di Lucio Causo
Bombardamento aereo della Lutwaffe al porto di Bari
SVELATO IL MISTERO DEL RELITTO DELLA NAVE AFFONDATA DAVANTI AL PORTO
Il relitto della nave che giaceva a 55 metri di profondità davanti al porto di Bari era quello del Liberty Ship americano “Samuel J. Tildens”. Il mistero venne svelato nell’agosto del 2011 a seguito delle indagini condotte dal Nucleo Subacqueo dei Carabinieri di Bari (Fabio Introna, Nico Fumai, Sabino Scianatico) che, approfittando di una eccezionale visibilità, riuscirono a fare delle riprese del piroscafo squarciato. Le immagini furono passate al giornalista Nicolò Carnimeo de La Gazzetta del Mezzogiorno che scrisse un articolo il 4 settembre col quale diceva che a pochi chilometri dal porto c’era una nave dal nome e dalla storia sconosciuta e che poteva essere il Brindisi 2, ma le dimensioni non combaciavano e furono chieste nuove informazioni. Continua a leggere “2 dicembre 1943, il bombardamento del porto di Bari”
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Riti, feste e tradizioni pasquali nel Salento (Parte II)
di Lucio Causo

Il Sabato Santo, nella tradizione antica, era dedicato ai preparativi della vigilia di Pasqua. Si pensava alla pulizia generale della casa e alla confezione del pane pasquale, che doveva avere l’uovo dentro: la Cuddhura cu l’ou (la ciambella con l’uovo). Aveva una forma particolare e si regalava alla vicina di casa o altra persona amica ogni qualvolta al forno di famiglia si cuoceva il pane. Per i ragazzi se ne confezionava una più piccola ed era la Madonna della Luna che si donava. La dispensatrice del pane era la Madonna della Luna (la luna piena) tenuta in grande considerazione dai contadini che non potavano mai il vigneto in fase di luna vacante per paura che si svuotassero i tralci dei quali avevano bisogno per accendere il fuoco e cucinare nei camini. La pulizia a fondo della casa era obbligatoria perché dal giorno dopo Pasqua cominciava la benedizione delle case e farsi trovare la propria casa sporca costituiva una vergogna insopportabile. Poco era il pane che si consumava a pezzi, la maggior parte lo si biscottava per poterlo conservare a lungo e mangiarlo bagnato con olio, sale e pomodoro. Continua a leggere “Riti, feste e tradizioni pasquali nel Salento (Parte II)”
Riti, feste e tradizioni pasquali nel Salento (Parte I)
di Lucio Causo

L’inizio del ciclo pasquale nei paesi del Basso Salento d’Italia veniva annunziato nella notte della Domenica delle Palme con il canto triste e ansioso del Lazzareno, portato da gruppi di tre cantori che andavano in giro portando un ramo d’olivo a scopo augurale. Continua a leggere “Riti, feste e tradizioni pasquali nel Salento (Parte I)”
Risolto il mistero del peschereccio Francesco Padre affondato nel mare adriatico il 4 novembre 1994
di Lucio Causo
Nella notte tra il 3 e il 4 novembre del 1994 il peschereccio “Francesco Padre”, partito dal porto di Molfetta, non fece più ritorno nelle acque della sua città essendo esploso alle ore 00,30 lungo la costa adriatica del Montenegro. In quella circostanza persero la vita il comandante Giovanni Pansini di 45 anni, Luigi De Giglio di 56 anni, Saverio Gadaleta di 45 anni, Francesco Zaza di 31 anni, Mario De Nicolo di 28 anni e il loro cane Leone. A dare l’allarme fu il pilota di un aereo NATO impegnato nelle operazioni di embargo all’ex Jugoslavia, nella guerra dei Balcani. Poco più di un’ora dopo, una unità della marina spagnola raggiunse il luogo dell’esplosione ma senza trovare superstiti. All’epoca era in corso l’operazione militare “Sharp Guard” per la guerra nei Balcani e subito a Molfetta incominciarono a girare le voci più assurde ed infanganti, raccontava Maria Pansini, figlia del comandante, sul fatto che suo padre trasportasse esplosivo sul suo peschereccio. Le autorità NATO esclusero la possibilità che l’esplosione del peschereccio fosse collegata alle operazioni di guerra nel mare Adriatico. Continua a leggere “Risolto il mistero del peschereccio Francesco Padre affondato nel mare adriatico il 4 novembre 1994”
Patù e il monumento Centopietre
di Lucio Causo
Patù, situato ai piedi della Serra di Vereto, è un piccolo paese del Salento. In passato aveva la funzione di granarium, essendo dotato di un approdo sulla vicina costa, la piccola insenatura di Torre S. Gregorio. Nella zona extraurbana di Patù si vedono i resti del centro messapico (IV secolo a.C.). Nelle vicinanze vi è la Cappella della Madonna di Vereto, mèta di pellegrinaggi. Continua a leggere “Patù e il monumento Centopietre”
La birra dello gnomo
di Lucio Causo

