Il casale di Tabelle era attraversato, nel medioevo, al centro del suo nucleo abitato, da viabilità importanti per i commerci verso i centri maggiori Lecce, Copertino, Nardò, S. Pietro in Galatina, Cutrofiano, Otranto, ma soprattutto per il passaggio di quella massa di fedeli che andava in pellegrinaggio verso i luoghi di culto del Salento importanti come ad esempio S. Maria di Leuca. Continua a leggere “Piccola guida alla storia di Tabelle: origini e archeologia di un feudo neretino (III parte)”
Tabelle, Chiesa di Santa Lucia particolare, concio di riutilizzato come architrave nell’ ingresso moderno
2. Genesi e morte di un casale medioevale
Nel caso di Tabelle si riscontrano tutte quelle peculiarità in cui di può distinguere un casale medievale. Esso era un insediamento stabile, dotato di quegli strumenti assolutamente necessari per la conservazione e la trasformazione di prodotti agricoli, con un economia generale essenzialmente chiusa, in un periodo dove ogni contatto era limitato solo alle comunità strettamente circonvicine, e fatto salvo i diritti dei feudatari, il prodotto fondamentalmente serviva alla sussistenza interna degli abitanti dello stesso casale. In linea di massima il casale medievale aveva un territorio di sua pertinenza ben delimitato, con la presenza di uno o più luoghi di culto, più luoghi per la sepoltura della popolazione, granai, recinti, stalle per gli animali, pozzi e cisterne per immagazzinare stagionalmente le riserve idriche. Questa sommaria descrizione di una casale medievale rispecchia in pieno quello che era fondamentalmente il casale di Tabelle. Continua a leggere “Piccola guida alla storia di Tabelle: origini e archeologia di un feudo neretino (II parte)”
Il 17 marzo di 27 anni fa moriva Salvatore Toma (Maglie, 11 maggio 1951 – 17 marzo 1987). Era nato in una famiglia di fiorai ed è stato un poeta italiano, tra i maggiori lirici salentini e pugliesi. Ha fatto parte dei cosiddetti “poeti maledetti salentini“, quali Antonio Verri e Claudia Ruggeri. In vita pubblicò sei raccolte di poesie, dal 1970 al 1983: Poesie, Ad esempio una vacanza, Poesie scelte, Un anno in sospeso, Ancora un anno e Forse ci siamo, ma i libri delle sue poesie sono ormai introvabili.
Si inizia nell’età in cui la personalità non permette la piena affermazione di sé. Per vari motivi: insicurezza, paura, frustrazioni, mancato svezzamento psicologico, inadeguatezza o semplicemente voglia di sentirsi ‘al di sopra’ non avendo altri mezzi per farlo.
Così comincia il percorso di chi ama ‘sfottere’ e non si ferma davanti a niente, perché l’azione del ‘prendere in giro’ è fonte di forza anche intellettuale, per i molti.
L’orapo, ovvero lo spinacio selvatico (@Wikipedia)
“Per trovarmi in un luogo comune non ho necessità di viaggiare e nemmeno di muovermi: ci arrivo in un istante montando sull’astronave della mia stupidità”
(Il dottor Babbarabbà, “Minestrone con carrube”, Proemio, luglio 2014).
“Chi asino è, ma cervo si crede, al saltar della fossa se ne avvede”.
Mercoledì 2 luglio 2014, ore 17,00. Dopo un inizio d’estate inclemente e piovoso, nel Salento c’era un caldo assurdo, al punto che il dottor Babbarabbà si sentiva come immerso nel girone del fuoco eterno ed, in quella atmosfera da tregenda, si ritrovò a fare penose riflessioni sull’incipiente vecchiaia e sui suoi relativi effetti sul fisico e sulla mente; ad una certa età ineluttabilmente accade, purtroppo, che tutto si rallenti: nel suo caso, però, al bradipsichismo si erano associati pure il “bradigrafismo” e il “pachigrafismo” (neologismi di suo conio usati per descrivere quanto lento e pesante fosse diventato per lui mettere su carta pensieri associati e intelligibili). Continua a leggere “Il dottor Babbarabbà, gli òrapi ed altri misteri ciociari (parte I)”
Un film. Luci soffuse e porte aperte ad una sera d’estate. Il vento tiepido fuori muove, appena, le foglie degli alberi. Un bicchiere di birra ghiacciata e silenzio.
