di Cesare Minutello
il ticchettio di una lettera 22
si estende a perdita d’occhio
piombandoci addosso
col serbatoio vuoto del giorno tutto nostro
a te abbracciato un barattolo di latta
scalcio sullo sterrato e t’addento
con la cuccagna d’arrischiate maree
non lontana la campagna
dei papaveri la coltre fiammeggiante
l’oltremare brivido sgocciola primavere
dietro la schiena
tra cori di calandri e fanfare di cicale
non c’è noia sulla tua lingua in gola
che apre falesie come una lama
Una macchina da scrivere, un serbatoio, un barattolo di latta, una lama…. tutto ciò che è “cosa” e non è natura nè intimità di sentimento, è presente nella poesia di Cesare in maniera “metallica”, capace cioé di un “ticchettio” quasi magico che sollecita e amplifica tutti i sensi: tatto (“addosso” , ma anche “abbracciato”, “scalcio”, t’addento”), udito (torna il “ticchettio”, e pure “cori”, e “fanfare”), vista (“a perdita d’occhio”), olfatto (la primavera è nell’aria!), gusto (“lingua in gola”) . Insomma, “sento” perché tocco, ascolto, vedo, odoro e assaporo la Vita, sempre (di giorno come di notte, in ogni stagione e tutte le primavere…), ovunque (mare, campagna, oltremare…). “Non c’è noia”; qui, c’è solo poesia, “che apre falesie come una lama”. La poesia di sogno e musica ed emozioni di Cesare Minutello.
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