Cultura salentina

Festa patronale di Maria ss. Annunziata in Tuglie

di Lucio Causo

Negli atti dell’archivio diocesano che documentano una visita pastorale del Vescovo di Nardò,  mons. Ludovico De Pennis, il 14 maggio 1452, nel Casale Tullie, sono indicate due cappelle rurali: “Ecclesia Sancte Marie Nunciate” e “Ecclesia Sancte Marie in Casali Tuglie”. La prima era situata nella contrada rurale omonima, in atti successivi riportata come “Nuntiata Vecchia di Tuglie”, al limite territoriale tra il piccolo feudo di Tuglie, quello di Parabita e quello di Gallipoli; mentre l’altra piccola cappella rupestre si trovava all’interno del Casale che poi fu sostituita dall’attuale chiesa matrice dedicata a Maria SS. Annunziata.

La chiesa venne costruita agli inizi del XVIII secolo sul luogo dove si trovava l’antica chiesetta già dedicata all’Annunziata. Il culto della Madonna dell’Annunziata risale probabilmente al XIII secolo, tempo in cui Almerigo di Mondragone venne in possesso del feudo di Tuglie, ed essendo egli molto devoto all’Annunziata, prima di lasciare il Casale, fece edificare una piccola  cappella nel luogo in cui vi era una nicchia con l’immagine delle Anime Sante. Nel 1719, il Vescovo mons. Antonio Sanfelice, durante una visita pastorale, la trovò troppo piccola e ordinò la costruzione di una chiesa più grande. I lavori di costruzione ebbero inizio nel 1721 e si protrassero per circa quindici anni.  La visita del 1732 fu l’ultima compiuta da mons. Sanfelice perché nel 1736 morì senza aver potuto consacrare la nuova chiesa. Intorno al 1850 fu realizzata la navata di destra e nel 1880 quella di sinistra. La facciata, dal disegno semplice, in stile barocco, preceduta da una balaustra ornata di colonnine di pietra leccese, presenta tre portali d’ingresso, quello centrale più grande con a fianco due nicchie contenenti le statue dell’Arcangelo Gabriele e della Madonna Annunziata, e due entrate laterali, leggermente più piccole, ornate di cornici.

Il prospetto, diviso in tre ordini, termina con un timpano che sorregge la croce in tufo. Affiancata sulla sinistra vi è la Torre dell’Orologio eretta nel 1884, mentre la torre campanaria, a base quadrata, risale al 1831. L’interno, a tre navate con pianta a croce latina, è impreziosito da numerosi altari realizzati in diverse epoche e numerose statue in cartapesta; pregevoli sono il pulpito dell’800 in legno dorato, l’organo polifonico del 1912, il battistero in marmo del 1914, l’altare maggiore in marmo di Carrara, i mosaici della Via Crucis, il grande mosaico raffigurante l’Annunciazione realizzato dal maestro Bruno Ortes nel 1963. L’origine della festa popolare dell’Annunziata si ritiene databile intorno al 1750, quando furono completati i lavori di costruzione della chiesa e la stessa fu dotata di arredi e statue. E’ appunto di quell’epoca l’antica statua dell’Annunziata che oggi è venerata come Protettrice di Tuglie. Fu l’Arciprete don Vito De Sanctis a promuovere l’istituzione di una festa in onore dell’Annunziata, visto che finalmente la chiesa disponeva di una statua che poteva essere portata in processione.

I festeggiamenti furono sospesi intorno agli anni 1858/60, quando feste e fiere vennero vietate dalle autorità per evitare assembramenti di persone e l’eventuale verificarsi di disordini antiborbonici. Così anche l’importante fiera del bestiame, istituita a metà del ‘700 da Carlo III di Borbone, abbinata ai festeggiamenti della Protettrice, venne sospesa per parecchi anni. Solo nel 1870, il sindaco Vitantonio Ria volle istituire nuovamente la fiera da tenersi nei giorni 24, 25 e 26 di marzo a partire dal 1871 e indicò come sito il “Largo Termiti” che da allora venne chiamato “Largo Fiera”. La fiera di Tuglie all’epoca fu classificata di “notevole importanza” ed era specializzata per gli attrezzi agricoli e casalinghi, ma in modo particolare per i “volatili da cortile”. Gli animali maggiormente scambiati erano i pulcini. Da qui deriverebbe l’attribuzione del nomignolo “puricini” agli abitanti di Tuglie. La Madonna dell’Annunziata in quel periodo diventò titolare dei festeggiamenti civili e religiosi di Tuglie. Agli inizi del ‘900, la festa vive i momenti di maggiore splendore e la ricorrenza è molto sentita dal popolo di Tuglie e dei paesi vicini.