Inizia. I titoli scorrono. Sulle prime immagini i nomi degli attori. La musica è sottofondo alla voce narrante che introduce la trama.
Anni Cinquanta. Una Roma del dopoguerra appena svegliata dalla miseria ed appena entrata nel futuro italiano del Neorealismo. Una cultura tutta in divenire in un’economia sorridente ed ottimista. Una vita di valori semplici, ancorati ad un passato che aveva messo paura e di cui si sentivano ancora i brividi. Continua a leggere “Vecchio Cinema Paradiso”
Negli ultimi quattro mesi sono stato un prete fumoso, un poeta fallito, un papà che vola in aereo per la prima volta con la propria figlia emozionata quanto lui, un comandante di una nave albanese che sta per essere speronata da un’ammiraglia italiana, un cantante dall’atteggiamento sensuale e ammiccante, un povero vecchio pieno di tic.
Il sito dove una volta sorgeva il casale medievale di Tabelle (1) e geograficamente posto a tre chilometri a Nord Est dall’odierno abitato di Galatone e diviso per la sua estensione dai territori comunali della stessa Galatone e Galatina.
Quello che rimane a noi è solo una piccolissima parte dell’antico casale e coincide in parte con le masserie li Doganieri e Monacelle.
L’originale estensione fisico-territoriale del feudo allo stato delle conoscenze attuali è difficilmente calcolabile, i pochi dati ci indicano che territorialmente confinava con i feudi di S. Cosma, Seclì, Fulcignano, fino ai limiti del territorio di Collemeto. Fisicamente facevano parte del territorio di Tabelle, le contrade Padulaci, Tardii, Spina, Rutti; Macarlama e le masserie Doganieri, Caserosse, Malevindi, Monacelle, Latronica e Spina.
Il casale, in alcuni punti, era diviso da limiti territoriali materiali, del feudo di Fulcignano dal “Limes Noncupato” conosciuto come Limitone delle zuse e dal feudo di Tabelluccio dal “il Paretone” e con la motta medievale non più esistente della “Specchia di Mosco”
Fisicamente nell’attuale territorio dei comuni di Galatone e Galatina vi erano presenti numerosi feudi e casali non più esistenti, come ad esempio Fulciniano e San Cosma. Di questi rimangono traccia solo nei toponimi, invece di alcune di esse sono evolute in edifici o masserie, che rappresentano la naturale trasformazione fisica di impianti strutturali precedenti. Tra tutti, escluso Nardò, il solo centro di Galatone e presente nella forma evoluta di un centro urbano moderno.
In antico, come attualmente, i casale era attraversato fisicamente dal più importante corso d’acqua del Salento leccese, cioè dal canale dell’Asso.
Geograficamente il Bacino dell’Asso, interessa un una superficie di 280 kmq, che comprende i centri abitati di Collepasso, Aradeo, Neviano, Seclì, Galatone, Nardò, attraversando i territori comunali di Cutrofiano, Galatina, Santa Barbara. A Nord Est passa dal Villaggio Resta e dalla Masseria dell’Alto, corre lungo le Serre Campilatini, Fiusco e Sant’ Eleuterio.
Con una direzione in senso Nord Ovest-Sud Est, il ramo principale è drenato da una serie di canali, principalmente da il Colaturo e il Sirgole da cui ha origine i quali raccolgono le acque pluviali di altri due fossi presenti il Ruga ed il Fontana. Il canale dell’Asso, dopo aver attraversato il territorio di Nardò, termina a Nord presso la voragine naturale presente in contrada Parlatano dove le acque vengono disperse nelle falde. Geograficamente in nostro canale attraversando il casale di Tabelle costeggia la linea di demarcazione tra i Comuni di Galatina e Galatone.
