di Lucio Causo
Nella primavera del 2017, in occasione di un presunto avvistamento del fantasma di Napoleone a Lucca, lo scrittore Vittorio Messori pubblicò un articolo sul Corriere della Sera in cui raccontava di un altro curioso avvistamento di Napoleone ben prima della sua nascita.
Messori precisava che nel 1200 viveva a Lucca santa Zita, che per tutta la sua esistenza lavorò come domestica in una ricca famiglia della città, la famiglia Fatinelli, compiendo miracoli e praticando opere di carità. Durante le sue veglie, la futura santa sarebbe stata tormentata da demoni che volevano distrarla dalla retta via; tra questi, un diavolo che, sotto la minaccia del rosario, sarebbe stato obbligato a rivelare il suo nome: Napoleone. Continua a leggere “Un diavolo di nome Napoleone”
Categoria: Cultura salentina
L’affondamento del Sommergibile Jantina
5 luglio 1941, L’affondamento del Sommergibile “Jantina” nel Mare Egeo
di Lucio Causo

Il sommergibile Jantina apparteneva ai battelli della serie “Argonauta” che furono i prototipi della classe “600”, riprodotta poi in diverse serie e furono enumerati tra le migliori unità subacquee italiane. Continua a leggere “L’affondamento del Sommergibile Jantina”
‘GOSSIPPARÌA’
di Titti De Simeis

I social da chiacchiericcio: una combriccola virtuale di gente che si adopera per farsi i fatti di tutti; dalle notizie pubbliche a quelle appartenenti alla sfera emozionale più riservata. Certo, ognuno è libero di esprimersi, di parlare di sé, mettersi in luce o scegliere di non farlo. Continua a leggere “‘GOSSIPPARÌA’”
Su Apocalisse apocrifa, di Giuseppe Semeraro
di Luca Crastolla
Secondo il biblista francese Paul Beaushamp tutta “la letteratura apocalittica nasce per aiutare a sopportare l’insopportabile”. Forse tutta la poesia, l’arte tutta, in tal senso può essere definita apocalittica. Lo possiamo affermare con Shiller il quale in Sul fondamento del piacere prodotto dagli oggetti tragici sostiene che il fine dell’arte è il piacere, dove il piacere non è ridotto al godimento, alla semplice sensazione, ma si eleva al grado di riflessione. È questa accezione del piacere a placare le ansie in momenti di estrema crisi, questa accezione a fornire una speranza e un indirizzo. Continua a leggere “Su Apocalisse apocrifa, di Giuseppe Semeraro”
Chiesa del Crocifisso e Convento degli Alcantarini di Parabita
di Lucio Causo
Le chiese e le “case” (conventi) degli Alcantarini, come quelle dei cappuccini, si assomigliano tutte, le une alle altre, essendo costruite in base a progetti edilizi statuiti e approvati dagli ordini religiosi. Gli Alcantarini di Lecce erano pronti a “sgarrare” fabbricati nuovi se questi non rispondevano agli schemi programmati per sostituirli con altre costruzioni nuove di fabbrica. Così fecero gli Alcantarini della chiesa di S Giacomo e delle altre consorelle di Lecce che s’indussero a demolire chiese non del tutto realizzate per costruire al loro posto le fabbriche dei conventi e delle chiese che la regola imponeva. Il più bel convento alcantarino di Puglia, secondo Michele Paone, è certamente quello della Vergine del Pozzo di Capurso, disegnato dall’architetto barese Giuseppe Sforza, e quel modello evoca il complesso edilizio che gli Alcantarini realizzarono “su un dolce declivio dell’ondulata campagna” di Parabita. Continua a leggere “Chiesa del Crocifisso e Convento degli Alcantarini di Parabita”
Francesca
di Lucio Causo
Era un giorno in cui non c’era scuola piena. Eravamo usciti al termine della terza ora di lezione e stavamo già passeggiando lungo il viale della stazione in attesa di prendere il treno per tornare al paese. Era martedì grasso e ci preparavamo a festeggiare il carnevale. Nel pomeriggio saremmo andati tutti a casa di Francesca che, come sempre, era il perno attorno al quale ruotavano gli amici. Continua a leggere “Francesca”
