Architettura

Un maestro d’architettura nel giardino di Klingsor

di Paolo Marzano

Auditorium Oscar Niemeyer

Questo caso è diverso, racconta non di un’architettura generata per richiamare l’attenzione, ma di un’architettura che completa un quadro generale d’esigenze umane. Qui non si ‘decentra’, non si ‘decongestiona’ non si ‘restaura mummificando’ non si ‘decora scimmiottando’, qui si creerà l’architettura per il suo primo scopo. Continua a leggere “Un maestro d’architettura nel giardino di Klingsor”

Bibliografia, Recensioni

Dote, matrimonio e famiglia

Copertina

Dote, matrimonio e famiglia.

Approfondimenti a margine di una carta dotale uggianese di fine ‘700.

Ed. Autorinediti, Napoli, 2010;  formato cm 15×21  - € 8,00  Pagine 104
Copyright Vincenzo D'Aurelio (2010) - ISBN 978-88-96680-28-5

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Dalla prefazione

La dote ha un lungo e diffuso retaggio culturale le cui radici affondano nelle antiche culture greca e latina. Nel Sud d’Italia è stata fino a poco tempo fa una consuetudine della cultura popolare, fondata sulla trasmissione di beni da parte della famiglia della sposa, all’atto del matrimonio, allo sposo con lo scopo di fornire una rendita nella formazione del nuovo nucleo familiare. Questi beni consistono in oggetti di corredo, di arredamento per la casa, di immobili, ma anche di denaro e gioielli. Lo studio di questo complesso di beni consente di risalire alla visione del mondo che la comunità ha elaborato nel tempo, sul rapporto fra gli sposi e le loro famiglie. La dote perciò assurge a momento rivelatore del sistema comunicativo fra gruppi diversi (famiglie) perché consente di formalizzare un contratto fra due persone in previsione di un’unione stabile che il matrimonio pone come obiettivo. Continua a leggere “Dote, matrimonio e famiglia”

Bibliografia, Cultura salentina, Recensioni

Enrico Longo sul poeta Ercole Ugo D’Andrea

Enrico Longo, ''E.U. D'Andrea. L'Uomo dentro il Poeta''

È stato pubblicato in questi giorni, per i tipi delle Edizioni Universitarie Romane (Roma), il bel libro di Enrico Longo sul poeta Ercole Ugo D’Andrea (1937-2002). Quinto volume della collana Gli Argonauti, ritrae con particolare intensità ed in approssimata interezza la vicenda umana ed artistica di uno tra i più importanti poeti salentini del secondo Novecento. È appunto un’interezza approssimata – quella di questo studio – perché nessun impegno umano sarà mai in grado di svelare la profondità dell’animo altrui, specie di quello di un artista; d’altra parte nessuno, prima di Enrico Longo, aveva steso su D’Andrea un qualcosa di più integrale e scientifico. Continua a leggere “Enrico Longo sul poeta Ercole Ugo D’Andrea”

Scrivere il Salento

I tarantati secondo Teresina

di Josè Pascal

Tarantata salentina

Gli anni ’50 nei paesini del Sud Salento me li hanno solo raccontati. Ai ricordi di mia nonna devo la mia memoria della miseria più nera, di quella quotidianità oggi chiamata folklore e delle tante braccia partite a cercar fortuna.

Mi sembra di vederli i tarantati, puntuali alle soglie di ogni estate, che si dimenano nelle piazze, tra il clamore concitato della gente ed il ritmo serrato dei tamburelli. Continua a leggere “I tarantati secondo Teresina”

Eventi

Performance teatrale a S. Cesario a favore dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada

Locandina

Martedì 25 Maggio, nella Sala Attico del Palazzo Baronale di S. Cesario
OCEANO, PERFORMANCE TEATRALE A FAVORE DELL’”ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA”

In scena, una compagnia composta da giovani studenti leccesi. La Sezione di Lecce dell’”Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada” ha organizzato per martedì 25 Maggio, presso la “Sala Attico” del Palazzo Ducale di S. Cesario, alle ore 21, la rappresentazione teatrale “Oceano”, scritta da Christian Sanità, interpretata e diretta da Giulio Neglia. Continua a leggere “Performance teatrale a S. Cesario a favore dell’Associazione italiana familiari e vittime della strada”

Cultura salentina, Personaggi, Scrivere il Salento

La leggendaria nascita del mio bisnonno.

A carte, Pasquale Urso (olio su tela)
Più di una volta avevo chiesto a mio nonno paterno Augusto di raccontarmi qualcosa sulla sua famiglia. Lui, come sempre, si adombrava un po’ e diceva «mio padre si chiamava Rosario e mia madre Nena, abitavano vicino al cimitero. Lui era di Otranto e mia madre di Maglie. Papà era mingherlino ma sempre ben vestito, la mamma era molto alta e robusta».

