La storia dell’autoproclamazione di un gruppo di abitanti di Sannicandro e il percorso per ottenere il riconoscimento da parte delle Comunità Ebraiche Italiane, durante il Fascismo
di Stefano Coletta

La storia della conversione
La nostra storia inizia con due messi notificatori del Tribunale Penale di Foggia che bussano, una mattina del febbraio 1936 (Anno XVI dell’Era Fascista), alla porta di Donato Manduzio, un contadino, residente a Sannicandro Garganico, noto con il soprannome “Caccabra” faccia di merda), unica eredità paterna. Ad aprire la moglie, Emanuela Vocino, che rassicurata che non sono agenti delle tasse, li invita a entrare, ma quale sconforto l’assale quando scopre che recano la notifica di una multa di 250 £ a carico del marito Donato Manduzio. La donna inizia a imprecare e a contestare “Ma come può essere che mio marito ha fatto qualcosa, se è paralitico e trascorre tutto il tempo a casa! Ma s’è ammattito quel cornuto del Giudice di Foggia!” Inutile cercare di farla ragionare. Solo dopo molto tempo riescono a spiegare che la multa è frutto delle riunioni religiose che tiene il marito nella sua casa. “Cosa c’è di male!” risponde la donna. Il male sta nella decisione di Donato di autoproclamarsi ebreo e di aver fatto proseliti tra la popolazione del paese. Continua a leggere “Una conversione dimenticata”
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