Cultura salentina

Almanacco di ottobre

di Lorenzo De Donno

Giuseppe Diso: Olio su cartone

Il sole è ancora giallo ed esagerato, come lo disegnano i bambini all’asilo. Anche la luna, stanotte, era uno spettacolo: luna piena, bella e sprecata giacché a lei gli spettatori, di norma, si negano, o le riservano sguardi distratti, preferendo le rappresentazioni e le riproduzioni all’originale. Oppure cedono al sonno dei giusti o a quello cercato da coloro che non reggono a lungo i pensieri.

Tutto è come da manuale, come dovrebbe essere all’inizio di ottobre: il caldo del mattino e la frescura della sera, con il lenzuolo che comincia a sembrare fin troppo leggero. Approfittatene per gli ultimi bagni e per stendere i panni, perché quello che viene dopo non si sa. Anzi, si sa.Si chiude un settembre caldissimo che ha visto inizialmente il basso Salento quasi sempre escluso dalle perturbazioni estive e poi bersagliato dai temporali degli ultimi giorni che hanno colpito, però, a macchia di leopardo. Non è stato dolce e consolatorio come avremmo voluto, come si auspica chi rientra dalle ferie, quanto torrido e afoso, sfacciato e mputtanutu.

Oggi, però, il bosco vicino esala già un certo odore di muschio e di funghi che ben promette.Questi tardi pomeriggi d’inizio autunno mi ricordano molto quelli della mia infanzia. Fin quando ho lavorato tutto correva, anche il tempo, in modo anomalo, era un moto accelerato che macinava tutto. Ora ho ritrovato le ombre lunghissime e i tramonti in technicolor, infinite variazioni sul tema. Mentre l’aria indugia ancora a rinfrescare, le foglie secche e i semi dei tigli si accumulano sui marciapiedi e agli angoli delle strade, scrocchiando sotto i piedi dei passanti. Contare i passi rumorosi viene spontaneo e naturale, segnare il passo sui mucchi di foglie più alti diventa la ripetizione di un divertimento infantile. Nei giardini segreti profumano ancora, tardivi, i gelsomini. E’ quell’odore che ti sorprende nelle stradine del centro e del quale è impossibile capirne la provenienza. Un profumo di inconfondibile dolcezza ma che lascia, alla fine, quasi un sentore di mandorla amara.

C’è, inoltre, una strana rifiorenza dei roseti e, uno dopo l’altro, precipitano al suolo, dai rami più alti e irraggiungibili, i caki rossi e zuccherini.Impazza la Vanessa, la farfalla autunnale dalle ali vellutate nere, marroni e arancio. Non ha paura dell’uomo, ti vola attorno e, se rimani fermo, può capitare che ti si posi addosso. Da bambino conoscevo i nomi delle farfalle e mi innervosii quando lessi che un’attrice si chiamava Vanessa, come quella farfalla autunnale: era una confusione inaccettabile! Siamo ormai così rodati sui passaggi repentini di stagione che nessuno crederà mai, però, in un autunno canonico, che preceda – magari – un inverno precoce. L’esperienza ci dice che il cambio effettivo di stagione si verifica invece, quasi ogni anno, alla metà di novembre, con una tempesta memorabile di scirocco proveniente dal Sahara, preceduta da allarmi e previsioni catastrofiche. Ma ancora è presto.

Scommettiamo? Forse arriverà qualche pioggia vera quindi, prima o poi. Quelle piogge, morbide e lunghe come frange trasparenti, che cadono quasi con gentilezza e che ristorano la terra. Meno probabili le piogge di pesci, queste cose succedono solo nei romanzi surreali (fantasie da lettore di Murakami Haruki…).

3 pensieri su “Almanacco di ottobre”

  1. Che bello questo ” almanacco ” di ottobre. Un misto di pennellate e ricordi che lasciano il segno. Come pensare e ricordare anch’io quella farfalla che mi affascinava da piccola : la Vanessa. Ero convinta fosse la farfalla ” regina” di tutte le farfalle. Bel post , molto gradevole la sua lettura. Ciao Antonio. Isabella

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