Poesia, Poesie

Nuovo giorno

di Mauro Minutello

di Maria Cezza

Tutte le stelle ammucchiate nella piazza.
Io e la notte,
il muso di un cane,
e accanto a me qualcuno che perdo.

Passa il primo lavorante,
stirato nella divisa,
tanto assonnato che sembra lo trainino le ombre.
L’alba addenta il campanile,
sbavando due rivoli di sangue dalle
gengive rosa dell’orizzonte.

Ci dichiarano
gli aliti dorati del
sole,
bocca sempre aperta,
invadente
sulla nostra faccia.
Com’è
che guardarsi
non ci rende
meno severi.

Sedotta e abbandonata
sta
una bottiglia.

Sul collo le labbra che l’hanno resa vuota.
Da lontano lo sbadiglio ferroso di un portone.
Si stiracchiano le finestre.

Qualcuno affaccia il
corpo al giorno.
Siamo lontani dall’amore.
Le suole gommose delle auto
sull’asfalto.

Fischia il suo numero
il tram più mattiniero.

A che punto siamo
ti dice fina una voce che
non so da dove esca.

Al punto che è
finita la notte,
rispondi
sospeso tra le labbra.

Oramai si è accasciato tutto l’oro dell’orizzonte
sulla piazza.
Le nostre mani
decidono di ritrovarsi.

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