di Lucio Causo
Il marinaio Ottavio Ravello, cannoniere scelto a bordo della nave ammiraglia “Garibaldi”, in quell’alba estiva del 1915, era veramente felice. La sua vecchia nave aveva magnificamente compiuto il proprio dovere, bombardando con tutti i “pezzi” di prua le coste nemiche di Cattaro. La gola dei cannoni era diventata rossa a furia di lanciare proiettili e la flotta austriaca quieta e impaurita dietro gli sbarramenti dei suoi porti, non tentava di uscire in mare aperto per la tema di affrontare quegli “indemoniati” di italiani. Ravello borbottava: Covano come galline, gli eroi; … solamente con i sommergibili sono capaci di fare la guerra. Abbiano un po’ il coraggio di mandare al largo le grosse unità, e faremo i conti.
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