Altri frammenti accatastati, altri rumorosi ricordi per nota in calce tra fogli su quaderno dalla scorza color serpe, nero dai margini arrossati. Pazientemente vado a segnare. Tante le Cose per cui “gioire”, le altrettante Forme di un “co[lô]re” da aggiungere, sottrarre e amare. Qui vita alle mie vocali (â, ê, î, ô, û), forma contratta tipica della mia scrittura. Continua a leggere “Nuovo”
Là nel giardino delle delizie dammi sepoltura clandestina nascondendomi così ai garages pubblici dei morti dove la folla silenziata mi è pur sempre estranea come lo Stato che ancora più della morte a te mi sottrae
I rintocchi di campana in rapida successione lo costrinsero ad interrompere la lettera che aveva iniziato a scrivere. Posò la penna, si ficcò il foglio in tasca e si diresse precipitosamente verso la cripta. Non c’era un minuto da perdere. Il segnale di Paolo, fedele sacrestano affiliato da anni alla Carboneria, era inequivocabile: sbirri in arrivo. Continua a leggere “L’ultima fuga”
Paola Cortellesi ha inaugurato l’anno accademico dell’università Luiss Guido Carli con un monologo sul sessimo nelle fiabe. Alcuni passaggi: ” Le favole sono piene di quei luoghi comuni che costruiscono l’immaginario collettivo delle donne. E l’unica dote delle protagoniste è quella di essere belle” “Il potere salvifico è affidato agli uomini. Soprattutto se potenti, come il Principe Azzurro. Le donne, invece, spesso sono personaggi negativi, come la strega di Biancaneve” “Biancaneve faceva la colf ai sette nani” Continua a leggere “La favola del sessismo”
Ho conosciuto le lucciole nella mia breve infanzia viste strade di polvere odorose ascoltato il garrire delle rondini al crepuscolo e il tramonto arrossire di piacere. Continua a leggere “Ho conosciuto le lucciole…”
Nei miei nonluoghi cercavo identità senza radici, fuori suolo; je ne sais quoi ; e poi alla fine del luogo, eccomi e daccapo, la Laguna di Venezia; chiusa e infinita; monologo di voci e traguardo del mai: così la bellezza ideale di Raffaello. Ioanna Placentia, e la forza di narrazione di una e tante e altre sue storie personali; in omnibus rebus respice finem … itinerarium e finecorsa di verità indicibili, curiosità intellettuali e azzardo di volontà e conoscenza. Continua a leggere “Nonluoghi e dintorni, nontempo e memoria”
Aspetterò la notte e ti vedrò nuda. “M’ama, non m’ama?”, è un gioco fittizio un massacro di voluttà un eccidio dei sensi. “M’ama, non m’ama?”, Continua a leggere “Aspetterò la notte”
“… non c’è sapore. Tra piatti tanto attesi il sapore non trova risposte. Si accuccia in un pezzo di pane inzuppato, in una mollica d’olio, tra intingoli e profumi che chiedono il tempo. Che non scorre più, non batte, non sveglia ritorni, non spiega tovaglie, non sbecca i piatti né scalda bracieri di storie. Il sapore non sente. Oltre i vetri, foglie fragili in colori di bosco invecchiato di freddo, dondolano ad un vento stanco all’imbrunire. Continua a leggere “…non c’è sapore.”
La mano di San Filippo d’Agira, che tiene incatenati i diavoli, lo aveva slegato, ed era adesso nel mondo.
Eccolo, lo sto conoscendo con voi…
Avvertiva tutta la seduzione che gli veniva dalla cultura e dalle idee: era così: da parterre delle grandi occasioni: cercava di “essere” negli incontri di inquieta bellezza, di farsi musa di elevati universali: lanciava mode e raccoglieva intemperanze, nella sua quotidianità; si vedeva in una sorta di hall of fame di valore e scienza del sapere, ed era sempre sospinto dal desiderio di raggiungere qualsiasi orizzonte, trovando e percorrendo una sua strada, che non era altro per lui se non l’attitudine a seguire in modo istintivo le proprie inclinazioni e ispirazioni, e abbagli mentali: spingeva sempre più avanti la frontiera delle possibilità; non gli era nemmeno insolito esibire lati di sé anche oscuri e maledetti e contraddicenti, e sacche da viaggio di tappeti. Continua a leggere ““Vita del Bon Viveur, e vite senza fatica””