Anche i tugliesi emigrati in America contribuiscono economicamente alla sua realizzazione. Con le loro offerte, ogni anno si realizzava un grandioso spettacolo pirotecnico detto “La Cumparsa”. Si trattava di una bengalata che riproduceva l’immagine di un bastimento, simbolo della loro partenza dall’Italia. Particolarmente devote alla Vergine visitata dall’Arcangelo Gabriele erano le donne sterili che si rivolgevano a Lei per avere il dono della maternità. Per grazia ricevuta, la popolazione femminile impreziosiva la sacra statua della Madonna con ex-voto anche molto pregiati, alcuni dei quali risalgono al ‘700; le famiglie tugliesi manifestavano la propria devozione dando ai propri figli il nome di “Annunziata” e “Annunziato”, abbreviato con “Nunzia” e “Nunzio”. La mattina del 24 marzo, si sparavano le prime salve di fuochi pirotecnici per dare il via alla tradizionale festa e alla fiera dell’Annunziata. La mattina del 25, dopo la messa nella chiesa matrice, si svolgeva per le principali strade del paese la processione in forma solenne con la partecipazione del Vescovo e delle autorità civili e religiose. Spettacolare la gara pirotecnica “te la batteria te la Nziata” che si svolgeva prima del rientro della processione e della statua dell’Annunziata in chiesa.

Nel pomeriggio, fino a sera tardi, si salutava la Madonna in chiesa e si passeggiava fra le bancarelle della fiera mentre rinomati concerti bandistici si esibivano sul palco della piazza illuminata da fantasiose luminarie multicolori. Nella giornata del 26, si svolgeva “la festa te li paesani” con la caratteristica “fiera te la Nunziateddha” che richiamava molti visitatori provenienti dai paesi vicini per comprare oggetti di artigianato per la casa e per il lavoro dei campi. Per tre giorni continui i ragazzi e le ragazze si divertivano nel grande parco adibito ai giochi.

In passato, nei giorni 24 e 25 marzo, si teneva la fiera del bestiame che si svolgeva nello spiazzo che dal 1871 si chiamò “Largo Fiera”. Con decreto prefettizio dell’8 maggio 1896 venne istituita una fiera comunale denominata di S. Giovanni nei giorni 23 e 24 giugno che si svolgeva sempre in “Largo Fiera”. Da molti anni questa antica fiera non è più in uso. Specialità tipica della festa era “lu core te cupeta”, un dolce a forma di cuore realizzato con zucchero caramellato e mandorle, che i giovani regalavano alle fidanzate. Alcune di queste usanze oggi non esistono più o sono state soppiantate da prodotti nuovi, ma resta sempre nel cuore dei tugliesi una grande devozione per la Vergine Annunziata.

Il giorno di Maria SS. Annunziata nel calendario canonico è il 25 Marzo, ma di solito la festa viene spostata in giornate di primavera più avanzata. Quest’anno, infatti, i festeggiamenti dell’Annunziata si svolgeranno il 13, 14 e 15 aprile e coincideranno con bellissime giornate primaverili.

Bibliografia essenziale: Enzo Pagliara, La chiesa matrice di Tuglie e le origini religiose del paese, Barbieri, 1996; Fernando Panico, Tuglie il paese e la vita, Congedo, 1993; Gerardo Fedele, Tuglie, i luoghi e le tradizioni, Tipografia 5 Emme, 1997.

5 aprile 2024 – Lucio Causo

 

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