Noi inarrestabili. Come ci siamo presi il mondo
Noi inarrestabili. Come ci siamo presi il mondo,
racconto epico di Yuval Noah Harari con le illustrazioni di Ricard Zaplana Ruiz
di Paolo Rausa
Quel “noi inarrestabili” gonfia di orgoglio e allo stesso tempo mette i brividi. Soddisfatti del nostro viaggio. “Che ridi? – dice il poeta latino Orazio in una Satira -, è di te che stiamo parlando…” come genere umano. I salti della storia, i progressi inenarrabili, le condizioni di precarietà, un mondo ostile, la mancanza di tutto, eppure… Eppure il genere umano ha saputo trasformare il mondo, conquistarlo pezzo dopo pezzo, vita dopo vita, degli altri, specie affini come i Neanderthal, e gli animali, i mam-mut, e la natura trasformata a nostro piacere, secondo il nostro arbitrio. “Abbiamo sospinto indietro persino il mare” – rincara la dose il filosofo Seneca – Dovunque il litorale si incurverà in qualche in-senatura, lì getterete subito le fondamenta!”. La metriotes e l’autarkeia oraziane trovano eco in que-sti pensieri che Seneca scrive al giovane Lucilio. Come fa Yuval Noah Harari che dopo aver affron-tato in una serie di saggi, in Sapiens. Da animali a dèi, Homo Deus, 21 lezioni per il XXI secolo e il graphic novel Sapiens, ora con questo saggio epico illustrato si rivolge ai giovanissimi, dai 9 ai 99 anni dice, per narrare le nobili gesta del genere umano alle prese con le difficoltà della vita a cui sep-pe rispondere grazie all’ingegno, a differenza di tutte le altre specie viventi. Siamo narratori: è questa la differenza con gli altri. Abbiamo saputo raccontare delle storie convincenti intorno a cui costruire comunità di credenti, non solo religiose. Concetti quali autorità, potere, razza, hanno dovuto avere il supporto di un racconto credibile, che ha dato vita a figure riconosciute, come il re o il sacerdote, meglio lo sciamano, intorno a cui consolidare le nostre convinzioni, disposti a lottare per affermarle. Altro elemento essenziale dello sviluppo umano è la scoperta e la necessità della collaborazione. Solo mettendosi insieme e unendo le forze è possibile averla vinta sui pericoli che incombono nella fore-sta, durante le notte buie e fredde, costituendo dei clan che si prendono cura degli altri, ripartiscono il lavoro, si organizzano, affrontano le bestie feroci e dalla grande mole sino alla loro completa e inarrestabile estinzione. Non è stata solo la glaciazione a far scomparire del tutto i mastodontici mammut e i diprotodonti, ma la continua espansione del genere umano che ha prosciugato nella lun-ga e inarrestabile marcia i continenti, illesi fino a che la sua presenza “organizzata” non ha fatto piaz-za pulita, dall’Africa all’Europa, all’Asia, all’Australia e infine nel continente americano. Un cammi-no che si è giovato di scoperte sensazionali, addomesticamenti, controllo dei cicli riproduttivi delle piante, la disponibilità del fuoco per tenere lontani gli animali notturni e riscaldarsi ma soprattutto per cuocere i cibi. E’ stata veramente una marcia trionfale, ma non tutto brilla a quanto sembra. Lo dimostrano i grandi problemi in cui versa l’umanità, tuttora irrisolti, e la continua dissacrante opera distruttiva di chiunque non stia alle nostre regole, di Sapiens, animali o vegetali che siano. Noi inar-restabili, eppure ora o mai più serve un freno alla nostra attività smodata, che sta causando seri rischi al pianeta. Corredata dalle illustrazioni sapienti e ironiche di Ricard Zaplana Ruiz, questa nuova av-ventura editoriale di Harari mira alla consapevolezza per fare chiarezza su chi siamo, come siamo ar-rivati a questo punto e come invertire la tendenza in atto e cambiare gli stili di vita. Si saprà smentire Sapiens o continuerà nel suo folle volo? Giunti Editore S.p.A/Bompiani, 2022, Firenze-Milano, pp. 165, € 16,00.
