Ancora oggi si racconta che, in epoca remota, nel piccolo borgo te Turre, un corteo nuziale, formato dalla promessa sposa, dai familiari e dagli amici, si recasse in chiesa dove si doveva celebrare il sacro rito delle nozze con il fasto che la cerimonia comportava. Continua a leggere “La zita te Turre”
Sigismondo Castromediano, duca di Morciano e marchese di Cavallino, patriota, archeologo e letterato, discende dalla famiglia di Kiliano di Lymburgh, sceso in Italia nel XII secolo con i normanni. Questa famiglia ha dato capitani, giudici e notai, baroni e marchesi alle terre di Petrapertosa, di Castelbello, di Cerreto, di Morciano, di Ussano, di Vermigliano, di Tafagnano, di Sanarica e di Zollino. Sigismondo Castromediano, il ducabianco, come lo chiamava la baronessa Adele Savio di Bernstiel, è nato a Cavallino (Lecce) il 20 gennaio 1811 da Domenico, duca di Morciano, e dalla marchesa donna Maria Balsamo. Continua a leggere “Sigismondo Castromediano, il duca bianco”
Uno, due e tre. Non di più, non di meno. Che la sequenza sia sempre la stessa per non cambiare il mondo e rimanere lo stesso, com’era quando stavo a casa.
Uno, due e tresquezee url alfresh om.
Gl’incubi andranno via, gli sbucanti smetteranno di attraversare le pareti e le voci si spegneranno come stoppini di candele di cera strutta. Continua a leggere “Tra cento anni”
Rivedi la volta, la presta mattina che lei arrivò, e senza conoscerci saltò dal mezzo, quindi su con noi e l’estesa compagnia. Risenti le risa – la giusta causa teneva ogni singulto -, e la nuova amica fidava, porgendo le sue entusiaste forze. Che stima, che risa, che tempi, il pienosenso (?) di allora; rammenti? Ancora tendi di lato Continua a leggere “Passano i pianeti”
Passo davanti a un distributore di sigarette. La cellula fotoelettrica mi intercetta e mi pone una domanda con una voce artificiale e metallica che mi ricorda immediatamente quella dei navigatori per auto. Andando più indietro nella memoria, però, si riaffaccia il ricordo dei robot dei film di fantascienza degli anni 60. È un flash che mi riporta ai cartoni animati dei Pronipoti e alle puntate di UFO e Spazio 1999. Ci immaginavamo un futuro di ragazze con i capelli blu, di abiti argentati e aderenti che avrebbero isolato perfettamente dal caldo e dal freddo, e una base sulla Luna dove dei piloti giovani e coraggiosi avrebbero vigilato su di noi. Decollando con le loro astronavi “Aquila”, avrebbero respinto ogni invasione aliena. Già! All’epoca si pensava che nel 1999 gli Ufo si sarebbero palesati con pessime intenzioni contro l’umanità. Continua a leggere “Lifestyle”
Quanto può raccontare un capitello! Nella Cripta della nostra cattedrale idruntina ve ne sono ben 65. Ognuno di essi ci narra di epoche che si sono susseguite. Se socchiudiamo gli occhi, malgrado ci troviamo in una Cattedrale, luogo di pace, udiamo il frastuono di cavalli, di spade, di grida di guerrieri. Come susseguirsi di diapositive vediamo eserciti in movimento, invasioni, distruzioni e finalmente, fra un assalto e l’altro, brevi periodi di pace, in cui i vincitori ostentano in ogni campo la loro grandezza, credendo o sperando di affidarla all’eternità.
C’è un bel castello, non più visitabile perché la proprietà lo ha chiuso definitivamente dopo che è stato depredato dai ladri, e un paese ridente con doppio affaccio, sulle colline dell’Oltrepo da una parte e sulla Pianura Padana dall’altra. Continua a leggere “Montalto in Oltrepo”
L’annata agraria nel Salento leccese va dal 12 Novembre all’11 novembre dell’anno successivo. Quindi per chi è stato abituato a vivere del lavoro di campagna l’11 novembre è l’ultimo dell’anno agricolo! In questa nota le tradizioni legate a questa ricorrenza. Continua a leggere “La notte di San Martino: il capodanno agrario del Salento leccese”
…Comandante, era vero quel segnale acceso, fuori dal rifugio?
Ho appoggiato alla croce nera il mio fucile e son corso qui.
Il letto l’ho rifatto stamattina e sul fuoco ho lasciato acceso il caffè, ed ho ripulito per bene il berretto e la paura, ma nessuno risponde dalla sedia di paglia della cucina.
Entravi e te lo trovavi lì davanti, a fianco alle foto appese dei Dik-Dik. Poche righe, semplicemente per ricordarti che da quel 31 dicembre 2008, dopo più di quarant’anni di attività, la pizzeria di Vittorio avrebbe chiuso i battenti. Grazie a tutti. Punto e basta.