta recarsi ad un mercato di frutta e verdura per vedere che il menù salentino è quanto mai ricco e vario: banchi colmi di verdure, ortaggi, frutta e tutt’attorno macellerie, salumerie, pizzicagnoli, pescivendoli che decantano ad alta voce la qualità della merce e suggeriscono alle massaie invitanti proposte culinarie. La verdura che altrove è solitamente un contorno, qui da noi è un apprezzato primo piatto. Con tutto il sole che riceve, la cura dei contadini e la buona terra su cui cresce, non può essere relegata al ruolo di contorno. Una “croce” di olio (per condimento), come dicevano le nonne d’altri tempi (quello locale) e l’appetito vien mangiando. Continua a leggere “Cucina salentina”

Cultura salentina

La Focara di Sant’Antonio

di Lucio Causo

La Focara di Novoli (Lecce) (foto Fondazione Notte Taranta – 18 agosto 2016)

Ogni anno, in occasione della festa di Sant’Antonio, nel Salento si assiste a un rito che ha origini molto antiche, in grado di affascinare grandi e bambini. Anche quest’anno, il 16 gennaio, si è ripetuta la magia della Focara di Novoli, evento dell’inverno salentino molto atteso da curiosi, turisti, pellegrini e devoti. Più di ottantamila fascine di tralci di vite secchi sono state utilizzate, sapientemente intrecciate, sopra il cumulo di legna ed altri materiali, per essere bruciate al tramonto della vigilia in onore di Sant’Antonio abate, venerato a Novoli da oltre quattro secoli. Continua a leggere “La Focara di Sant’Antonio”

Cultura salentina

L’Amor terreno nella ricorrenza valentiniana

di Pietro De Florio

Gli affreschi della prima campata in Santa Caterina d’Alessandria a Galatina (basilica realizzata tra il 1383  e il  1391 e cicli pittorici ultimati intorno al 1463), raffigurano sulle pareti della prima campata (bestia, falso profeta ecc.) la vicenda dell’Apocalisse di Giovanni in cui si vedono il Cristo che si batte contro le forze del male, la meretrice, la corrotta Roma/Babilonia e altre terribili figure. Sulle vele della volta, invece, sono dipinte le allegorie delle virtù, protagonista è la donna apocalittica impegnata a fronteggiare il drago (vittoria delle virtù) e, forse, indirettamente si tratterebbe di un richiamo allegorico alle drammatiche vicende di Maria D’Enghien (che insieme al marito Raimondello furono i fondatori della chiesa). Continua a leggere “L’Amor terreno nella ricorrenza valentiniana”

Cultura salentina

Salento e natura

di Lucio Causo

La cucina salentina si basa principalmente sui prodotti della natura: verdure e ortaggi, come peperoni, patate, zucchine, melanzane, carciofi, bietole, cicorie, asparagi, rape, cavoli, cipolle, zanguni e paparina (tarassaco e foglie appena germogliate di papavero rosso) e pampasciuni (lampascioni, da mangiarsi lessati, arrostiti o fritti). Seguono poi i legumi, come ceci, fagioli, fave, lenticchie, cicerchie e piselli. E per completare le ricette salentine non possono mancare le erbe e gli odori come rucola selvatica, rosmarino, origano, salvia, timo, basilico, zafferano, prezzemolo, aglio, e peperoncino (famosa la qualità quarda ‘n cielu, piccantissima). Continua a leggere “Salento e natura”