Questo e nient’altro. Io allora lo incalzavo con altre domande ma lui diceva di non ricordare e continuava a tenere lo sguardo basso. Capivo che voleva nascondere qualcosa e perciò non mi guardava negli occhi. Continua a leggere “La leggendaria nascita del mio bisnonno.”

Scrivere il Salento

Poesia di un gioco perduto

Giochi di strada

Un pezzo di pietra bianca, morbida, calcarea, buona per scrivere sull’asfalto.  La mano di una bambina. Traccia sicura un grande cerchio sbilenco al centro della strada, vuota, poche macchine la invadono.

Indossa un vestitino bianco, ai piedi scarpette con grossi buchi sul dorso per far passare l’aria, sembrano due occhioni.

Calde estati salentine di molti anni fa. La pietra scorre veloce, traccia altri quadrati, cinque sotto al grande cerchio; altri due ai lati del secondo riquadro. Continua a leggere “Poesia di un gioco perduto”

Cultura salentina, Territorio

La storia, come un idiota, meccanicamente si ripete

“La storia, come un idiota, meccanicamente si ripete” (Paul Maurand)

Barche a secco
Barche a secco di Agnese Bascià

Erano gli anni Ottanta e le coste basse e sabbiose di Torre Chianca, San Cataldo, Torre Veneri erano zone di scalo notturno di albanesi, tunisini e marocchini, che dopo un’estenuante nuotata per raggiungere la riva, sui tetti delle case delle marine leccesi si toglievano i vestiti bagnati e si disperdevano nell’entroterra salentino in cerca di una vita nuova in quell’Italia che doveva sembrare – allora, oggi forse non più – un bellissimo miraggio.

Continua a leggere “La storia, come un idiota, meccanicamente si ripete”

Cultura salentina, Scrivere il Salento, Storia, Tradizioni

Dalla penthelita ai pituddhi

Ercolano
Pinax mamoreo di Ercolano (IV sec. a.C.) in un'incisione dell'800

Molto spesso si considera il gioco come un momento utile ad estraniarsi dalla realtà per assoggettarsi a un mondo parallelo governato dalle sue regole e dalle sue logiche di competizione (agon), fortuna (alea), vertigine (ilinx) e mascheramento (mimicry). Sostanzialmente sono queste le quattro coordinate del gioco, nel quale consapevolmente ci troviamo proiettati, ma è sempre difficile spiegarsi la preferenza espressa per certi tipi di gioco anziché ad altri. Si gioca a calcetto per competere con l’avversario, si gioca al superenalotto sperando nella fortuna di diventar milionari, si fa un giro su quelle spaventose giostre, che ti sbattono in alto o ti fanno roteare all’impazzata, per il solo gusto di provare una vertigine oppure, semplicemente, ci si maschera a carnevale per non farci riconoscere. Continua a leggere “Dalla penthelita ai pituddhi”

Scrivere il Salento

L’amore ai tempi di Papa Màuro

Tèlo na su màso ena sonetto grico

Na mi to fserume na mi to matune e latini

(voglio cantarti una canzone greca

solo per te e che non la intendano i latini)

Quando l’amore nel nostro Salento era ancora agàpi. Quando l’agapi tra Zito e Zita  era assoluto, cardìa (cuore). Quando le reciproche promesse di amore eterno e fedeltà erano scandite dallo scambio di regali per le principali ricorrenze religiose (Natale, Candelòra, Pasqua). Quando la Zita mandava allo Zito per Pasqua una cuddura con quante più uova poteva, avvolta in un fazzoletto da essa stessa ricamato con frasi amorose. Quando la Zita teneva in casa una sedia nuova per lo Zito, che in caso di rottura del fidanzamento appendeva ad un palo o al muro per far sapere di essere nuovamente libera.

una rosa di maggio!

Quando una giovane nuovamente libera era solita portare appeso in petto un fiore rovesciato ed all’ingiù – “m’efike o nnammurào jà tuo vastò fiùro anopocào” (sono libera dall’innamorato, per questo porto il fiore rovesciato). Quando per cantare il suo amore alla Zita lo Zito le dice che è bella come il sole, oria san iglio, come una rosa fresca appena colta, rodon azzippammèno apù ti chianta, come un uccello che vola in primavera, puddì ‘stin primavèra apetònta. Quando la Zita era agapitì (amata), orrìa (bella), calédda, plèon orrìa, dèa.
Continua a leggere “L’amore ai tempi di Papa Màuro”

Eventi

LIBRI DA PIAZZA A …PIAZZA

LIBRI DA PIAZZA A …PIAZZA

DOMENICA 16 MAGGIO 2010

COMUNE DI TUGLIE

LIBRI DA PIAZZA A …PIAZZA

In collaborazione con Biblioteca comunale,
Evaluna “La libreria delle donne” di Lecce,
Istituto Scolastico Comprensivo,
con il patrocinio del coordinamento
“Nati per leggere”
Dibattiti, laboratori,
letture animate, presentazioni Continua a leggere “LIBRI DA PIAZZA A …PIAZZA”