San Giuliano Milanese, 18/04/2023
2 dicembre 1943, il bombardamento del porto di Bari
di Lucio Causo
Bombardamento aereo della Lutwaffe al porto di Bari
SVELATO IL MISTERO DEL RELITTO DELLA NAVE AFFONDATA DAVANTI AL PORTO
Il relitto della nave che giaceva a 55 metri di profondità davanti al porto di Bari era quello del Liberty Ship americano “Samuel J. Tildens”. Il mistero venne svelato nell’agosto del 2011 a seguito delle indagini condotte dal Nucleo Subacqueo dei Carabinieri di Bari (Fabio Introna, Nico Fumai, Sabino Scianatico) che, approfittando di una eccezionale visibilità, riuscirono a fare delle riprese del piroscafo squarciato. Le immagini furono passate al giornalista Nicolò Carnimeo de La Gazzetta del Mezzogiorno che scrisse un articolo il 4 settembre col quale diceva che a pochi chilometri dal porto c’era una nave dal nome e dalla storia sconosciuta e che poteva essere il Brindisi 2, ma le dimensioni non combaciavano e furono chieste nuove informazioni. Continua a leggere “2 dicembre 1943, il bombardamento del porto di Bari”
Riti, feste e tradizioni pasquali nel Salento (Parte II)
di Lucio Causo
Il Sabato Santo, nella tradizione antica, era dedicato ai preparativi della vigilia di Pasqua. Si pensava alla pulizia generale della casa e alla confezione del pane pasquale, che doveva avere l’uovo dentro: la Cuddhura cu l’ou (la ciambella con l’uovo). Aveva una forma particolare e si regalava alla vicina di casa o altra persona amica ogni qualvolta al forno di famiglia si cuoceva il pane. Per i ragazzi se ne confezionava una più piccola ed era la Madonna della Luna che si donava. La dispensatrice del pane era la Madonna della Luna (la luna piena) tenuta in grande considerazione dai contadini che non potavano mai il vigneto in fase di luna vacante per paura che si svuotassero i tralci dei quali avevano bisogno per accendere il fuoco e cucinare nei camini. La pulizia a fondo della casa era obbligatoria perché dal giorno dopo Pasqua cominciava la benedizione delle case e farsi trovare la propria casa sporca costituiva una vergogna insopportabile. Poco era il pane che si consumava a pezzi, la maggior parte lo si biscottava per poterlo conservare a lungo e mangiarlo bagnato con olio, sale e pomodoro. Continua a leggere “Riti, feste e tradizioni pasquali nel Salento (Parte II)”
Riti, feste e tradizioni pasquali nel Salento (Parte I)
di Lucio Causo
L’inizio del ciclo pasquale nei paesi del Basso Salento d’Italia veniva annunziato nella notte della Domenica delle Palme con il canto triste e ansioso del Lazzareno, portato da gruppi di tre cantori che andavano in giro portando un ramo d’olivo a scopo augurale. Continua a leggere “Riti, feste e tradizioni pasquali nel Salento (Parte I)”
Risolto il mistero del peschereccio Francesco Padre affondato nel mare adriatico il 4 novembre 1994
di Lucio Causo
Nella notte tra il 3 e il 4 novembre del 1994 il peschereccio “Francesco Padre”, partito dal porto di Molfetta, non fece più ritorno nelle acque della sua città essendo esploso alle ore 00,30 lungo la costa adriatica del Montenegro. In quella circostanza persero la vita il comandante Giovanni Pansini di 45 anni, Luigi De Giglio di 56 anni, Saverio Gadaleta di 45 anni, Francesco Zaza di 31 anni, Mario De Nicolo di 28 anni e il loro cane Leone. A dare l’allarme fu il pilota di un aereo NATO impegnato nelle operazioni di embargo all’ex Jugoslavia, nella guerra dei Balcani. Poco più di un’ora dopo, una unità della marina spagnola raggiunse il luogo dell’esplosione ma senza trovare superstiti. All’epoca era in corso l’operazione militare “Sharp Guard” per la guerra nei Balcani e subito a Molfetta incominciarono a girare le voci più assurde ed infanganti, raccontava Maria Pansini, figlia del comandante, sul fatto che suo padre trasportasse esplosivo sul suo peschereccio. Le autorità NATO esclusero la possibilità che l’esplosione del peschereccio fosse collegata alle operazioni di guerra nel mare Adriatico. Continua a leggere “Risolto il mistero del peschereccio Francesco Padre affondato nel mare adriatico il 4 novembre 1994”
L’affondamento della nave ospedale Arno
di Lucio Causo
La notte dell’11 settembre 1942, durante la navigazione verso la Libia, venne silurata da un aereo inglese e affondò
L’affondamento delle navi ospedale è stato sempre considerato un crimine di guerra, come le rappresaglie contro le popolazioni civili inermi. Eppure, in guerra, anche i loro scafi non furono risparmiati dai siluri dei sommergibili, dalle mine magnetiche, dai bombardamenti, dagli aerosiluranti e dai cannoni delle navi da battaglia. Le “navi bianche”, ovvero le grandi navi ospedale, così chiamate dal colore delle loro fiancate al centro delle quali campeggiava sempre una grande croce di colore rosso, erano tutelate già dalla Convenzione dell’Aja del 1907 contro eventuali attacchi di altre unità navali. Nel caso specifico della nave Arno le croci di riconoscimento erano tre su ciascuna fiancata e una sul fumaiolo principale. Continua a leggere “L’affondamento della nave ospedale Arno”