Appunto la presenza di questo canale, di fondamentale importanza, rende comprensibile la nascita di questo casale. Le acque trasportate da questo canale che in alcuni punti si impaludava potevano assicurare la nascita di un ambiente capace al paesaggio macchioso e boschivo, ricco di fauna, tipico del Salento, alla nascita di un insediamento umano. Anche la toponomastica è indicativa di tale ambiente, sia paludoso con toponimi come Padulaci e Macarlama, che carsici come il toponimo “li rutti” che testimonia la presenza nel territorio di inghiottitoi naturali o “vore”.
La composizione del terreno è argillosa, molto fertile, dovuta alle continue esondazioni dello stesso canale, con roccia affiorante che ne caratterizza il paesaggio. La natura calcarenitica di età pleistocenica del sito inciderà la vita del feudo in periodo Post medievale, con la presenza di importanti attività estrattive, dopo la scomparsa del casale.
Oltre alla presenza di questo canale,un altro fattore determinante è la sua strategica posizione all’incrocio di antichi ed importanti assi viari pubblici sia medievali che post medievali con importanti direttive come Nardò, Galatina, Cutrofiano, Otranto, S. Maria di Leuca.
(continua…)
(1) Il feudo era conosciuto anche con altri nomi come: Tauella, Tavelle, Tanelle.
Bibliografia
Lagna G. , Gestione dei bacini Idrici: il Torrente Asso, in Atti del convegno “ difesa del suolo e gestione delle acque pubbliche nel Salento”, Galatone 25 maggio 1996, p. 13.
Viganò R., Il caso archeologico esemplare di Contrada Monacelle, in”il Giornale di Galatone” n°24 novembre-dicembre 1999
Viganò R., Contrada Monacelle: La cripta De Giorgi, in”il Giornale di Galatone” n°28 luglio-agosto 2000
Viganò R., I Materiali archeologici quotidiani di Contrada Monacelle, in”il Giornale di Galatone” n°30 novembre dicembre2000
Zacchino V, Galatone Antica,Medievale,Moderna:Origine e sviluppo di una comunità Meridionale, Galatina.
La morte di Anita Garibaldi in una tela di Francesco Fabbri
La morte di Anita
E’ in questa situazione di estremo caos, con i francesi che bombardano Villa Spada, che viene di nuovo raggiunto da Anita. E’ il 26 gugno 1849 e Anita ha viaggiato per mare fino a Livorno, proseguendo per Roma in carrozza, nonostante sia incinta di quattro mesi. Dentro di sé ha deciso che non avrebbe mai più lasciato il marito, unica sua ragione di vita. Continua a leggere “Anita Garibaldi: 10 anni di guerra e d’amore (ultima parte)”
Ci aveva visto giusto. Ma la sorte di Montevideo non è in gioco sul mare, o sui fiumi. La lotta essenziale ha luogo a terra e anche in questo campo Garibaldi, diventerà — anche grazie alla stampa europea e degli Stati Uniti — una figura eroica.
In quel tempo, tutti gli abitanti di Montevideo, assediata, si erano impegnati nella lotta, avevano patito la fame, la sete, la carestia, erano stati colpiti da malattie infettive e soprattutto i più deboli, gli anziani e i bambini erano morti. Tra questi, anche la a piccola Rosita . Aveva a poco più di due anni d’età ed era morta a seguito di un’epidemia di scarlattina. Anita era impazzita di dolore, aveva delirato per giorni e giorni, fino al punto in cui Josè aveva dovuto portarla con sé, in guerra, per starle vicino in qualche modo. Anita ora fa l’infermiera di campo, curai e assiste i feriti, ma continua ad essere in preda a una grande depressione per la scomparsa della piccola Rosita.