Poesie, Scrittori salentini

Vestiti lasciati cadere lungo la strada vicinale

di Cesare Minutello

 

“I nottambuli”, E. Hopper, 1942

 

il ticchettio di una lettera 22
si estende a perdita d’occhio
piombandoci addosso
col serbatoio vuoto del giorno tutto nostro
a te abbracciato un barattolo di latta
scalcio sullo sterrato e t’addento
con la cuccagna d’arrischiate maree
non lontana la campagna
dei papaveri la coltre fiammeggiante
l’oltremare brivido sgocciola primavere
dietro la schiena
tra cori di calandri e fanfare di cicale
non c’è noia sulla tua lingua in gola
che apre falesie come una lama

1 pensiero su “Vestiti lasciati cadere lungo la strada vicinale”

  1. Una macchina da scrivere, un serbatoio, un barattolo di latta, una lama…. tutto ciò che è “cosa” e non è natura nè intimità di sentimento, è presente nella poesia di Cesare in maniera “metallica”, capace cioé di un “ticchettio” quasi magico che sollecita e amplifica tutti i sensi: tatto (“addosso” , ma anche “abbracciato”, “scalcio”, t’addento”), udito (torna il “ticchettio”, e pure “cori”, e “fanfare”), vista (“a perdita d’occhio”), olfatto (la primavera è nell’aria!), gusto (“lingua in gola”) . Insomma, “sento” perché tocco, ascolto, vedo, odoro e assaporo la Vita, sempre (di giorno come di notte, in ogni stagione e tutte le primavere…), ovunque (mare, campagna, oltremare…). “Non c’è noia”; qui, c’è solo poesia, “che apre falesie come una lama”. La poesia di sogno e musica ed emozioni di Cesare Minutello.

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