Una notte gli gnomi del bosco delle pigne vollero dare una grande festa nel loro palazzo posto in mezzo alla radura.
Prepararono le torte di mirtillo, le focacce di ginepro, appesero i lumi, scoparono le sale.
Ma quando tutto fu pronto s’accorsero che non avevano birra.
Una storiella per l’autunno
di Lucio Causo

Un giovinetto tornava dalla scuola camminando di buon passo verso casa, A metà circa di una breve ma ripida salita raggiunse un vecchio venditore ambulante, che, stanco e sudato, si affannava a tirar su per l’erta il carretto della sua mercanzia. Continua a leggere “Una storiella per l’autunno”
Santa Lucia
di Lucio Causo
Santa Lucia fu martirizzata a Siracusa, in Sicilia, durante la persecuzione dei cristiani di Diocleziano. La sua memoria fu venerata sin dai tempi antichi ed è nominata nel canone della messa romana. La leggenda narra che Lucia fu denunciata come cristiana dal suo corteggiatore respinto e salvata miracolosamente dall’esposizione in un bordello e dalla morte nel fuoco. Secondo la storia Lucia era stata uccisa con un colpo di spada alla gola. Il nome di Santa Lucia, fa pensare alla luce, e forse per questo motivo ella viene invocata dal popolo contro le malattie degli occhi. Nell’arte è spesso raffigurata mentre porta due occhi su un piatto. Il 13 dicembre ricorre la festa della Santa famosa per essere la protettrice della vista. Prima dell’introduzione del calendario gregoriano (1582) la festa si celebrava in prossimità del solstizio d’inverno, da cui deriva il detto popolare “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”. Continua a leggere “Santa Lucia”
Santa Barbara
di Lucio Causo
Nella Leggenda Aurea si narra che Santa Barbara era una ragazza di grande bellezza il cui padre, Dioscoro, per gelosia, la chiuse in una torre del castello per scoraggiare le attenzioni di numerosi corteggiatori. Quando scoprì che si era fatta Cristiana, Dioscoro fece per ucciderla, ma lei fu miracolosamente allontanata dalle sue mani. Allora lui la denunciò alle autorità competenti che la sottoposero alla tortura. Lei rifiutò di rinunciare alla sua fede, al che fu ordinato al padre di ucciderla lui stesso. Dioscoro lo fece e immediatamente fu colpito da un fulmine e ridotto in cenere. Le varie versioni di questa storia differiscono riguardo al tempo e al luogo e vanno dal 235 al 313, in Egitto, a Roma, in Toscana o altrove. Continua a leggere “Santa Barbara”
La zita te Turre
di Lucio Causo

Ancora oggi si racconta che, in epoca remota, nel piccolo borgo te Turre, un corteo nuziale, formato dalla promessa sposa, dai familiari e dagli amici, si recasse in chiesa dove si doveva celebrare il sacro rito delle nozze con il fasto che la cerimonia comportava. Continua a leggere “La zita te Turre”
Il naufragio del mercantile Peppinella
di Lucio Causo
Il naufragio del mercantile Peppinella per certi versi ricorda la drammatica fine dell’Andrea Doria, il maestoso transatlantico agli ordini del Comandante Piero Calamai, già eroe di guerra e decorato al valore, colato a picco il 26 luglio 1956 dopo essere stato speronato dallo Stokholm, all’epoca nave passeggeri battente bandiera svedese. Continua a leggere “Il naufragio del mercantile Peppinella”
Isabella Castriota Scanderbeg
Donna del Salento
(1704 – 1749)
di Lucio Causo
Nel 1720, il Barone Filippo Guarini (o Guarino), Signore di Tuglie, ormai non più giovanissimo, sposò una nobile sedicenne, Isabella Castriota, educanda nel Convento delle suore di Santa Chiara di Gallipoli.
La giovane Isabella, perduta ogni speranza di avere un figlio, nel 1727 si separò dal marito e andò a vivere nel Conservatorio di Sant‘Anna, nella città di Lecce. Rimasto solo, Filippo, bisognoso di cure e di affetto, prima di morire, donò il Feudo di Tuglie al nipote Giuseppe Ferdinando Venturi, Duca di Minervino, i cui discendenti oltre al feudo, ebbero anche il titolo di Marchese di Tuglie. Continua a leggere “Isabella Castriota Scanderbeg”